Emergency Extreme e coronavirus: angeli del soccorso? No, soccorritori coscienziosi e pronti: aiutiamoli!

Coronavirus: ha toccato corde poste nel profondo, la morte dell’operatore Soreu delle Alpi, Diego Bianco. Sono migliaia le persone, nostri concittadini, che da settimane si spendono senza posa per la salute di un intero popolo, quello italiano.

E noi cosa facciamo, per loro? Ci mettiamo in coda davanti all’iper, saliamo sul primo treno diretto altrove, cerchiamo voli per luoghi lontani, potenzialmente da contagiare per bene.

E loro vanno avanti.

Coronavirus, come si pongono i soccorritori?

Colpiti da quanto sta accadendo, abbiamo fatto un giro di telefonate per capire, per approfondire.

Abbiamo domandato ai diretti interessati, per esempio all’autista soccorritore Stefano Balboni, con che spirito si pongano, quali contromisure siano state adottate.

Coronavirus, l’Extreme oggi è in Italia

Perché una cosa è particolarmente evidente: la puntata di questa domenica di Emergency Extreme è da dedicare ai soccorritori italiani. Sono loro a fare soccorso e urgenza nei luoghi più impervi e ostili del mondo, in queste settimane. E’ il nostro paese, uno dei luoghi più perigliosi in cui operare: è un dato di fatto.

Coronavirus, i protocolli di intervento della CRI di Parma

All’altro capo della cornetta, in una di queste telefonate, Stefano Bisbano, direttore sanitario della Croce Rossa di Parma. Il quale ci ha confermato protocolli operativi molto precisi, per chi veste al divisa CRI. Ma che ci ha anche avvertiti come le norme siano leggermente differenti da regione a regione.

Questo è quindi quanto accade a Parma, ex zona rossa (nel senso che ora la è tutto il Paese): le squadre sono state suddivise in due, una deputata ai trasporti indiziati o certamente di pazienti contagiati dal Covid-19, l’altra per i trasporti “ordinari”.

Il primo gruppo opera con i presidi di massima sicurezza che potete immaginare e che abbiamo già trattato in altri momenti.

Ma anche il secondo gruppo deve attenersi a regole di sicurezza stringenti, data la diffusione di pazienti asintomatici, pazienti che ancora non sanno di essere affetti e…pazienti menefreghisti.

Quello che riportiamo qui sotto è il protocollo procedurale CRI Parma per gli interventi nelle ambulanzenon Sars-CoV2”: ne riproduciamo fedelmente ed integralmente i dettami.

PROTOCOLLO DI INTERVENTO AUTOAMBULANZA NON -CORONAVIRUS:

OBIETTIVI DEL PROTOCOLLO

  • Su qualsiasi tipo di intervento (Ordinario o Emergenza) valutare le condizioni cliniche del trasportato e segnalare eventuali sospetti CORONAVIRUS (Febbre, tosse e dispnea)
  • Attuare razionalmente tutte le misure preventive sul servizio in relazione al tipo di scenario in modo che l’equipaggio non si metta a rischio su eventuali trasportati, che in un secondo momento potrebbero risultare affetti da CORONAVIRUS, in particolare:

A) Utilizzo corretto dei KIT-DPI da parte dell’equipaggio

B) Limitare il tempo di contatto stretto con il trasportato alle sole situazioni necessarie

C) Limitare il numero di componenti dell’equipaggio a contatto stretto con il trasportato

INFORMAZIONI GENERALI SULLA PROCEDURA NON CORONAVIRUS

Sono definiti i componenti dell’equipaggio all’inizio del turno:

  • Autista (Responsabile della procedura del presente protocollo)
  • Primo soccorritore, secondo soccorritore, ecc…

E’ preferibile avere equipaggi di soli due componenti (AUTISTA e SOCCORRITORE) in grado di gestire i servizi. In ogni caso cercare di mettere sempre sui mezzi il minore numero di componenti possibile. Sono definiti i KIT Dispositivi di protezione individuale (KIT-DPI):

* Visiera e occhiali possono essere riutilizzati previa disinfezione

1. VALUTAZIONE SUL POSTO DELLA SCENA IN SICUREZZA RAZIONALE:

Indipendentemente dalle condizioni cliniche del trasportato, qualsiasi contatto a distanza superiore ai 2 metri, per meno di 15 minuti e senza toccare superfici è da considerarsi NON A RISCHIO DI CONTAGIO.

PROCEDURA

Su qualsiasi codice di intervento il primo soccorritore valuta da solo la scena mantenendosi ad una distanza di due metri da tutti i presenti, indossa il KIT-DPI-BASE e verifica la presenza di almeno uno dei seguenti sintomi:

– Febbre > 37,5° (invitando il soggetto a misurarsi la temperatura con termometro)

– Tosse

– Difficoltà respiratoria (eventualmente utilizzando il saturimetro)

Appena possibile il primo soccorritore fa indossare al soggetto il KIT-DPI-trasportato.

In assenza di tutti questi sintomi non vi è evidenza di caso sospetto di Corona, per cui si procede con il trasporto. In caso di presenza di almeno uno dei sintomi o per qualsiasi altro dubbio, il primo soccorritore si allontana dalla scena e riferisce SEMPRE alla Centrale Operativa 118 e da questa attende ulteriori istruzioni.

In questo caso è possibile che faccia intervenire il mezzo CORONA dedicato, sospendendo quindi il servizio.

Commento

Il soccorritore che ha indossato il KIT-DPI-BASE correttamente non corre rischi se si avvicina per pochi istanti al soggetto richiedente assistenza o ad altri presenti. Ciò nonostante deve cercare di mantenere sempre la distanza ideale di due metri. E’ sicuro quindi avvicinarsi per porgere il KIT-DPI-trasportato o gli strumenti per le valutazioni di temperatura e saturazione. In caso il trasportato sia in possesso di tali strumenti lo si invita ad utilizzare i propri. Gli strumenti in dotazione del mezzo di trasporto che sono stati utilizzati con il paziente, dovranno essere maneggiati sempre con i guanti, possibilmente messi in un sacchetto, e ripristinati pulendo le superfici con soluzione alcolica o prodotti equivalenti. La verifica dei sintomi e dei parametri indicati al momento dell’entrata sul luogo della scena rappresenta un’ulteriore misura di sicurezza per i soccorritori, di pari importanza all’uso dei KIT-DPI. Inoltre, è opportuno annotarli per fornire informazioni utili sia alla CO 118 che alla sede di destinazione.

2. INTERVENTO SUL POSTO DELLA SCENA IN PROSSIMITA RAZIONALE:

A seguito della valutazione della scena, tutti i soccorritori che devono intervenire sul servizio ad una distanza inferiore di due metri devono indossare prima il KIT-DPI opportuno prima di proseguire l’assistenza.

PROCEDURA

Paziente asintomatico: I soccorritori intervengono con il KIT-DPI-BASE

Paziente sintomatico: I soccorritori intervengono, a seconda del rischio, con il KIT-DPI-1 o KIT-DPI-2

Si indossa il KIT-DPI-2 se:

– sono previste procedure in stretta vicinanza al trasportato che possono esporre ad aerosol, quali assistenza al personale medico o infermieristico durante procedure invasive a carico delle vie aeree (es. intubazione) oppure quando è da mettere in atto una rianimazione cardiopolmonare.

– sono previste lunghe procedure di preparazione alla mobilizzazione (Es. spinale, cucchiaio, telo)

– il trasportato rifiuta di tenere il KIT-DPI-Trasportato In tutte le altre condizioni si indossa il KIT-DPI-1 C

Commento

Le più recenti linee guida, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno chiarito alcuni aspetti sulle modalità di trasmissione del COVID-19.

Per contatti coinvolti nel trasporto di un caso sospetto o conclamato, si è vista l’equivalenza in termini di sicurezza nell’utilizzo della mascherina chirurgica abbinata ad una visiera, rispetto all’utilizzo della mascherina FFP2 una qualsiasi protezione oculare (Occhiale o visiera).

Sono invece esposti a rischio maggiore tutti gli operatori sanitari che devono fare manovre invasive in prossimità del paziente, in particolare quelle che possono propagare la diffusione di aerosol o in manovre come la RCP, pertanto in tal caso è necessario indossare la FFP2.

Le linee guida confermano anche che il rischio di contagio è ridotto facendo sempre indossare al trasportato una mascherina chirurgica.

3. SPOSTAMENTO DEL TRASPORTO DALLA SCENA ALL’AUTOAMBULANZA RAZIONALE:

Il rischio di contagio è direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi, alla durata del contatto stretto e all’utilizzo corretto dei KIT-DPI. PROCEDURA Il primo soccorritore valuta l’autonomia del trasportato.

Ove possibile il trasportato sale sull’ambulanza come camminante, limitando il tempo di contatto inferiore ai due metri.

Qualora il primo soccorritore ritenga necessario un aiuto nel trasporto sull’autoambulanza attiva il SECONDO SOCCORRITORE che, indossato lo stesso KIT-DPI del primo soccorritore, aiuta nel trasporto. In caso fosse necessario ulteriore aiuto si attiva con le stesse procedure l’AUTISTA.

In ogni caso l’autista interviene per ultimo. Il trasportato rimane da solo nel vano sanitario, salvo necessità di monitoraggio durante il trasporto o se è prevedibile dovere prestare assistenza durante le procedure di discesa dal mezzo.

In questo caso la presenza di uno o più soccorritori nel vano sanitario equivale ad un intervento a distanza inferiore di due metri, per cui è necessario che durante l’intero trasporto sia indossato il KIT-DPI adeguato secondo le indicazioni fornite in precedenza.

I soccorritori che salgono nel vano autista, prima di salire, si rimuovono il KIT-DPI secondo la procedura di svestizione indicata in seguito e si lavano le mani con soluzione idroalcolica.

Separano quindi i presidi riutilizzabili da quelli destinati ai rifiuti speciali in due sacchetti distinti che resteranno nel vano sanitario fino all’arrivo in sede. Eventuali accompagnatori del trasportato NON SALGONO MAI SULL’AUTOAMBULANZA

Commento

L’autonomia di movimento del trasportato va incoraggiata per limitare contatti ravvicinati. Accompagnatori del trasportato possono essere a loro volta contatti a rischio, per cui la loro presenza sull’ambulanza può essere ulteriore rischio di contaminazione.

Il vano sanitario e il vano autista sono da considerarsi due ambienti separati.

Il primo è un ambiente che potenzialmente potrebbe essere contaminato durante un trasporto, mentre il secondo è un ambiente che deve essere sempre mantenuto pulito. Qualora un soccorritore acceda al vano autista senza essersi rimosso i KIT-DPI correttamente renderà potenzialmente contaminato anche questo spazio, che necessiterà quindi della stessa pulizia del vano sanitario.

4. AFFIDAMENTO DEL TRASPORTATO ALLA DESTINAZIONE E RITORNO IN SEDE RAZIONALE:

valgono le stesse regole fatte per il trasporto sull’autoambulanza. Dopo il servizio i KIT-DPI devono essere smaltiti correttamente e pulito il vano sanitario.

Procedura

Mantenendo le stesse procedure e protezioni utilizzate per il trasporto sull’ambulanza, si fa scendere il trasportato e lo si affida al personale sanitario, eventualmente chiedendo aiuto al personale stesso se possibile. Se un soccorritore è rimasto nel vano sanitario durante il trasporto, ritorna in sede nel vano sanitario mantenendo il KIT-DPI indossato fino all’arrivo in sede.

All’arrivo in sede tutti i soccorritori smaltiscono i KIT-DPI correttamente, seguendo la procedura di svestizione:

1. Rimuovere il sovra-camice;

2. Rimuovere i guanti;

3. Rimuovere l’occhiale/visiera maneggiandolo dalla parte posteriore e destinarlo alla sanificazione (sacchetto a parte o nell’apposita area preposta);

4. Rimuovere la maschera FFP2 o la maschera chirurgica maneggiandola dalla parte posteriore;

5. Riporre tutti i dispositivi usa e getta nell’apposito contenitore per lo smaltimento di rifiuti speciali;

6. Praticare l’igiene delle mani con soluzioni alcolica o con acqua e sapone. In seguito, il primo soccorritore indossa un nuovo KIT-DPI-1 ed effettua una pulizia generale delle superfici dei vani contaminati e di tutte le maniglie dell’autoambulanza con soluzioni alcoliche o equivalenti.

Al termine del servizio l’equipaggio compila il report di servizio

5. STATO DI NECESSITA’ NEL PROTOCOLLO NON CORONAVIRUS

In tutte le situazioni in cui è necessario un intervento tempestivo e non differibile, questo protocollo non può essere applicato. Limitatamente a questi casi, i soccorritori coinvolti a stretto contatto con il trasportato devono indossare sempre il KIT-DPI-2 per procedere in sicurezza

Potrebbe piacerti anche