Torino, pioggia di multe alle ambulanze: soluzioni (che non risolvono) ad un problema che colpisce i soccorritori
Multe alle ambulanze, non una novità assoluta, in Italia. Ed è triste. A Torino gli autisti e i membri degli equipaggi di ogni autoambulanza vengono colpiti da un cecchino infallibile (e stupido): il t-red.
I mezzi di soccorso, infatti, vengono segnalati ad ogni loro passaggio in zone specifiche della viabilità, e le raccomandate contenenti le multe della polizia municipale sono cominciate letteralmente a piovere.
MULTE ALLE AMBULANZE, UNA CROCE DIFFICILE DA PORTARE (E SOPPORTARE)
A pagare più di tutte è stata la Croce Verde di Villastellone, con 33 verbali di sanzioni amministrative: ogni multa era di 224 euro, per un totale di 7.392 euro.
La situazione non è di oggi e, come riporta la stampa locale (compresa, per l’appunto, La Stampa), aveva al limite avuto una breve tregua di un mese.
Come conseguenza il presidente della Croce Verde di Villastellone, Marco Mortara, aveva presentato ricorso, contro le multe: gli autisti di ambulanza erano volontari ANPAS, il timore è stato che fossero le loro patenti, ad essere decurtate di punti, se non peggio.
E non che il timore fosse campato in aria: la Croce Reale di Venaria, che ha presentato i documenti del conducente di autoambulanza sanzionato, si è vista comminare una decurtazione di ben 24 punti dalla patente (dell’autista soccorritore).
Gli autisti stessi dei mezzi di soccorso hanno fatto ricorso contro la decurtazione, ma questo non ha fermato la pioggia di multe.
Pioggia, par condicio docet, che ha bagnato anche la locale Croce Rossa, che ne riceve fino a dieci alla settimana.
AMBULANZE MULTATE, E SE LA SOLUZIONE GIUNGESSE DA UNA SENTENZA… “LAGUNOSA”?
Il tema toccato dal dispositivo elettronico che regola le entrate nelle zone a traffico limitato, il T-Red, è quello del carattere di urgenza dell’intervento.
Essenzialmente le autoambulanze vengono multate se l’intervento non è in emergenza.
In tal senso, ma siamo certi che i legali investiti del caso di tutto abbiano bisogno tranne che dei suggerimenti di un quotidiano scientifico online, in soccorso dei soccorritori potrebbe giungere la sentenza del Consiglio di Stato recentemente emanata per un’altra Croce Verde, quella di Adria.
In essa la magistratura, che trattava il tema dei trasporti sanitari urgenti, entrava nel merito della definizione degli stessi.
Era impossibile, o quantomeno molto difficile, definire l’urgenza di un intervento rispetto a tutta una serie di pazienti, categorie a rischio aprioristicamente, in quanto soggetti latori di più patologie.
Abbiamo riassunto grossolanamente la sentenza, l’articolo relativo è comunque in coda, assieme ad altri, per un approfondimento del lettore.
Non bastasse quanto sopra, occorre sempre tenere conto che siamo in Italia.
E quindi che alla domanda “che significa ambulanza in emergenza?” la risposta è un amaro sorriso.
Già, perché il T-Red non è in grado di percepire i lampeggianti del mezzo di soccorso, e la stessa Polizia torinese riceve le foto del fallace marchingegno.
Lo ha ammesso la Municipale in risposta alla lettera di un avvocato delle parti che segue i ricorsi alle sanzioni comminate.
Come risolvere la questione?
Walter Candela, responsabile della Croce Verde di Venaria, una proposta l’ha fatta: i T-Red potrebbero operare come le Ztl, riconoscendo alcune targhe e concedendo loro l’accesso. O in alternativa potrebbero essere dotati di riconoscimento di sonoro, per agevolare il riconoscimento dell’ambulanza.
Nota a margine, l’amministrazione comunale ha disposto che ai sette T-Red già esistenti ne vengano affiancati altri.
Che l’obiettivo sia di arrivare a multare direttamente le ambulanze della Regione Puglia, creando a quel punto un circuito virtuoso di flusso economico tra pubbliche amministrazioni?
Più seriamente: laddove un’ambulanza non può arrivare (vedi caso di Seui) a pagarla cara è il paziente: questo è un fattore che forse a Torino dovrebbero considerare.
PER APPROFONDIRE:
LA SODDISFAZIONE DI CROCE ROSSA ITALIANA PER LA SENTENZA SU CROCE VERDE ADRIA E ANPAS