Noci, signora decede dopo un malore: ha atteso 50 minuti l'ambulanza. La rabbia del sindaco Nisi: “inaccettabile”
Noci (Bari), donna colta da malore perde la vita: ha atteso l’arrivo dell’ambulanza per 50 minuti. Ambulanza, quindi, sempre più miraggio, per i pazienti vittima di situazioni di emergenza non covid. E’ quanto sta accadendo in vaste aree d’Italia. E non per una qualche forma di pigrizia del mondo dei soccorritori: è che da settimane ormai le ambulanze vengono utilizzate come camere di pronto soccorso/terapia intensiva in scala ridotta.
Questo è un dato di fatto. Chi organizza il servizio 118, ma ancora di più chi organizza la risposta sanitaria all’emergenza coronavirus avrebbe da tempo dovuto correre ai ripari.
Perché le lunghe file di autoambulanze davanti ai Pronto soccorso raccontano un quadro difficile da dissimulare.
Raccontano di pazienti che subiscono un disservizio.
Signora colta da malore muore dopo aver atteso 50 minuti l’ambulanza: la rabbia del sindaco di Noci
In quest’ottica è comprensibile la rabbia del sindaco di Noci, Domenico Nisi, che su Facebook propone il proprio sgomento per quanto accaduto alla propria concittadina.
Un sindaco che, va detto, non si limita solo a lamentare il ritardo dei soccorsi, ma analizza piuttosto bene il comportamento di una cittadinanza piuttosto indifferente ai carichi di lavoro cui viene sottoposto il Sistema Sanitario Nazionale in virtù di comportamenti decisamente fuoriluogo. O, come dice lui, inaccettabili.
COLTA DA MALORE, L’AMBULANZA ARRIVA DOPO 50 MINUTI, IL SINDACO: “INACCETTABILE”
“Solo cosí può essere definito quanto accaduto nella nostra città ieri sera: una signora accusa un malore, l’ambulanza arriva sul posto dopo 50 minuti.
E nello sgomento e nell’ incredulità generale, nella piazza centrale del nostro paese la comunità assiste alla morte di una persona.
Le telefonate, ieri sera e per tutta la mattinata di oggi, e le spiegazioni ricevute non riporteranno in vita la cara signora Maria, alla cui famiglia, porgo il cordoglio dell’intera comunità.
La precarietá del nostro sistema sanitario è inaccettabile.
Questo dolore e questo lutto, e lo sgomento che tantissimi stamattina mi manifestavano, devono costringerci a riflettere con grande serietà sul tempo che viviamo.
Ambulanza in ritardo da donna colta da malore, ma…quale comportamento da parte dei cittadini?
Perché inaccettabile é anche il comportamento di tanti, nonostante gli appelli reiterati: ieri sera fiumane di ragazzi riempivano i viali della Villa comunale e le strade del nostro centro urbano, assembrati senza la benché minima attenzione.
Inaccettabile é quello che ho visto stamattina in Piazza Garibaldi: tante mascherine, ma tutte rigorosamente sotto il mento.
Inaccettabile é la richiesta di maggiori controlli mentre si disattendono largamente le norme a tutti note.
Io trovo inaccettabile che per la salvaguardia della salute di tutta la comunitá debba essere necessario un vigile o un carabiniere per ogni abitante.
Trovo inaccettabile lo scontro sulla scuola: avrò memoria di quanto si consideri inalienabile il diritto dei nostri studenti alla frequenza delle lezioni, costi quel che costi, alla prossima nevicata.
Ripenso ai mesi trascorsi ad occuparmi di questa emergenza, alle contraddizioni del sistema, alla carenza di tanti servizi, a tutto ciò a cui si sta rinunciando, al dolore di chi non può salutare i propri congiunti, alla solitudine di chi affronta il contagio, alla paura di ammalarsi.
Vorrei gridare, più di tutti voi, che ogni cosa che non funziona come vorremmo è INACCETTABILE.
“Dobbiamo accettare che siamo in una situazione difficilissima, drammatica e inedita”
Ma l’unica cosa che, ci piaccia o no, dobbiamo ACCETTARE è che siamo in una situazione difficilissima, drammatica e inedita.
Tutte le cose che non funzionano richiederebbero che noi, con comportamenti virtuosi, provassimo a mitigare le difficoltà.
La salvezza di una comunità è riposta solo e soltanto nella virtù di ognuno.
Tutte le telefonate e le rimostranze che continuerò a presentare non riporteranno fra noi la signora Maria, né i due anziani nocesi deceduti nella casa di riposo Giovanni XXIII di Alberobello o le persone che stanno perdendo la vita non a causa del Covid ma perché il Covid sta uccidendo anche il nostro sistema sanitario che non riesce piú a garantire cure necessarie a tutti.
Dobbiamo evitare di ammalarci di Covid ed è cosa possibilissima se stiamo attenti sempre e seguiamo le regole imposte.
Dobbiamo avere pazienza nell’attraversare questo tempo buio…la furbizia, la rivendicazione ad ogni costo, la fretta di avere tutto alle spalle, purtroppo, non renderanno meno lunga la notte.”
Per approfondire:
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