Fase 2, Francesco Rocca: “è successo tutto troppo in fretta, ma volontari e soccorritori hanno portato speranza”
Quelli di Francesco Rocca sono sempre interventi pensati, quasi di “filosofia del soccorso”. E questo, che ha per oggetto la Croce Rossa Italiana ma più in generale l’essere soccorritore durante la pandemia da coronavirus Covid-19, non sembra fare eccezione.
“E’ successo tutto troppo in fretta – esordisce in una nota il Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e presidente nazionale della Croce Rossa Italiana -in questo 2020. Siamo ancora smarriti, increduli e, soprattutto, incerti circa il futuro che sarà.
Eppure, entriamo nella cosiddetta ‘Fase 2’, quella successiva al lockdown che ha bloccato il nostro Paese procurando, ad oggi, oltre 31.000 morti in Italia e 300mila nel mondo.
L’esistenza di tutti noi è stata stravolta e ci siamo trovati nella condizione di dover fronteggiare l’emergenza per certi versi più delicata di sempre, crisi che è ancora in corso”.
Vite stravolte ma non vinte, quelle dei soccorritori (e di chi opera in favore del benessere del prossimo): il covid-19 ha tirato fuori il meglio dal cuore di tanti. E questo inorgoglisce.
VOLONTARI E SOCCORRITORI CHE HANNO SAPUTO PRENDERCI PER MANO E CONDURCI ALLA FASE 2:
“Eppure – prosegue infatti Francesco Rocca -, ancora una volta, volontari e operatori della Croce Rossa hanno dato l’esempio, hanno portato speranza, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, dimostrando straordinarie capacità di resilienza, grande generosità e abnegazione e, soprattutto, testimoniando non con le parole ma con il proprio operato l’adesione ai Principi del Movimento, che non sono solo un esercizio retorico o mnemonico, ma una scelta di vita”.
“La Croce Rossa italiana – prosegue sottolineando l’impegno CRI -, infatti, ha posto in essere un qualcosa di straordinario che tutte le istituzioni, i connazionali e il mondo intero, mai come oggi, riconoscono e apprezzano. Un’attività senza sosta che ha coinvolto tutti i nostri Comitati, soprannominata Il Tempo della Gentilezza. Numerose sono state le azioni messe in atto sin dall’inizio di questa grave pandemia: dai termoscanner negli aeroporti ai trasporti in bio-contenimento; dal lavoro nelle corsie degli ospedali al sostegno a tutte le fasce più vulnerabili della società attraverso la spesa e i farmaci, l’ascolto e il sostegno medico e psicologico. Siamo riusciti ad essere e siamo davvero ovunque e per chiunque, consci dei rischi personali ma più determinati che mai. Oggi, che possiamo iniziare a raccontarla questa ‘Fase 1’ – senza minimamente abbassare la guardia e continuando a lavorare alacremente – dobbiamo contribuire con ulteriori e nuove attività che vadano nella direzione del sostegno delle fasce della popolazione colpite dalla crisi economica e della comunità scientifica perché, dopo averlo contenuto, dobbiamo sconfiggere definitivamente questo maledetto virus e cercare di minimizzarne le drammatiche conseguenze”.
LA FASE 2 DI VOLONTARI E SOCCORRITORI:
“La ‘Fase 2’ prevede ora un nuovo importante impegno che coinvolgerà i nostri Comitati: è stata infatti affidata dall’Istat alla Croce Rossa Italiana l’indagine sulla sieroprevalenza che coinvolgerà 190mila italiani, attraverso la quale sarà possibile fornire al Ministero della Salute importanti dati sulla curva dei contagi. Inoltre, quello che ora ci preme maggiormente, sono le conseguenze socio-economiche del lockdown. Sono tantissime le persone e i nuclei familiari in grave difficoltà economica. Stiamo provvedendo a portare loro un sostegno concreto. Non ci fermeremo e metteremo in campo tutte le nostre risorse fino a quando non saremo usciti definitivamente da questo incubo”.
La sensazione orgogliosa di appartenenza che ciascun volontario e volontaria ha vissuto e continua a vivere in questo periodo nasce dall’essere stati percepiti come pilastro fondamentale della propria Comunità. Ed è il tesoro più prezioso da custodire, anche per il futuro. Non permettiamo che venga disperso, né intaccato. E’ il nostro valore più grande, frutto anche di un percorso di rinnovamento e modernizzazione della CRI che, proprio nella più grande emergenza di sempre, ha mostrato i suoi frutti maturi”.
Insomma, una bella “carica”, quella che dà Rocca ai “suoi” e al mondo del soccorso in generale. I dubbi e le incognite che accompagnano la pandemia fin dal proprio scoppio non possono consentire alcuna forma di sottovalutazione, ma certo nemmeno atterrimento o stanchezza.
Perché, per l’appunto, i volontari sono pilastro fondamentale delle proprie comunità.
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