"Specializzandi da soli sulle automediche, Ausl così risparmia medici', la Procura indaga
Automediche nel mirino. Dopo quella che non sarebbe riuscita ad arrivare al domicilio di una donna, stroncata da infarto nel suo appartamento sull’Appennino – e finita al centro di un esposto in Procura fare chiarezza sui soccorsi – si apre il tema degli specializzandi che spesso viaggerebbero da soli a bordo delle vetture in dotazione al personale del 118, senza essere affiancati da un medico abilitato come dovrebbe essere. A sollevare l’allarme è Francesco Biavati, presidente regionale e provinciale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) di Bologna, che nei giorni scorsi ha presentato un esposto alla Procura di Bologna su questo problema.
Ora gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta (al momento conoscitiva) e cercheranno di chiarire come stanno le cose. Ma Biavati non ha dubbi: “Per fare il medico del 118 serve uno specifico attestato, non basta essere medici. Bisogna aver fatto uno specifico corso, per cui anche questo rende la cosa illegale”.
Da un lato, dunque, “gli specializzandi per legge dovrebbero essere sempre affiancati da un tutor e non operare da soli, dall’altro per salire sulle macchine del 118 dovrebbero aver fatto uno specifico corso”. Secondo Biavati, il fatto che gli specializzandi in Anestesiologia e Rianimazione siano soli a bordo delle auto del 118 “si verifica all’incirca nel 20-30%” dei casi e questo permette all’Ausl “un risparmio di soldi”. Sulle auto mediche, infatti, “dovrebbero salire o medici dipendenti o medici convenzionati. Utilizzando gli specializzandi in modo illegale, l’Ausl risparmia da quattro a sei medici strutturati”. Di fatto – per Biavati – così facendo si sostituisce il personale strutturato a bordo delle auto medicalizzate e l’utilizzo degli specializzandi, dunque, che dovrebbe essere formativo, finisce per essere a tutti gli effetti sostitutivo. Questo perchè – rincara lo Snami -non ci sarebbe personale strutturato sufficiente a coprire tutti i servizi.
Nell’esposto depositato in Procura, temporalmente, si parla dell’ultimo anno, ma in realtà “sembra che le cose funzionino così da una decina di anni”. La questione è venuta a galla solo ora, spiega Biavati parlando alla ”Dire”, perchè “alcuni specializzandi che avevano fatto questi turni, terminata la specialità, hanno chiesto di fare il medico del 118, ma gli è stato risposto che dovevano fare un corso e ottenere prima l’attestato”.
Sulla denuncia dello Snami, l’Ausl interviene spiegando che l’impiego degli specializzandi sulle auto del 118 avviene “in piena coerenza con i criteri che caratterizzano i percorsi professionalizzanti” che prevedono “vari gradi di autonomia” e rimanda la cosa all’accordo tra Ausl e Alma mater.
L’attività degli specializzandi a bordo delle auto mediche, si legge nella nota dell’Azienda sanitaria, “si svolge in base all’accordo tra Ausl e Alma Mater di Bologna, a conclusione del percorso formativo della Scuola di specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva”.
“Gli specializzandi – aggiunge l’Ausl – operano all’interno della rete dell’emergenza pre-ospedaliera cittadina, in piena coerenza con i criteri che caratterizzano i percorsi professionalizzanti, che prevedono gradi di autonomia professionale crescente con la disponibilità di tutor clinici, come per tutte le diverse discipline”.
Fonte: BolognaToday