Il defibrillatore nell'ACR pre-ospedaliero (Prima Parte)
A cura del Dott. Giorgio Diakidis, scuola di specializzazione in medicina d’urgenza, Univ. di Sassari, pubblicato sul Prehospital Emergency Medicine Blog
Interessante analisi di PHEMB che pubblica una relazione del dotto. Giorgio Diakidis, della scuola di specializzazione in medicina d’Urgenza dell’Università di Sassari, in merito al ruolo del defibrillatore nell?ACR pre-ospedaliero:
Secondo i dati WHO, nel 2002, circa 16,7 milioni di persone sono morte per malattie cardiovascolari. La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte nel mondo, il 30% (circa 7,2 milioni) di tutti i decessi a livello mondiale.
L’arresto cardiaco improvviso (sudden cardiac arrest, SCA) è la prima manifestazione in circa il 25% di questi pz. Quindi parliamo di numeri elevati con tendenza a crescere ulteriormente nei prossimi anni.
E’ in ambiente extraospedaliero? L’out-of-hospital cardiac arrest (OHCA) definito come una condizione improvvisa e inaspettata caratterizzata dall’assenza di polso, e attribuita alla cessazione dell’attività meccanica cardiaca, in Europa approssimativamente conta 275.000 casi all’anno, mentre negli Stati Uniti, nell’anno 2013 sono stati registrati 359,400.
Altre cause di arresto cardiaco sono le cardiomiopatie (ipertrofica, dilatativa), valvulopatie, cardiopatie e anomalie coronariche congenite, Sindrome di Brugada, Sindrome di QT lungo (LQTS), traumi, embolia polmonare, shock settico, disordini metabolici, overdose di farmaci ed etc.
I ritmi di presentazione nell’arresto cardiaco si dividono in due categorie:
Defibrillabili: tachicardia ventricolare (VT), fibrillazione ventricolare (VF)
Non defibrillabili: :asistolia e attività elettrica senza polso (PEA).
L’incidenza di VF come primo ritmo registrato nell’OHCA è difficile da determinare, vengono riportati da 16,8% fino a 63,3% dei casi.
Secondo i dati dello Swedish Cardiac Arrest Registry tra i 14065 casi di arresto cardiaco extraospedaliero (rianimati 10996 pz) nel periodo 1990-1995, il primo ECG ha mostrato VF in 43% dei casi, con incidenza stimata nel momento dell’arresto tra 60-70% in tutti, e 80-85% in quelli da causa cardiaca.
La defibrillazione precoce, definita come la terminazione di VF per almeno 5 sec dopo una scarica, è fondamentale per la sopravvivenza, per diversi motivi:
1) il ritmo di presentazione più frequente in ambiente extra ospedaliero è la fibrillazione ventricolare,
2)il trattamento per la FV è la defibrillazione,
3)la probabilità di successo della fibrillazione diminuisce rapidamente nel tempo
4) e la VF tende a deteriorarsi nel tempo.