(Ri)conoscere uno scenario a rischio: cosa fare, come agire
Scenario a rischio, l’importanza di sapere cosa fare. Siamo in estate, in una calda notte pochi giorni prima di ferragosto, al cambio turno delle 19.00; in sede qualcuno sta già preparando qualcosa per cena, in televisione la gracchiante voce di un cronista commenta una partita di calcio di una serie minore locale.
L’autista e l’infermiere sono fuori sul mezzo, intenti ad effettuare la consueta check-list di controllo.
Arriva la selettiva, sul pc car compare laconica la stringa S -C01 – ROSSO AVANZATO.
Ogni operatore 118, di fronte ad un intervento di questo tipo, può fare solo una cosa: cercare di reperire maggiori informazioni.
L’infermiere chiama la CO con il telefono di servizio e l’autista si mette alla guida del mezzo; con i dispositivi di emergenza attivati ci si mette in strada e si cerca di raggiungere il target, senza mettere a repentaglio la propria e altrui incolumità, ma con la massima celerità.
La centrale comunica che in autostrada, all’altezza del Km 209+500 in direzione sud, è stato segnalato dagli automobilisti della corsia opposta un incidente stradale che vede coinvolti più mezzi, tra cui un’autocisterna che giace rovesciata su un lato.
Tralasciando le basilari informazioni sulla guida in emergenza, che sono patrimonio comune di ogni buon autista soccorritore, è opportuno esaminare l’iter procedurale a 1 km circa dal luogo del “crash”.
SCENARIO A RISCHIO, L’AUTISTA SOCCORRITORE DOVRA’ SAPERE ALCUNE COSE
Nell’approssimarsi a questo limite, l’autista dovrà quindi:
- se in autostrada, utilizzare quando possibile le corsie di marcia normale e ridurre la velocità per creare colonna dietro al veicolo ed evitare quindi il sopraggiungere di altri mezzi a velocità sostenuta; per inversioni di marcia o tratti contromano attendere sempre la presenza e l’autorizzazione della Polizia Stradale;
- se strade urbane o extraurbane, prestare sempre la massima attenzione a pedoni e veicoli e mantenere possibilmente una velocità moderata o comunque adatta allo stato della strada e in funzione delle condizioni ambientali e climatiche;
- se ci è stato comunicato un potenziale scenario a rischio (ad esempio, trasporti ADR o RID), prima di giungere sul posto valutare SEMPRE la direzione del vento, posizionandosi sopravento rispetto al luogo del sinistro o del rilascio.
Ma cosa significa valutare la direzione del vento?
La risposta sta nell’individuare rispetto a cosa ci poniamo sopravento, che nel nostro caso è chiaramente il luogo del crash.
I metodi per valutare la direzione del vento sono innumerevoli: un pennacchio di fumo, le cime degli alberi, una bandiera o per i più tecnologici esistono applicazioni (tenendo però conto che necessitano di copertura 3G o LTE) per monitorare la direzione del vento in tempo reale (consiglio vivamente WINDALERT, app gratuita presente sia in versione iOS su Apple store sia per Android su Google play).
GIUNTI SUL LUOGO DI UNO SCENARIO A RISCHIO, LE AZIONI DA METTERE IN FILA
Giunti in prossimità del luogo dell’evento è inoltre opportuno valutare la presenza di eventuali indicatori di rischio:
- più persone a terra prive di coscienza;
- odori insoliti;
- fumi o vapori, magari radenti al suolo;
- volatili o altri animali morti o moribondi;
- decolorazione della vegetazione;
- liquido sull’asfalto;
- incendio;
la cui presenza deve necessariamente suggerire all’ autista soccorritore che lo scenario è fortemente a rischio e che, in ossequio al famoso passo dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (qui), è opportuno mettere in atto ogni forma di possibile autoprotezione.
Di seguito, vengono proposti alcuni casi e relative distanze di sicurezza, valutate empiricamente, che però garantiscono un più che ottimale livello di sicurezza:
PERDITA DI SOSTANZE SENZA INCENDIO
PERDITA DI SOSTANZE CON INCENDIO CHE NON COINVOLGE LA CISTERNA
PERDITA DI SOSTANZE CON INCENDIO
INCIDENTE COINVOLGENTE SOSTANZE RADIOATTIVE, BIOLOGICHE o ESPLOSIVE
Scelta di comune accordo tra i membri dell’equipaggio la distanza più idonea alla situazione, valutata e confermata sommariamente la reale pericolosità dello scenario (forma della cisterna, pannello Kemler, presenza di indicatori di rischio, testimonianza diretta, ecc.) l’equipaggio dovrà poi comunicare alla centrale operativa di riferimento la situazione, richiedendo l’invio dei VVF e delle FF.OO.
FASE DI VALUTAZIONE, LA REGOLA DELLE TRE ESSE
Terminata la fase di attivazione, successivamente si potrà procedere ad una valutazione più approfondita dello scenario, che è possibile riassumere usando la semplice regola delle tre S (sicurezza, scenario e situazione).
Sicurezza: valutazione del rischio evolutivo e auto protezione:
- fermarsi e posizionarsi con l’automezzo a bordo strada, in sicurezza;
- spegnere il motore del veicolo;
- indossare gli idonei DPI a disposizione (elmetto, guanti in nitrile e giubbetto ad alta visibilità, sopra alla prevista uniforme);
- non fumare; non bere o mangiare (in caso di eventuale contaminazione);
- tenere conto del rischio evolutivo (incendi, scoppio, ecc.);
- tenere a debita distanza i bystanders;
- prestare attenzione al rubbernecking.
Scenario: tipologia di evento, danni, luogo, condizioni ambientali, ecc.:
- la tipologia di evento (incidente, sversamento, dispersione, incendio, ecc.)
- la vastità dell’evento e i danni cagionati (quanti e quali mezzi coinvolti, edifici, infrastrutture, ecc.)
- le condizioni del luogo (strade e autostrade, spazi confinati, ecc.);
- le condizioni meteoclimatiche (pioggia, neve, sole, ecc.);
- le condizioni generali dello scenario (terreno accidentato, fango, detriti, rottami, ecc.);
- le condizioni ambientali (rumore, buio, ecc.);
- tenere sempre considerazione del vento (potrebbe cambiare).
Situazione: dinamica, causa, numero di vittime coinvolte:
- il tipo di sinistro (frontale tra automezzi, tamponamento, ecc.)
- la descrizione dell’evento (incidente, scoppio di un pneumatico, malore del conducente, ecc.);
- Le persone presumibilmente coinvolte (valutando anche la possibilità di contaminazione delle stesse);
- Gli eventuali PROBABILI deceduti (ai sensi del DPR 10 settembre 1990, n. 285).
Effettuate le valutazioni sopra descritte, l’equipaggio rimarrà in stand-by, in attesa dei Vigili del Fuoco (per il soccorso tecnico urgente e quindi la “messa in sicurezza dello scenario”) e le FF.OO. (gestione della viabilità, perimetrazione dell’area, rilievi e adempimenti di legge).
Una volta giunti sul posto i Vigili del Fuoco procederanno alla gestione dell’intervento seguendo le apposite POS (procedure operative standard) che prevedono, ai fini di una corretta gestione e risoluzione dell’intervento, l’applicazione del cosiddetto processo ad 8 passi, che solo al punto 6 (realizzazione operativa dell’intervento), consente il concorso del team sanitario (fermo restando eventuali esigenze di decontaminazione sanitaria dei coinvolti).
L’intervento, come di rito, deve assolutamente concludersi con il debriefing di tutti gli attori coinvolti.
AVVERTENZE PARTICOLARI: non sempre uno scenario “critico” è così palese.
Basti pensare ad esempio ai vettori che trasportano quotidianamente radiofarmaci su gomma.
Tali vettori di norma utilizzano mezzi leggeri che se coinvolti in un incidente o peggio in un incendio difficilmente possono, a colpo d’occhio, darci reale contezza del pericolo.
I radiofarmaci, ai sensi del D.Lgs. 29 maggio 1991, n. 178, sono “tutti quei medicinali che quando pronti per l’uso, includono uno o più radionuclidi incorporati a scopo sanitario”. I radiofarmaci sono classificabili in due categorie:
- Per terapia (che emettono radiazioni beta)
- Per diagnosi (che emettono radiazioni beta o gamma)
Tali radioisotopi, in condizioni normali, sono sigillati e pressoché innocui. Il rischio si materializza qualora gli stessi siano eventualmente sottoposti all’azione delle alte temperature di un incendio, dal quale potrebbero generarsi polveri radioattive, altamente contaminanti e soprattutto molto pericolose in caso di ingestione o inalazione.