Traffico di migranti: M5S accusa MOAS e tutte le altre sigle europee, andando ben oltre la calunnia
Dopo il mantra “è colpa dell’Euro” arriva il mantra “è colpa del MOAS”. Il populismo prende uno dei più grandi fra i gruppi che operano nel Mediterraneo per supportare l’operazione Frontex e impedire così che migliaia di migranti muoiano in mare aperto, e li accusa nemmeno troppo velatamente di traffico di migranti. Ma oltre all’attacco politico-populista, non c’è una proposta di soluzione alternativa. Qualcuno si è mai posto il problema di capire chi siano gli operatori umanitari che vivono e lavorano nel cuore della crisi dei migranti e perché stiano lavorando così?
ROMA – Davanti agli sbarchi di migliaia di immigrati, la politica populista italiana ha scelto ancora una volta la strada più breve e più semplice. Attaccare chiunque, senza provare a fornire soluzioni. A Pasqua – per motivi su cui sta indagando la Procura della Repubblica – il Mediterraneo è stato teatro di una massiccia operazione di esodo dalle coste libiche a quelle italiane. Durante queste operazioni è apparso piuttosto chiaro che le partenze sono state massive e ben organizzate. I salvataggi hanno superato le 2 mila persone ogni 24 ore. Il MOAS in questo frangente ha assistito 9 imbarcazioni cariche di migranti per un totale di 2.074 migranti tratti in salvo da barconi di legno, gomoni e bagnarole.
Mentre il fondatore del MOAS ha dichiarato che “Nessuno ha visto nulla del genere prima d’ora. Le operazioni sono ancora in corso e una nuova imbarcazione è stata avvistata questa mattina presto. Dobbiamo ringraziare la professionalità e l’impegno senza sosta del nostro equipaggio per le tante vite tratte in salvo nella giornata di oggi” la politica italiana ha scelto di attaccare con forza i soccorritori.
“In 72 ore sono arrivati circa 8.000 migranti” ha scritto sul suo blog Beppe Grillo “nel 2017 con questi numeri gli sbarchi potrebbero raddoppiare”.
ATTACCO ALLE ONG EUROPEE
L’obiettivo del M5s è chiarissimo: attaccare MOAS, Croce Rossa e organizzazioni di soccorso europee. Senza mezzi termini (usando un condizionale che appare imbarazzante anche al più innocente dei comunicatori) Beppe Grillo denuncia apertamente queste associazioni come parte di un progetto che è dedito al traffico dei migranti.
PERCHÉ PARLIAMO DI TRAFFICO E NON DI TRATTA?
Abbiamo scelto di esplicare meglio le accuse di Grillo perché l’informazione sia il più chiara possibile, con le più chiare conseguenze penali possibili. Secondo quanto affermato nel Protocollo addizionale contro il traffico di migranti via terra, via mare e via aria, l’espressione traffico di migranti indica “procurare – al fine di ricavare, direttamente o indirettamente, un vantaggio finanziario o materiale – l’ingresso illegale di una persona in uno Stato parte di cui la persona non è cittadina o residente permanente”. Leggendo le seguenti parole copiate dal blog di Beppe Grillo, vi renderete conto che l’accusa – infamante – ai danni delle ONG è piuttosto grave:
“L’escalation di arrivi negli ultimi giorni potrebbe non essere casuale. Insomma, potrebbe esserci dietro una regia e a dirlo non è il M5S, bensì anche un’inchiesta aperta dalla Procura di Catania. Oltre ai trafficanti di esseri umani in Libia, sta emergendo la questione delle navi di alcune Ong private che soccorrono in mare sistemandosi al limite delle acque territoriali libiche (o spingendosi addirittura all’interno). Parliamo di circa una dozzina di ONG tedesche, francesi, spagnole, olandesi, e molte di queste battono bandiere panamensi o altre “bandiere ombra”. Se ne starebbero “parcheggiate” a Malta, per poi avvicinarsi a poche miglia dalle coste libiche, e sempre nella stessa area molto circoscritta in prossimità di Tripoli. Caricano i migranti -salpati su gommoncini economici adatti a percorrere quelle poche miglia-, e poi li consegnano ai porti italiani prima di ritornare alla loro base maltese”.
Quello che fa il M5S è descrivere apertamente l’attività delle ONG come un’azione di un traffico di migranti, e non come un’azione coordinata da Frontex e dalla Marina Italiana per evitare nuove stragi nel mediterraneo. Questo è ovviamente utile per attaccare il Governo, colpevole di spendere più di 4.6 miliardi nel 2017 per la gestione dei migranti, e di non aver portato a casa una riduzione dei flussi migratori dall’Africa.
E’ difficile far ragionare una persona che parla senza avere cognizione di causa, conoscenza dei fatti, attenzione nella ricerca di soluzioni adeguate ad un problema che coinvolgerà – nel triennio 2017/2020 – 20 milioni di africani. Non ci proveremo nemmeno. Per chi reputa queste affermazioni di Grillo vere e meritorie di attenzione, l’articolo può fermarsi a questa riga.
Per chi invece vuole capire un po’ meglio cosa succede in Africa e capire perché MOAS e altre sigle internazionali come Croce Rossa lavorano nel Mediterraneo per evitare che le persone muoiano annegate in mare, ecco il comunicato di MOAS del marzo scorso, quando è iniziata la campagna mediatica contro il volontariato umanitario che cerca di operare nel mediterraneo sulla tratta dei Migranti che attraversa il canale di Sicilia. Al momento MOAS non aggiunge altro sulla questione, riservandosi prossimamente di intervenire in merito a queste accuse da parte del M5S rivolte a tutte le associazioni europee.
MOAS è un’organizzazione che opera dal 2014, le cui attività sono cominciate in concomitanza e collaborazione con la missione Mare Nostrum, lanciata nello stesso periodo nel Mediterraneo Centrale. MOAS è stata fondata e ha sempre operato nel rispetto del Diritto Internazionale del Mare e della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), in collaborazione con tutte le organizzazioni private e autorità pubbliche coinvolte nella Ricerca e Soccorso in mare, e sotto il coordinamento del Centro Italiano di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC). Per oltre 3 anni, MOAS ha operato in diverse aree del mondo, traendo in salvo oltre 33mila persone in serio pericolo di vita.
Per rispondere alle recenti accuse mosse all’interno della stampa Italiana ed internazionale, MOAS afferma quanto segue:
Secondo quanto riportato nell’Analisi Strategica pubblicata nelle scorse settimane dall’agenzia Europea Frontex, la presenza in mare da parte di “tutte le navi di Ricerca e Soccorso (SAR)” – operate tanto dalle autorità pubbliche Italiane ed Europee, quanto dalle organizzazioni private – ha determinato un cambiamento nel modus operandi dei trafficanti tale da “aiutarli in maniera non intenzionale a raggiungere i loro obiettivi”. Pertanto, contrariamente a quanto riportato in diversi organi d’informazione, all’interno dell’Analisi Frontex non vi è alcuna accusa di collusione o cooperazione tra le ONG di Ricerca e Soccorso e le reti dei trafficanti. In un comunicato stampa pubblicato lo scorso 16 Novembre, MOAS era giunta a conclusioni corrispondenti a quelle contenute nel rapporto Frontex.
L’esperienza maturata in questi anni ci ha resi consapevoli che persone disperate continueranno a tentare di attraversare il mare ad ogni costo, indipendentemente da ogni tentativo fatto per fermarle; a meno che non vengano garantite loro vie sicure e legali per raggiungere la salvezza, o migliori condizioni di vita nei paesi d’origine.
Il lancio delle operazioni di MOAS all’inizio del periodo estivo coincide con il miglioramento delle condizioni climatiche e, di conseguenza, con il numero di attraversamenti che da queste dipendono. È necessario partire da questo presupposto per comprendere l’aumento del numero di operazioni di soccorso condotte da MOAS e dalle altre ONG a partire da Giugno, come riportato nel rapporto Frontex, e per comprendere che questo dato non costituisce in nessun modo una prova del cosiddetto “pull factor”.
MOAS è una fondazione maltese riconosciuta dalla “Commissione per le Organizzazioni di Volontariato” (VO-0939) di Malta, la cui contabilità viene delegata ad un commercialista esterno all’organizzazione (PwC) e controllata ogni anno da un’apposita commissione per le organizzazioni senza scopo di lucro. I registri dell’organizzazione sono pubblici e possono essere consultati sul nostro sito. MOAS ha sempre condotto analisi approfondite sui propri donatori, sponsor e partner, seguendo un rigoroso codice etico nelle proprie attività di raccolta fondi e finanziamento da fonti pubbliche e private.
Prima ONG ad aver condotto operazioni di Ricerca e Soccorso nel Mediterraneo, MOAS è orgogliosa di aver inspirato alcune delle più grandi organizzazioni internazionali al mondo a fare lo stesso, e di aver partecipato ad una risposta unitaria per riempire un vuoto lasciato dalle autorità statali.
MOAS continuerà a chiedere alle autorità e ai paesi Europei di impegnarsi a costituire vie sicure e legali per coloro che hanno disperato bisogno di protezione internazionale, come modo migliore per prevenire l’inutile perdita di vite in mare.
Finchè tali misure non verranno applicate, e finchè ci saranno ancora bambini, donne e uomini talmente disperati da tentare di attraversare il mare ad ogni costo, MOAS continuerà la propria missione di soccorso in mare.
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