Toscana, la denuncia Nursind: “niente vaccino anti Covid per gli infermieri del 118 e nelle RSA”
La prima fase di somministrazione del vaccino anti Covid agli infermieri, ai medici e ai volontari del 118 o distribuiti sul territorio non si è dimostrata priva di pecche
Anche in Puglia operatori sanitari hanno evidenziato un limite concettuale grave, cioè l’esclusione dalla prima fase di vaccinazione COVID-19. A fronte però della copertura di dipendenti ospedalieri di ambito impiegatizio e non a contatto di pazienti Covid.
Ed è però il soccorritore 118 il primo contatto del paziente Covid o sospettato Covid+ con il Sistema Sanitario Nazionale, quasi immancabilmente.
Vaccino anti Covid al personale 118 e delle Rsa, la denuncia del sindacato Nursind in Toscana
In Toscana a denunciare questo non sense è stato il sindacato autonomo degli infermieri Nursind: “Esclusi dalla prima tranche di vaccini gli operatori sanitari che operano sul territorio, tra cui i professionisti del 118, gli infermieri di famiglia e di comunità, coloro che lavorano nelle rsa e nelle usca, le unità speciali di continuità assistenziali chiamate a prestare assistenza ai malati covid a domicilio.
In pratica si stanno dimenticando le categorie altamente a rischio.
E’ una situazione paradossale e ingiusta – afferma ai media locali il segretario regionale Giampaolo Giannoni –.
La piattaforma regionale attraverso la quale gli operatori sanitari possono prenotare il vaccino di fatto dà la priorità a chi lavora in ospedale, indipendentemente dal reparto, e impedisce a chi opera sul territorio, in prima linea contro il Covid, di accedere alla prenotazione”.
Vaccino agli infermieri 118, il tentativo di alcune singole aziende
“Alcune aziende stanno cercando di sopperire a tale situazione attraverso prenotazioni interne – aggiunge Salvatore Sequino, coordinatore Nursind Toscana Centro – ma riescono a soddisfare solo parzialmente le richieste.
E’ necessario modificare subito il sistema per rendere accessibile il vaccino a tutti gli operatori sanitari, nonché aumentare le sedute di vaccinazione e valorizzare il personale addetto alle vaccinazioni, impegnato in un vero tour de force”.
“Ancora una volta come categoria professionale ci sentiamo messi in coda – attacca Sequino – nonostante il ruolo giocato dagli infermieri nel contrasto alla pandemia”.
Per approfondire:
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