Porto Emergenza per l’Ucraina, la terza missione è stata a Leopoli: un’ambulanza e aiuti umanitari ad Intersos

La terza e (per ora) ultima missione di Porto Emergenza, associazione di volontari di Anpas Lombardia, ha avuto come tappa finale Leopoli, in Ucraina

Porto Emergenza per l’Ucraina: la missione a Leopoli

Meta di questa viaggio è stata Leopoli, ma avendo una tappa intermedia: alcuni scatoloni di aiuti umanitari sono stati consegnati anche alla base operativa di Intersos a Przemysl.

Per arrivare i membri dell’equipaggio hanno attraversato l’ Austria, la Repubblica Ceca, la Polonia e per poi sconfinare in Ucraina.

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In missione a Leopoli, in Ucraina: il racconto di Denise, volontaria di Porto Emergenza

“Partenza alle ore 23:50 – racconta la volontaria Denise -.

Intorno alle ore 04.00 circa del 8 aprile siamo giunti in territorio austriaco.

Intorno alle 10 siamo entrati in Repubblica Ceca (unico paese, oltre all’ Ucraina, a non far pagare pedaggi ai mezzi di soccorso umanitario).

Alle 14 circa siamo entrati in Polonia e alle 17.40 siamo arrivati alla sede di Intersos per consegnare del materiale dove ci ha accolto Alexander.

Poi abbiamo soggiornato in hotel a Rzeszow e il mattino di successivo abbiamo ripreso il viaggio verso il confine Ucraino.

Dopo circa un’ ora e mezza di strada siamo passati dalla dogana per i controlli e finalmente, dopo un’ altra oretta circa siamo entrati in Ucraina.

Ancora in dogana erano ben visibili numerose persone, quasi esclusivamente donne e bambini, che lasciavano il Paese e venivano imbarcate su autobus.

Fin da subito ci hanno colpito i militari, erano giovanissimi, tutti armati con kalashnikov”.

“In dogana c’erano delle tende della CRI e dell’ UNICEFF che accoglievano i profughi e controllavano i loro documenti e davano loro un po’ di ristoro”

“Molto evidente, appena poco dopo la dogana era oltre alla lunga fila di auto e camion in uscita, la quantità di camion bisarca in sosta a bordo strada, che avevano appena scaricato carri armati e altri mezzi militari.

Procedendo verso Leopoli abbiamo ci siamo resi conto che nei paesi più lontani dalle città, la situazione, anche generale era molto grave, anche se la guerra in quelle zone, fortunatamente non è ancora arrivata: le case dei più poveri sono di legno con tetti anch’ essi in legno o di eternit, mentre altre abitazioni, un po’ più in buono stato erano di mattoni lasciati grezzi con tetti cono carta catramata o con tegole.

Anche i mezzi di locomozione erano piuttosto vecchi e addirittura abbiamo visto un cavallo trainare un aratro nel campo, mentre un carretto ci ha tagliato la strada.

La strada, molto dissestata, è disseminata di check point con militari o civili che hanno il compito di monitorare i mezzi che transitano e sono sempre in prossimità di postazioni di appostamento fatte con lamiere e/o sacchi di sabbia, e ogni tanto erano presenti oltre ai cumuli di sacchi di sabbia anche i ricci cechi.

Tuttavia in questa parte dell’Ucraina la vita è relativamente normale: è presente il coprifuoco dalle 19 alle 7.

L’ ambulanza, insieme al materiale, sono stati consegnati a Intersos a Leopoli nel primo pomeriggio.

Successivamente ci siamo diretti di nuovo verso il confine , questa volta in direzione Polonia per uscire.

Arrivati a 6/7km dalla dogana, iniziava la fila dei camion in uscita, mentre quella delle auto era lunga circa 3 km.

Dopo circa 3 ore e mezza bloccati in dogana a causa di un lusso di gente molto importante, siamo riusciti ad uscire ed abbiamo proseguito il viaggio in polonia.

Abbiamo pernottato in hotel nella periferia di Cracovia e l’indomani abbiamo intrapreso il viaggio verso l’ Italia”.

Tre missioni, tre viaggi laddove è più necessario un soccorritore: i volontari di Porto Emergenza hanno compiuto il loro dovere? Sì. Ma forse anche qualcosina di più.

I migliori complimenti da tutta Emergency Live.

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Fonte dell’articolo:

Roberts

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