Porto Emergenza: una nuova missione per l’Ucraina, il viaggio a Cracovia (Polonia)
Una nuova missione per far giungere aiuti umanitari in Ucraina, per Porto Emergenza: i volontari, cui si è unita una volontaria della Croce Verde di Viadana, sono partiti alla volta della Polonia
Crisi Ucraina, gli aiuti umanitari di Porto Emergenza
E’ in Polonia, esattamente a Cracovia, che si trova il centro di raccolta e smistamento cui Porto Emergenza fa riferimento.
La Polonia, peraltro, è probabilmente la nazione che più di tutte ha accolto e accudito i rifugiati ucraini, vittime collaterali del fuoco delle artiglierie.
In aiuto dell’Ucraina, il racconto di Porto Emergenza
Venerdì 10 marzo alle ore 20:30, 5 volontari (4 di Porto Emergenza ed una volontaria della Croce verde di Viadana) sono partiti dalla nostra sede con 2 nostri pulmini pieni di scatoloni contenenti medicinali, abiti, materiale sanitario, pannolini, pannoloni,.. per donarli all’associazione di volontariato 4 Peron di Cracovia che raccoglie materiale che in parte porteranno in Ucraina a persone bisognose, ed in parte viene trattenuto da loro in quanto loro stanno ospitando una quindicina di persone scappate dall’ Ucraina.
Questa associazione, “4 Peron”, è nata da un piccolo gruppo di persone che si sono trovate casualmente un po’ di tempo fa, agli inizi del conflitto, al binario 4 a Cracovia, da lì il nome, per aiutare chi fuggiva dalla guerra; dopo aver capito che erano lì per un obbiettivo comune, hanno deciso di iniziare a collaborare ottenendo buoni risultati.
Una volta giunti a destinazione siamo stati accolti calorosamente dai volontari della 4 Peron, che insieme a noi hanno scaricato i pulmini e ci hanno fatto conoscere la loro realtà, indipendente da qualsiasi grande sovvenzione e che svolge un ruolo molto importante.
Abbiamo trascorso alcune ore in compagnia dei volontari e degli ospiti della struttura dove ci hanno raccontato le loro storie, le loro sensazioni provate nel corso di questi mesi e senza ombra di dubbio i loro racconti ci hanno suscitato molte emozioni forti.
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Certamente non sono mancati i momenti di convivialità, come la cena insieme a loro, e anche tra noi stessi.
Missione dopo missione ci rendiamo conto sempre più di quanto siamo fortunati a non esserci trovati in quella situazione spiacevole che stanno passando, purtroppo, molte persone e siamo sempre più consapevoli che l’aiuto verso di loro vada dato non solo nell’immediato dell’ evento, come abbiamo fatto lo scorso anno quando già a marzo siamo partiti con le prime missioni, ma, come abbiamo fatto poi nei mesi successivi con le altre nostre missioni umanitarie e come stiamo facendo tuttora, deve essere protratto nel tempo.
Il nostro supporto, quindi, non andrà esaurendosi, anzi, siamo già al lavoro per pianificare e preparare un altro viaggio sempre con l’intento di donare del materiale a chi questo conflitto non ha scelto spontaneamente di viverlo ma inevitabilmente si ritrova coinvolto.
A noi quindi non resta che rimboccarci le maniche e darci da fare.
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