Dentro la centrale 118 Emilia Ovest di Parma: come sarà il 112 che verrà in Emilia Romagna?
Un bilancio dopo i primi anni di centrale unica
Il lavoro però non finisce mai, e la CO118 Parma Ovest, come tutte le altre centrali dell’Emilia Romagna, sta implementando competenze tencologiche e servizi utili per migliorare la catena del soccorso. “Per noi è fondamentale la cartografia e la conoscenza del territorio. Il nostro obiettivo è portare il soccorso rapidamente nel posto giusto, e tornare con il paziente nel posto giusto per curare le condizioni con gli strumenti adeguati” continua Furlan. “Il lavoro tecnico non finisce mai: implementiamo nuove cartografie, servizi di localizzazione, e nuovi servizi di comunicazione. Cerchiamo, e fortunatamente troviamo sul territorio sinergie per posizionare nel modo migliore i servizi e i mezzi. E ribadisco il nostro ringraziamento alle tantissime Assistenze Pubbliche e alla Croce Rossa, che ci danno modo di avere 109 MSB, 12 ambulanze infermieristiche, 2 auto infermieristiche e 18 auto mediche sul territorio. In tutto 126 postazioni che sono controllate a livello tecnologico con radio, cartografie e sistemi informatici avanzati.
Ma al termine del 2016, con un intenso 2017 alle porte, è tempo di bilanci: “Dobbiamo dire che il nostro “triennio” di partenza è stato segnato da un evento catastrofico che ha “ammutolito” le richieste di soccorso, mandando in fault parte della rete telefonica publica (alluvione del torrente Baganza). I sistemi tecnologici moderni hanno capacità incredibili, ma è bastata una alluvione che questa situazione diventasse grave. Per questo ci siamo impegnati nel potenziale le strutture più utili e indistruttibili: le radio. Abbiamo testato le nostre potenzialità e su queste realtà, dobbiamo portare l’autonomia a 72 ore dei ponti radio, per garantire la “sopravvivenza” della rete anche quando ci sono gravi emergenze”. E’ stato proprio questo stress test non voluto che ha garantito a Parma, Piacenza e Reggio Emilia di vedere l’importanza di una CO avanzata. La rete di associazioni sul territorio – a Parma – ha garantito che nessuna persona bisognosa di aiuto sanitario venisse lasciata da sola. Arrivando fino al “porta a porta” (visto direttamente dai collaboratori di Emergency Live) fra Sala Baganza e Collecchio, con decine di volontari soccorritori e infermieri di turno che hanno battuto il territorio per capire se c’erano necessità urgenti o meno.
Una struttura leggera, anche per volare
L’ultima particolarità del 118 dell’Emilia Romagna invece riguarda l’elisoccorso. Un servizio garantito a livello regionale con un principio di intercambiabilità e uno di efficienza, controllato in primis da una società di piloti, che valutano quali siano le efficienze da introdurre in modo progressivo. “Nella nostra regione – spiega Furlan – abbiamo 4 velivoli H145 EC2, che lavorano in totale simbiosi: una postazione CNSAS e 3 postazioni sanitarie sono sufficienti per quella che è la nostra realtà, diversa dalle zone lombarde, che sono invece molto più ricche di montagne. Infatti da noi gli interventi con il verricello sono meno che sulle Alpi e il mezzo di Pavullo è perfetto per questo, sia come posizione che come attività. Gli altri elicotteri devono invece poter atterrare ovunque”. L’Emilia Romagna – che è una regione con gran parte del suo territorio in pianura – vede quindi una scelta operativa che predilige il soccorso HEMS, con 2 infermieri e 1 medico su 3 dei 4 elicotteri attivi. “Questa scelta – continua Furlan – da anche sensibili economie di scala sulla gestione complessiva del servizio di elisoccorso regionale. Chiaramente le macchine evolvono e il nostro compito è quello di capire cosa offre il mercato in termini di performance e sicurezza. Ma la nostra scelta di fondo è sempre legata all’orografia: dobbiamo atterrare con efficienza in luoghi con pochi spazi e un suolo complesso, e quindi è per noi più facile usare macchine leggere a questo scopo”. Non va poi dimenticato che geograficamente, gli elicotteri del 118 dell’Emilia, in particolare quello di Parma, possono operare anche oltre confine. “Sono anni che il nostro velivolo opera in simbiosi con quelli lombardi nella zona della bassa cremonese e dell’alto mantovano. E questa simbiosi si sta estendendo. Ritengo giusto che i servizi di elisoccorso siano operativi anche oltre i limiti delle singole regioni”.
ENTRA NELL’ EC145 DEL 118 DI PARMA