Messina, donna si suicida dopo l'intervento del 118. Indagato medico soccorritore: non aveva ritenuto di farla ricoverare
Medico del 118, un ruolo davvero complicato. Decisioni che spesso fanno la differenza, che hanno conseguenze. Nella giornata mondiale della salute mentale, un fatto di cronaca su cui riflettere.
Nel piccolo comune di Castel di Lucio, in Sicilia, mercoledì scorso una donna di 41 anni viene trovata morta nel proprio appartamento, per avvelenamento da farmaci.
La Procura di Patti ha disposto un’inchiesta ed emesso un avviso di garanzia per un medico del 118.
La stessa mattina del mercoledì, infatti, la donna aveva chiamato la guardia medica del paese manifestando la propria volontà suicidiaria.
GLI INTERVENTI DEL MEDICO DI GUARDIA E DEL MEDICO DEL 118
Il medico di guardia si è precipitato a casa della donna, avvisando contestualmente anche Carabinieri ed il 118.
Il dottore del servizio 118, dopo una visita alla donna e averla tranquillizzata, non ha ritenuto necessario farla ricoverare.
Alle 19 e 15 la madre della donna l’ha trovata cadavere.
La Procura di Patti, ed il procuratore Angelo Cavallo, vogliono fare chiarezza su eventuali responsabilità del medico del servizio 118, che ha redatto il referto dell’intervento del mattino, per il reato di omicidio colposo.
Ha anche disposto l’autopsia della donna presso l’ospedale Barone Romeo di Patti.
A colpire del fatto di cronaca è la “normalità” del rischio assunto dal laureato in Medicina, ma anche dagli altri membri del 118, che fa parte delle mille situazioni borderline del mondo dell’emergenza e soccorso: poveri tossicodipendenti, senza dimora, disperati di varia natura vedono nell’ambulanza il first contact con il mondo della sanità e della cura, e sono tutti soggetti fragili.
Prendere decisioni con ciascuno di loro è veramente difficile.
E qualche volta, purtroppo, è più facile esprimere giudizi.
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