Trauma Combat Casuality Care – come cambia il ruolo del medico e dell’infermiere sul campo di battaglia
Care under fire
Abbiamo detto prima che si tratta di una condizione ad alto rischio caratterizzata dalla presenza di fuoco ostile nei confronti dell’unità.
In questa fase la priorità della squadra è l’ottenimento della superiorità di fuoco e, conseguentemente, anche il personale sanitario deve provvedere a combattere fino a che le condizioni belliche non consentano un contatto diretto con gli eventuali feriti.
In questa condizione il sanitario può dover limitare la sua opera di soccorso fornendo indicazioni verbali al compagno ferito che sarà obbligato ad eseguire manovre di autosoccorso.
Se anche fosse possibile avvicinare il ferito, il soccorritore deve limitarsi a metterlo in sicurezza ed eventualmente iniziare un’emostasi di fortuna (es. compressione di un focolaio emorragico con il ginocchio) continuando a sparare.
In questa condizione qualsiasi altra manovra deve essere rimandata indipendentemente dalla gravità delle lesioni riportate dai compagni.
Il lettore, ancor più se sanitario, comprenderà quindi quanto questa fase possa essere psicologicamente impegnativa per chi per istinto e formazione è portato a prestare soccorso.
Durante questa fase è fondamentale ricordare una delle regole basilari del TCCC: “fare la cosa giusta al momento sbagliato può mettere a repentaglio la propria vita e quella dei compagni”.
Tactical field care
Consiste nella fase successiva dei soccorsi, ossia quando il pericolo imminente è cessato e/o quando il soccorritore e la vittima si trovano a riparo.
In questa fase la prima manovra da effettuare, se non già eseguita da altri, consiste nel disarmare il ferito e nella messa in sicurezza dell’arma: operazione particolarmente importante se il ferito presenta un’alterazione dello stato di coscienza e serve per evitare che lo stesso, a causa del trauma, possa riconoscerci come nemici ed aprire il fuoco.