Pakistan, le alluvioni uccidono oltre 1000 persone: l’appello della Croce Rossa
Alluvioni in Pakistan: oltre mille persone, tra cui 348 bambini, hanno già perso la vita, più di milione di case sono state fortemente danneggiate lasciando milioni di persone sfollate in grave pericolo e costringendo circa 500 mila persone a vivere in campi di emergenza in tutto il paese
Poi, gli inestimabili danni alle infrastrutture, all’agricoltura e all’allevamento con ponti e strade inagibili, milioni di acri di colture devastate e decine di migliaia di capi di bestiame persi.
Sono gli sconcertanti numeri causati dalle frane e alluvioni dovute alle anomale precipitazioni monsoniche che stanno colpendo il Pakistan nelle ultime settimane, piogge quasi tre volte superiori alla media degli ultimi 30 anni
“Siamo affranti per la tragica perdita di così tante vite, per la miseria e le enormi difficoltà che queste alluvioni stanno causando alla popolazione che ora sta cercando di trovare rifugio nei punti più alti.
Stiamo facendo tutto il possibile per portare le persone in salvo e fornire soccorsi per rispondere ai bisogni primari, ma è necessaria molta più assistenza”, ha commentato il Presidente della Mezzaluna Rossa Pakistana Abrar ul Haq.
La Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello di emergenza da 25 milioni di franchi svizzeri, chiedendo un sostegno globale per fronteggiare l’emergenza presente e le sue future conseguenze.
La Croce Rossa Italiana, già da anni, attiva in Pakistan con diversi progetti, tra cui corsi nelle scuole sulla consapevolezza e conoscenza dei rischi relativi ai disastri, oltre che di primo soccorso, ha deciso di rafforzare il suo impegno, partecipando all’Appello e sostenendo così gli sforzi del Movimento e della consorella Pakistana.
“Ho visitato tantissime case sommerse da acqua e fango. Dentro era tutto distrutto, gli insetti erano ovunque. Qualcuno è riuscito a portare i propri cari e il bestiame su delle alture, qualcun altro non è stato così fortunato”, il racconto di Alexander Matheou Direttore IFRC per l’Asia e il Pacifico.
“Tutti quelli che abbiamo incontrato ci hanno detto che avevano bisogno di cibo e acqua per sopravvivere e di una mano per pulire e riparare le loro abitazioni”.
“Stiamo affrontando – continua- piogge monsoniche quasi tre volte più alte del solito, un altro esempio dell’impatto devastante del cambiamento climatico su alcune delle comunità più povere del mondo.
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Pakistan, le azioni della Mezzaluna Rossa Pakistana
La Mezzaluna Rossa pakistana (PRCS), con sede a Islamabad, è ben radicata in tutto il territorio, con sette sedi provinciali e 67 distrettuali e può contare su più di 3000 volontari attivi, che affiancati dai membri dello staff e coordinati dalla Federazione Internazionale, stanno assistendo 35,000 persone in 15 distretti in Sindh, Balochistan, KP and Punjab ma si sta già lavorando per espandere la risposta all’emergenza ad altre aree colpite. Inoltre, la PRCS, ha avviato una campagna di comunicazione al fine di dare visibilità ai bisogni umanitari delle popolazioni colpite.
Il contributo della Croce Rossa Italiana e l’appello di emergenza della Federazione
La CRI è attiva in Pakistan da tempo attraverso vari progetti, tra cui corsi nelle scuole sulla consapevolezza e conoscenza dei rischi da disastri, il supporto ad un programma di sicurezza stradale e riduzione della mortalità stradale e un programma di promozione dell’impegno civico giovanile e del volontariato, supportando lo sviluppo di un piano per rafforzare le capacità di primo soccorso e lanciare un programma di Commercial First Aid.
In risposta all’emergenza alluvioni sta pianificando di contribuire all’Emergency Appeal (EA) Pakistan, Asia Pacific | Monsoon Floods lanciato dalla Federazione Internazionale con cui si mira a portare supporto a oltre 320 mila persone nelle quattro province più colpite attraverso una raccolta fondi da 25 milioni di franchi svizzeri. Grazie a questo appello, la portata degli interventi sarà estesa a 30-35 distretti.
La Mezzaluna Rossa Pakistana sta attualmente concentrando i propri sforzi sulle aree più colpite, facendo leva sulla presenza e capacità dei suoi comitati territoriali.
La strategia riguarda però anche il futuro, integrandosi con i piani del Governo pakistano e delle Nazioni Unite (ONU), attraverso un adeguato coordinamento tra tutti gli attori coinvolti e puntando anche sul recupero dei mezzi di sussistenza e sulla resilienza delle comunità, in un arco di 16 mesi.
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