Tragedia sul Gran Sasso: travolti e uccisi due alpinisti
Due persone sono morte travolte da una valanga sul Gran Sasso, a quota 2.400 sul Corno Piccolo, in località Prati di Tivo.
Decine di salvataggi e recuperi, tante imprese sportive difficili dalle quali era sempre tornato senza perdere l’entusiasmo e la voglia di tornare sulle vette. Ha perso la vita sulla sua montagna, quel Gran Sasso dove accompagnava, come questa mattina, tanti appassionati. E dove neanche un mese fa aveva partecipato al recupero delle salme dei due giovani alpini morti durante un’escursione. Pino Sabbatini, guida alpina e volontario del Corpo nazionale Soccorso Alpino (Cnsas) Abruzzo, stavolta non ha potuto salvare se stesso nè il compagno di escursione, l’amico David Remigio.
Una piccola, ma insidiosa valanga, li ha travolti sul Corno Piccolo verso le 13. Solo pochi minuti prima aveva pubblicato su Facebook una foto da lassù. L’ultima immagine di sè sorridente sulla montagna. Sabbatini, 50 anni, teramano, era tecnico di elisoccorso e capo della stazione Cnsas di Teramo. Un esperto. Lui e Remigio erano partiti da Prati di Tivo e stavano arrampicando lungo il Canale di mezzo, con piccozze e ramponi, in conserva, quando sono stati travolti dal distacco di una cornice di neve, provocato non si sa ancora se dall’innalzamento della temperatura o da escursionisti che si trovavano più in alto.
Mentre scivolavano nel dirupo per oltre 300 metri, qualcuno ha assistito alla scena e ha allertato il Soccorso Alpino. Le squadre di terra sono arrivate in breve tempo sul posto, raggiunte poi da elicotteri del Soccorso alpino della Forestale partiti da Pescara e da Rieti e da unità cinofile. Ma a nulla è valsa la tempestività dei soccorsi. Troppo seri i traumi riportati nella caduta. Il medico del 118, che ha raggiunto la zona a bordo dell’elicottero decollato dall’Aquila, non ha potuto far altro che accertare la morte dei due.
I corpi sono stati trasferiti all’obitorio dell’ospedale di Teramo. «Profondo rammarico e commozione per l’improvvisa perdita di Giuseppe (Pino) Sabbatini, guida alpina teramana di navigata esperienza e tecnico di elisoccorso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico» recita una nota diffusa nel pomeriggio dal Cnsas. E sulla bacheca del suo profilo Facebook si susseguono messaggi di amicizia, cordoglio, incredulità per la prematura scomparsa. Pino Sabbatini era molto conosciuto, come pure la sua famiglia: due figlie campionesse di atletica e la moglie, agente del Corpo Forestale dello Stato.
Lo stesso social network conserva il ricordo dei giorni in cui Sabbatini era impegnato nell’arduo recupero, durato cinque lunghi giorni, delle salme dei due alpini di stanza all’Aquila, Giovanni De Giorgi e Massimiliano Cassa, partiti per un’escursione da Campo Imperatore e scivolati in un canalone a quota 2500 metri: un’altra, suggestiva foto del Gran Sasso, scattata il 17 novembre scorso.