Trasfusione di sangue: riconoscere le complicanze trasfusionali
Parliamo di complicanze trasfusionali: la trasfusione di sangue può essere effettuata in reparto, in Day Hospital o anche al domicilio, la procedura è normata per legge dal prelievo di sangue del donatore fino al momento della trasfusione vera e propria
La trasfusione generalmente non causa reazioni di alcun tipo e il paziente non sente nessun effetto: le complicanze trasfusionali non sono frequenti, ma vanno conosciute
La procedura trasfusionale prevede che prima della trasfusione siano rilevati i parametri vitali e anche al termine o comunque entro 1 ora dalla fine.
Il motivo lo possiamo facilmente comprendere data la tipologia di complicanze.
Le reazioni (e quindi le complicanze) trasfusionali possono essere:
- acute, quando i sintomi compaiono dal momento dell’inizio della trasfusione fino a 24 ore dopo,
- ritardate, quando si manifestano anche dopo 1-2 settimane.
Le reazioni acute possono essere lievi quando sono presenti:
- orticaria
- rush
- prurito
La causa più probabile è un’ ipersensibilità lieve.
Le reazioni acute possono essere moderatamente severe quando sono presenti:
- vampate
- brividi
- febbre
- agitazione
- tachicardia
- ansia
- palpitazioni
- lieve dispnea
- cefalea
La causa più probabile è un’ ipersensibilità moderata, grave ipersensibilità da anticorpi anti leuco piastrinici, anti proteine, contaminazione di batteri della sacca.
Le reazioni acute possono essere gravissime potenzialmente fatali quando sono presenti:
- febbre e brividi
- agitazione
- ipotensione
- tachicardia
- emoglobinuria
- sanguinamento a nappo (CID)
- ansia
- dolore toracico e/o lombare,
- dolore nel punto di infusione
- fame d’aria e/o dispnea
- cefalea
La causa più probabile è un emolisi intravascolare acuta, contaminazione batterica con shock settico, sovraccarico di circolo, anafilassi, TRALI.
Le reazioni ritardate possono comparire fino a 12 giorni dopo la trasfusione, come la reazione emolitica ritardata, la porpora post trasfusionale e la GvHD.
Le procedure che prevedono il doppio controllo sono previste per legge in quanto indispensabili per evitare gli incidenti emolitici gravi che avvengono quando le emazie trasfuse reagiscono con gli anticorpi circolanti del ricevente, la conseguenza è l’emolisi intravascolare.
Nella maggioranza dei casi sono dovute ad errori umani quali:
- trasfusione di sangue correttamente etichettato alla persona sbagliata
- errata etichettatura dei campioni di sangue prima della trasfusione
- errori di trascrizione al Servizio Trasfusionale
La reazione emolitica acuta può comparire immediatamente dopo l’infusione di 10-15 ml di sangue, la gravità aumenta con la quantità di sangue infuso, i segni e sintomi sono: malessere, febbre, brividi, costrizione toracica, cefalea, dolore lombare a barra, ipotensione, dolore nel punto di infusione, rossore, dispnea, nausea, polso piccolo e frequente, oliguria anuria, sanguinamento generalizzato.
Possono essere presenti tutti o solo alcuni, la rilevazione dei parametri vitali prima della trasfusione consente di avere un differenziale con i parametri in corso di reazione alla trasfusione.
Questo è maggiormente rilevante nel paziente non cosciente o anestetizzato dove possiamo rilevare ipotensione, sanguinamento nel sito chirurgico, emoglobinuria.
Ogni qualvolta si sospetti una reazione emolitica acuta è necessario agire tempestivamente interrompendo la trasfusione e mantenendo la linea venosa aperta, se possibile prendere un ulteriore via venosa per l’infusione e monitorizzare il paziente.
Il trattamento richiede che il medico si metta in contatto con il medico del servizio trasfusionale per agire al meglio nel rispetto delle condizioni cliniche del paziente.
La conoscenza dei sintomi delle complicanze trasfusionali consente di riconoscere anche le reazioni lievi
La trasfusione di sangue ha una durata di un ora, il paziente va monitorizzato e sorvegliato, e non dovrebbe percepire nulla di più di come si sentiva prima dell’inizio della trasfusione.
Per approfondire:
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