Il sistema dell’Emergenza Urgenza va sostenuto, SIMEU: il futuro della Sanità non si aspetta, si costruisce

La progressiva desertificazione delle strutture di Medicina d’Emergenza Urgenza ha superato la fase del possibile rischio ed è oggi una drammatica realtà, il cui prezzo viene pagato in egual misura dai cittadini e dagli operatori sanitari

SIMEU lancia l’allarme sull’ impoverimento del Servizio Sanitario Nazionale, che sta perdendo uno dei suoi pilastri fondamentali: le strutture che garantiscono il soccorso e le cure in emergenza e urgenza.

“A scendere in piazza domani saranno medici e infermieri, accomunati da competenze e passione, vogliono sensibilizzare cittadini e decisori sulla drammatica crisi che incombe sulla nostra attività – afferma il Presidente Nazionale SIMEU Salvatore Manca – il nostro messaggio è drammaticamente banale: senza un’Emergenza Urgenza efficace, senza un servizio di Pronto Soccorso strutturato e all’altezza delle reali necessità, non può esistere un efficiente Servizio Sanitario Nazionale.

Parliamo a ragion veduta, perché nonostante le carenze continuiamo a mantenere in funzione i servizi.

Ma siamo arrivati in fondo”.

SISTEMA DI EMERGENZA URGENZA, I DATI

Come è stato spesso ripetuto, oggi mancano all’appello 4000 medici che rappresentano circa il 30% della struttura organica necessaria per far funzionare adeguatamente i Pronto Soccorso e questo non è solo un numero che impressiona per la sua grandezza.

“Non sappiamo come potremo affrontare l’inverno” è la preoccupata reazione del dott. Andrea Fabbri, Responsabile del Centro Studi e Ricerche SIMEU che prosegue: “Solo negli ultimi due anni, dall’inizio della pandemia, abbiamo subito una perdita netta complessiva di circa 2000 medici.

In realtà il depauperamento degli organici di Pronto Soccorso viaggia – secondo la rilevazione che abbiamo terminato proprio in questi giorni – a un ritmo ancora più veloce: circa 2000 medici solo nell’ultimo anno.

Questi numeri ci indicano che ogni due professionisti che abbandonano troviamo una sostituzione solo per uno di essi.

Viviamo ormai in un perenne stato di allerta e ogni giorno è peggiore di quello precedente”.

Inoltre, è ormai un dato di fatto che il lavoro in Emergenza Urgenza non attrae più giovani professionisti

L’impegno personale necessario ma non riconosciuto nella sostanza, le scarse prospettive di carriera, la pesantezza delle condizioni di lavoro: perché mai un giovane dovrebbe scegliere la questa strada?

Non è pensabile continuare a contare solo sullo spirito di servizio.

“Queste incertezze sulla capacità di resistenza del sistema ci hanno spinto a tentare la via della manifestazione in piazza – ed è la prima volta per una società scientifica – perché non possiamo permetterci di aspettare altro tempo per mettere in campo ragionate soluzioni straordinarie da rendere effettive nell’immediato”, conclude il presidente Manca.

A rendere ancora più complessa e preoccupante la situazione è l’attesa della curva di sviluppo della “quarta ondata” Covid, che già in questi giorni mette in difficoltà il sistema in alcune aree del Paese e che si preannuncia “insidiosa”, come dichiarato oggi dal Ministro Speranza.

“La quarta ondata ribadisce l’assoluta necessità del doppio percorso nei Pronto Soccorso – prosegue Fabbri – è come se dovessimo giocare contemporaneamente due campionati con la stessa squadra.

Dover gestire due percorsi significa suddividere lo scarso personale in due gruppi (due mezze squadre), tenere in sospeso i pazienti in attesa degli accertamenti diagnostici per comprendere se sono positivi oppure no e nel frattempo proteggerli in una sorta di “terza area di controllo” per non far correre rischi ad altri pazienti.

Tutto questo rallenta e complica un sistema che è già naturalmente complesso, nel quale coniughiamo la risposta immediata alle condizioni di emergenza urgenza con la gestione di elevati numeri di pazienti in attesa di una collocazione”.

Sistema di Emergenza Urgenza: i codici di accesso in Pronto Soccorso

In Italia nel 2019 si sono contati un totale di 24 milioni di accessi in PS, orientativamente un’emergenza ogni 90 secondi.

Oggi non solo non diminuiscono, ma aumentano.

Nel 2021 le performance peggiorano perché le capacità di risposta si sono ridotte.

  • I codici rossi emergenza sono all’incirca il 3-5 %
  • Gli arancione: emergenza urgenza ad elevato rischio peggioramento, attorno al 8/10 %
  • Urgenza minore, azzurro, non critici ma di elevata complessità clinico assistenziale il 15/25 %
  • I codici verdi ossia le urgenze differibili a bassa criticità e bassa complessità rappresentano il numero maggiore di casi il 40/50 %
  • I codici bianchi, le “non urgenze” rappresentano il 5/10/15 % .

Il valore cambia in funzione delle singole situazioni/organizzazioni.

Oggi il numero di permanenze oltre le 6 ore è in continuo e diffuso aumento: i pazienti ricevono diagnosi, vengono presi in carico, curati e spesso dimessi dai PS perché i reparti non riescono ad accoglierli.

Aumenta il nervosismo di chi aspetta, il senso di inefficienza percepito e di conseguenza anche gli episodi di insulti verbali e/o violenze nei confronti del personale.

La ragioni della manifestazione di chi opera nell’Emergenza Urgenza e nel Soccorso

“Il profondo disagio vissuto dai professionisti di Emergenza Urgenza coincide con le inaccettabili condizioni in cui versano i pazienti in molti Pronto Soccorso.

Medici, infermieri e pazienti pagano il prezzo delle medesime carenze, tra attese infinite per un posto letto, strutture inadeguate e le difficoltà legate a personale numericamente insufficiente.”

Spiega il dott. Fabio De Iaco, Responsabile dell’Accademia dei Direttori SIMEU: «Medici e Infermieri dell’Emergenza Urgenza vengono trattati con “indifferenza” da troppo tempo, nonostante il tremendo carico psico-fisico che sostengono, per un impegno professionale che non trova paragoni nell’ambito del SSN. Vorremmo essere percepiti per quel che siamo: dai professionisti come colleghi, dalle istituzioni come interlocutori tecnici, dai cittadini come difensori dei diritti dei pazienti.”

Dopo l’annuncio di SIMEU riguardo la simbolica presenza in piazza Santi Apostoli dei professionisti della Medicina di Emergenza Urgenza di domani – dalle 12.30 alle 15.00 – sono seguite le dichiarazioni del Ministro On Roberto Speranza, che hanno generato diffuse reazioni.

“Non stiamo portando avanti una battaglia sindacale: con i sindacati naturalmente cerchiamo il confronto costruttivo, nel pieno rispetto delle regole e delle altrui competenze.

Quel che vogliamo è salvare oggi stesso un’attività la cui drammatica crisi porta con sé gravissimi rischi per il diritto alla cura e al contempo disegnare – su basi culturali e scientifiche – il Sistema dell’Emergenza Urgenza del futuro, insieme ai legittimi portatori d’interesse, partendo dalla nostra competenza e anche dalle lezioni che il recente passato ci ha dolorosamente impartito” ci informa De Iaco.

“Valutiamo quello del Ministro un primo significativo segnale, un’attenzione al riconoscimento dell’esistenza di un problema ma quello che ci interessa raggiungere e attenzione e coinvolgimento nell’elaborazione di risposte efficaci” prosegue Manca.

“Per ottenere risultati concreti occorre un progetto strutturale a medio e lungo termine sul quale vorremmo essere coinvolti per competenza ed esperienza, ma soprattutto provvedimenti straordinari immediati che non sono più rimandabili.

Nulla si risolve con un aumento di indennità”.

“Il lato positivo” aggiunge De Iaco “è che finalmente sono state ufficializzate la peculiarità e la gravosità della nostra disciplina anche se la recente attenzione delle Istituzioni rischia di essere tardiva e parziale.

Per questo – dopo anni di allarmi lanciati nel vuoto – la Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza in piazza cerca proprio nei pazienti il proprio principale alleato.

Nessuna connotazione politica o sindacale, ma la testimonianza dell’impegno civile di professionisti che lavorano totalmente ed esclusivamente al servizio del sistema pubblico».

Secondo Fabbri “Medici e infermieri non hanno più tempi di recupero e riposo, non accedono alle ferie maturate per consentire alle loro unità di garantire la copertura dei turni, non è più possibile dedicare tempo all’aggiornamento e alla formazione – per altro obbligatoria – sono costretti a straordinari non retribuiti che non recupereranno mai come giorni di riposo”.

Subito dopo la manifestazione, sempre a Roma, si apriranno i lavori dell’Accademia dei Direttori SIMEU, nel corso della quale i Direttori di Struttura Complessa provenienti da tutta Italia lavoreranno insieme con l’obiettivo di redigere un documento di proposta, indirizzato agli interlocutori istituzionali e all’opinione pubblica.

Per approfondire:

SIMEU lancia l’allarme sulla situazione dei Pronto Soccorso: si rischia la chiusura o l’interruzione del servizio di emergenza urgenza

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Fonte dell’articolo:

Comunicato stampa SIMEU

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