Pregliasco: “Contro variante Omicron possibile riduzione efficacia vaccino, tra 100 giorni ne arriverà uno aggiornato”
Fabrizio Presgliasco, virologo e presidente ANPAS: “Della variante Omicron ci dobbiamo pre-occupare. Ossia avere nella gestione della variante un approccio organizzato, veloce, rapido e completo. Non è facile. Credo che la variante rientri in un normale processo evolutivo di questo virus”
Fabrizio Pregliasco sulla variante Omicron
“Le perplessità sull’efficacia degli attuali vaccini, per la gestione della variante, sono date solo da modelli sperimentali al computer.
Detto questo è probabile che questa variante sia più contagiosa ed è possibile una riduzione dell’efficacia del vaccino ma non un suo azzeramento.
In Italia siamo ancora in mezzo al guado con la Delta che spadroneggia fra i bambini”.
Così Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, sulla variante omicron nel corso del programma Una Mela al Giorno condotto da Andrea Lupoli e Roberta Sias su Cusano Italia Tv.
La terza dose come necessità per la variante Omicron di Covid-19
“Resta dunque in piedi la necessità di vaccinarsi con la terza dose con questo vaccino e non con quello che ci sarà fra 100 giorni.
Arriva sicuramente perché la tecnologia è semplice da aggiornare.
Dobbiamo rinforzare la nostra protezione con la terza dose per scavallare l’inverno.
Non siamo in una fase dove in enoteca si sceglie fra un rosso o le bollicine.
I due vaccini disponibili (Pfitzer e Moderna) sono sostanzialmente sovrapponibili.
Andiamo nel centro vaccinale e facciamo ‘il piatto del giorno’ quello che c’è disponibile”.
“È probabile che questa vaccinazione sarà da rifare creando polemiche fra i no vax ma ce lo aspettavamo che questo vaccino non avesse una lunga efficacia, così come d’altronde avviene dopo la guarigione.
Questa pandemia ha delle ondulazioni come il sasso in uno stagno, siamo in una fase di rinforzo dell’onda ma spero che con la vaccinazione, con vaccino aggiornato, si avrà un rinforzo della loro immunità nei soggetti più fragili nel corso degli anni”, conclude.
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