Protestano i lavoratori della sanità privata: confermato lo sciopero generale nazionale del 16 settembre
Sanità privata. Dopo le mobilitazioni indette oggi in gran parte d’Italia da parte dei lavoratori della sanità privata per il mancato rinnovo del contratto nazionale, la protesta prosegue anche domani, 1 settembre, sotto la sede dell’Aris a Roma per concludersi con lo sciopero generale nazionale indetto dai sindacati per il 16 settembre.
SANITA’ PRIVATA, 14 ANNI DI MANCATI RINNOVI CONTRATTUALI
Al centro delle mobilitazione c’è la mancata sottoscrizione della pre-intesa raggiunta il 10 giugno scorso sul rinnovo del contratto da parte delle controparti Aiop-l’Associazione Italiana Ospedalità Privata e Aris-l’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari.
In pratica dopo 3 anni di trattative e 14 anni di assenza di rinnovo contrattuale le due associazioni hanno fatto retromarcia, sostenendo l’assenza di condizioni sufficienti a sottoscrivere il contratto in via definitiva.
“Noi continueremo lo stato di agitazione e mobilitazione in vista dello sciopero generale nazionale del 16 settembre.
In ogni caso non ci fermeremo fino a quando il rinnovo del contratto non sarà siglato.
E’ una vergogna che ci sia personale che svolge un compito determinante per garantire la salute ai cittadini a cui non è rinnovato il contratto.
I lavori della sanità privata svolgono un servizio pubblico per conto delle Regioni e la Regione Lazio è una tra le più esposte sotto questo versante”, dichiara Roberto Chierchia, segretario generale della Cisl Fp Lazio.
IL SISTEMA PROTETTO DEGLI IMPRENDITORI DELLA SANITA’ PRIVATA
“Il 50% dell’attività sanitaria pubblica- prosegue Chierchia- che la Regione eroga ai cittadini viene dispensata accreditando l’imprenditore privato al servizio sanitario regionale.
Sono imprenditori che lavorano in un sistema ‘protetto’ di finanziamenti pubblici che arrivano, in questo caso specifico, dalla Regione Lazio.
Chiediamo dunque alla Regione Lazio di rivedere il sistema degli accreditamenti.
E’ indecoroso che coloro che ricevono finanziamenti dal pubblico non applichino ai lavoratori di questo comparto contratti dignitosi.
Domani saremo sotto la sede dell’Aris Lazio, una delle due associazioni datoriali che ha rinnegato la firma della pre-intesa.
Chiediamo al Governo e al presidente Nicola Zingaretti di fare in modo che gli imprenditori che si accreditano con il Servizio sanitario regionale osservino le regole incluso il rinnovo dei contratti che devono essere in linea con quelli della sanità pubblica.
Allo stesso lavoro devono corrispondere le stesse ore e gli stessi diritti. Il 16 settembre sarà sciopero nazionale, e non è detto che la manifestazione non possa svolgersi sotto la Regione Lazio.
Ma è una decisione a cui stiamo ancora ragionando”.
NELLA SANITA’ PRIVATA “GRUPPI IMPRENDITORIALI SENZA SCRUPOLI”
Sui stessi punti interviene Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Fp Cgil di Roma e Lazio: “Le organizzazioni datoriali si stanno confermando come gruppi imprenditoriali senza scrupoli.
Dopo 14 anni di blocco del contratto e firmata di una pre-intesa hanno sostanzialmente rinnegato la firma svilendo ancora di più il lavoro degli operatori sanitari che garantiscono la tenuta del Ssn.
Nel Lazio la sanità privata rappresenta circa il 40% dell’offerta sanitaria regionale.
Noi oggi avremmo voluto ragionare del prossimo rinnovo contrattuale e di come riconoscere a questi lavoratori lo sforzo che hanno sostenuto dentro le strutture durante la pandemia e di come affrontare la prossima emergenza che si sta delineando, e invece ci costringono a queste iniziative di lotta”.
“E’ una vergogna che un sistema imprenditoriale pensi di fare ‘cassa’ con i soldi pubblici.
Il 50% del rinnovo contrattuale sarebbe stato sostenuto indirettamente dalle risorse pubbliche, questo è il punto di equilibrio a cui siamo arrivati durante questi tre anni di trattative- prosegue Cenciarelli-.
Il mio appello è alla presa di coscienza da parte dei cittadini che si discute del rinnovo contrattuale di lavoratori che svolgono il medesimo servizio dei loro omologhi che lavorano nel servizio pubblico e non vedono però riconoscersi gli stessi diritti.
Difficilmente si può arrivare a fine mese con uno stipendio di 14 anni fa, e questo costringe i lavoratori a fare straordinari e a dare una disponibilità esasperata che tanto piace agli imprenditori di casa nostra.
Il privato deve lavorare secondo le stesse regole del pubblico.
Ecco perchè domani saremo sotto la sede dell’Aris Lazio, perché l’Aris nazionale è stata l’organizzazione datoriale, tra le due in questione, che di fatto ha esplicitato il no alla firma mentre l’Aiop nazionale non ha fatto neanche quello.
Il 16 settembre è fissato lo sciopero nazionale, ma non è escluso che prima di questa data ci siano altre iniziative come quelle che abbiamo organizzato durante il mese di agosto”.
“Inoltre alla luce delle recenti dichiarazioni di Confindustria, il mancato rinnovo contrattuale assume un significato ancora più ampio, forse gli imprenditori vorrebbero cancellare il concetto stesso di contratto nazionale?
Non ci stiamo perché per noi è l’unica tutela possibile per il mondo del lavoro.
Ecco che questa nostra battaglia non è di categoria ma di tutti i lavoratori”, conclude Cenciarelli.
TRE ANNI DI TRATTATIVE SERRATE E NESSUNA PRE-INTESA: E’ QUESTA LA SITUAZIONE DEI LAVORATORI DELLA SANITA’ PRIVATA
“Sono 14 anni che aspettiamo il rinnovo del contratto, tre anni di trattative serrate e il raggiungimento di una pre-intesa ma poi il contratto non è stato firmato.
La motivazione addotta dalle parti?
Fin quando le parti, cioè Aris e Aiop, non avranno le delibere di tutte le Regioni non sigleranno il contratto.
Una scusa che tiene poco e che ci ha costretto a dichiarare le sciopero generale nazionale indetto per il 16 settembre.
Ci auguriamo che nel frattempo ci possano ripensare questa è la speranza che abbiamo”, dichiara Michelangelo Librandi, segretario generale della Uil-Fpl.
“Mi auguro che le parti si rendano conto di quello che stanno facendo- prosegue Librandi- non si può dichiarare di essere dalla parte dei lavoratori e poi non rinnovare il contratto, tutto ciò è vergognoso.
Da una parte Aris e Aiop si mettano una mano sulla coscienza e dall’altra al Governo, la politica e le Regioni prendano una posizione netta e ‘stringano’ su queste imprese e dicano piuttosto che rivedranno le politiche degli accreditamenti della sanità privata se i contratti non vengono rinnovati”.
“Con questo accordo ci sarebbe stato un contratto unico per la sanità privata valido per Aris ed Aiop che avrebbe segnato la parificazione economica, almeno sul tabellare, dei contratti tra pubblico e privato.
Dietro a questo contratto non c’era solamente il riconoscimento dei lavoratori ma anche un ridisegno del mondo della sanità privata sempre più complementare con il sistema pubblico”, conclude Librandi.
PER APPROFONDIRE:
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