Emilia-Romagna, la mortalità da infarto aumenta del 17% per paura del Covid nei Pronto Soccorso
Mortalità da infarto in crescita in Emilia-Romagna: l’aumento del 17% dei decessi per arresto cardiaco sarebbe un effetto collaterale del coronavirus: i cittadini hanno timore di accedere al Pronto soccorso
Infarto in netto aumento: la pubblicazione su The Lancet
Nel corso del 2020 in Emilia-Romagna è aumentata del 17% la mortalità per infarto al di fuori degli ospedali.
Una crescita che non sarebbe stata generata dal calo delle prestazioni durante il lockdown della primavera 2020, ma dal timore dei cittadini di accedere al Pronto soccorso durante la pandemia.
Non c’è stato invece alcun aumento della mortalità in ospedale rispetto ai tre anni precedenti, a fronte però di un calo dei ricoveri del 20%.
È quanto evidenzia uno studio promosso dalla Regione e condotto in tutte le principali strutture cardiologiche ospedaliere dell’Emilia-Romagna, pubblicato oggi dalla rivista di medicina ‘Lancet’.
Dalla ricerca emerge che, “rispetto al triennio precedente, non è aumentata la mortalità in ospedale dei pazienti infartuati“, riferisce la Regione. Inoltre, “la riduzione dei ricoveri per infarto è stata più contenuta rispetto ad altri territori”, con un calo appunto del 20% in Emilia-Romagna, “mentre in alcuni Paesi in Europa si è arrivati anche al 50%”.
L’aumento del 17% della mortalità per infarto extra-ospedaliera, inoltre, “rientra nella media nazionale rilevata dall’Istat”.
Secondo lo studio, spiega ancora la Regione, “la responsabilità non è da ricondurre alla riduzione delle prestazioni ospedaliere ma in altri effetti indiretti del coronavirus, come il timore da parte dei cittadini, di fronte ai primi segnali di un possibile infarto, ad accedere in Pronto soccorso per paura di un contagio”.
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