Soccorso ed elicotteri, intervista al fotoreporter Dino Marcellino
Giunto alla pubblicazione del suo terzo libro sull’attività svolta dagli elicotteri nel mondo del soccorso, Dino Marcellino racconta ad Emergency Live la sua esperienza di fotoreporter. Un’intervista che racchiude aneddoti, testimonianze di vita vissuta a fianco dei soccorritori, editoria e fotografia, tutto questo e molto altro per documentare l’attività di chi ogni giorno vola per salvare vite.
Perché pubblicare libri sull’elisoccorso?
Il mondo dell’aviazione è senza dubbio affascinante. Sin dalla sua nascita suscita interesse e passione, non solo agli addetti ai lavori, ma anche ad una foltissima platea di appassionati e curiosi.
E’ però un mondo, quello dell’aviazione, non così facilmente avvicinabile, se non per i voli civili divenuti del tutto popolari. Di conseguenza l’aviazione beneficia da sempre di una notevole attività editoriale, quasi totalmente rivolta all’ala fissa, ed in particolare al settore militare.
Non altrettanta attenzione ha riscosso il mondo dell’ala rotante, sia perché di più recente sviluppo (dopo la seconda guerra mondiale), sia perché da molti, per molto tempo, ritenuto un settore di scarso interesse.
L’elicottero è una macchina complessa ma con enormi potenzialità e campi di utilizzo. Lo sviluppo tecnologico ha consentito una rapida crescita delle performance e dell’affidabilità, permettendone così una rapida diffusione negli ultimi decenni.
Ed è proprio questa sua flessibilità di impiego e di utilizzo in una miriade di lavori differenti, sovente eseguiti in favore della collettività, che ne ha decretato il successo anche agli occhi del grande pubblico.
Nonostante ciò l’editoria specializzata ha trascurato il settore elicotteri, ed è per questo che ho ritenuto che fosse giunto il momento di dedicare a questo settore delle pubblicazioni a tema. La scelta dell’argomento elisoccorso è dovuta a diversi fattori; è sicuramente l’impiego più vicino alla gente comune, ed anche l’attività che concentra al massimo livello competenze professionali e tecnologia fornite da settori differenti che lavorano in sinergia: aeronautico, medico, soccorso alpino. Non ultimo ritengo che il fattore umano sia fondamentale in questa attività, ed è anche l’aspetto più difficile da trasmettere al lettore.
Scrissi il mio primo libro, SOS Italian Helicopter Rescue Operations from Mediterranean Sea to Mont Blanc, in lingua inglese su richiesta del mercato d’oltralpe.
Nonostante ciò il libro ha riscosso notevole interesse anche in Italia, da qui la scelta di proporre il mio secondo volume, Elisoccorso sulle Alpi, anche in lingua italiana. A conferma dell’attenzione del mercato per il settore elicotteri, ed in particolare del soccorso, questo secondo libro è andato esaurito in breve tempo.
Ora il nuovo libro, dal titolo Elicotteri al lavoro, offre una più ampia visione del mondo dell’ala rotante.
Alcuni capitoli integrano i precedenti libri nella conoscenza dell’elisoccorso, ed in particolare dei più recenti sviluppi quali il volo notturno e l’utilizzo dei visori NVG. Altri capitoli trattano argomenti di pubblica utilità quali l’antincendio boschivo ed il disgaggio valanghe, a conferma della vocazione ‘umanitaria’ di questa macchina. Inoltre il lettore può andare alla scoperta di lavori affascinanti e spettacolari quali la costruzione di linee elettriche, l’eliski, il Trofeo Mezzalama, il soccorso in acqua con cani da salvataggi, i voli shuttle ai Gran Premi di Formula1 e MotoGP.
E gli argomenti non sono esauriti; l’elicottero ed il mondo che gli ruota attorno, od i suoi rotori che ruotano attorno al mondo, merita senza dubbio future attenzioni. Ecco perché ho ritenuto doveroso affrontare il tema elisoccorso e, più in generale, elicotteri.
Quali ritiene che siano state le esperienze più significative che ha riportato all’interno dei libri?
Ogni attività di volo è un’esperienza unica ed irripetibile, amo definirle ‘gocce di vita’.
Detto ciò, nell’ambito dell’elisoccorso l’aspetto umano è senza dubbio preponderante, e non vi è missione che non comporti un coinvolgimento emotivo. Le situazioni possono essere le più disparate, da un soccorso ‘di routine’ di una persona in difficoltà per un trauma minore fino al decesso del paziente durante il soccorso stesso.
Ma le situazioni più toccanti sono quelle che coinvolgono bambini e giovani vite. Situazioni nelle quali si fa fatica anche a fare il lavoro di foto-reporter, nei cui panni ci si sente di troppo e si lavora con assoluta discrezione. Io personalmente mantengo un profilo estremamente rispettoso, sia nei confronti del paziente che dei parenti e delle altre persone coinvolte; se necessario, per mia etica personale, rinuncio a documentare quanto avviene, anche se potrei farlo essendo autorizzato ed anche a costo di perdere lo ‘scatto’ della vita.
Quali sono stati gli aspetti più critici di queste collaborazioni?
Se per criticità ci si riferisce all’aspetto umano faccio riferimento a quanto scritto al punto precedente.
Per quanto riguarda il documentare l’attività, reale ed in addestramento, sovente ci si ritrova ad affrontare situazioni disagevoli, sia dal punto di vista ambientale che climatico.
Ad esempio mi capitò di partecipare ad una ricerca in valanga di quattro sciatori dispersi. Il pilota dell’elicottero mi propose di lasciarmi nei pressi dei soccorritori che stavano effettuando la ricerca con le sonde, questo sia per favorire me nella ripresa delle immagini sia perché così facendo avrebbe alleggerito l’elicottero per i suoi voli in quota. Se non che il saltare dall’elicottero in hovering sul manto nevoso significò finire immerso nella neve fino al torace, e da lì non riuscire più a muoversi !!!!
Per fortuna riuscii con uno scatto istintivo a sollevare le macchine fotografiche sopra la testa, così se non altro un paio di ottimi scatti riuscii a realizzarli. Venni poi recuperato nello stesso punto dall’elicottero ed issato a forza a bordo…
Un altro aneddoto ‘freddo ed umido’ fu quella volta che andammo a soccorrere uno sci-alpinista infortunato in alta quota. In realtà si trattava di due persone, una con danni fisici e la seconda in stato di confusione. Il team di soccorso li prese a bordo dopo le dovute cure, ma il problema fu che non c’era più posto per me… così rimasi a terra, anzi sulla neve, ed un soccorritore rimase con me per sicurezza. Fummo recuperati da una motoslitta con annesso taboga, per un ritorno anche divertente alla base.
In stagioni decisamente più calde una esperienza indimenticabile fu l’essere trasportato appeso al gancio baricentrico con la long-line e depositato su una cengia su di una parete scoscesa. Un pizzico di adrenalina ma con serenità dovuta al fatto di essere accompagnato e ‘gestito’ dai soccorritori del Soccorso Alpino, più in buone mani di così non si può.
Dal punto di vista meramente fotografico le difficoltà maggiori sono date dal lavorare ‘in action’ in situazioni ambientali esigenti: il freddo intenso in alta quota dove nonostante i guanti le dita si irrigidiscono e fai fatica a gestire la macchina fotografica; oppure la neve sollevata dal rotore dell’elicottero, gli obbiettivi che si appannano e bagnano.
Anche i frequenti sbalzi di quota sono impegnativi dal punto di vista fisico: ricordo quella volta che mi imbarcai a quota 1200 metri e dopo pochi minuti venni lasciato a 3500 metri, dovendomi muovere velocemente sul terreno per liberare lo spazio per l’arrivo di altri elicotteri. Con il mio zaino a spalle, pesante, percorrere a passo spedito qualche decina di metri in salita mi mandò in evidente affanno.
Come si è svolta la giornata al fianco dei soccorritori?
L’approccio è simile, ma non uguale, per tutte le organizzazioni. Indubbiamente un reporter a bordo è un elemento di disturbo, ma gestibile. Per difficoltà tecniche degli interventi, o per numero di persone, sovente non è possibile partecipare a tutte le missioni che si prospettano nell’arco della giornata, e per quelle fattibili occorre adeguarsi strettamente a quanto indicato dall’equipaggio.
La corretta premessa all’attività di volo è partecipare al briefing del mattino con tutto l’equipaggio, occasione per conoscere le persone e la situazione ambientale. Quindi, di solito a cura del pilota e del verricellista, si fa un briefing dedicato al reporter presso l’elicottero: posizione a bordo, quando salire e scendere, equipaggiamenti di emergenza, come muoversi in caso di atterraggio forzato, ecc.
Da quel momento in poi si è parte dell’equipaggio, e si può vivere appieno una attività così speciale, sempre tenendo presente che lo scopo dei voli è soccorrere e non raccontare l’evento, quindi prioritario il non essere d’intralcio al team di soccorso.
Ha già fatto 3 pubblicazioni, ha in previsione altre collaborazioni di questo tipo? Sempre nel settore elisoccorso od anche in altri ambiti?
Partecipare ad attività di volo operative, e realizzare il materiale fotografico e la documentazione necessaria per la stesura dei testi, richiede molto tempo, numerose uscite sul territorio, talvolta occorre ritornare negli stessi posti per fare un lavoro ‘saltato’ causa avverse condizioni meteo o talvolta per problemi organizzativi.
Per dare un’idea il materiale utilizzato per i tre libri sin qui pubblicati è stato realizzato in un arco temporale di otto anni. In questo lasso di tempo ho comunque realizzato numerosi altri lavori ancora inediti, che sono alla base di due nuovi progetti. Sto lavorando alla realizzazioni di altri reportages volti ad integrare il materiale in mio possesso, e ritengo che entro la fine del 2018 un nuovo volume potrebbe vedere la luce. Non posso dire molto di più, ma sarà innovativo rispetto ai precedenti, altrettanto affascinante e con una larga componente dedicata al soccorso aereo sia su terra che su mare.