Tumore al testicolo: cos'è, come prevenirlo e come curarlo

Il tumore al testicolo è un tumore raro, rappresenta circa l’1% delle neoplasie e colpisce prevalentemente giovani uomini.

Nel 2019 i casi diagnosticati sono stati 2.200, e nel 2020 ne sono previsti 2.289.

Che cos’è il tumore al testicolo?

È una neoplasia curabile nella maggioranza dei casi, ma prevenzione e diagnosi precoce restano fondamentali.

Il tumore testicolare in genere si presenta con un ingrossamento del testicolo, una sensazione di pesantezza dello scroto, e all’inizio non provoca dolore e non dà particolari sintomi.

Il 95% dei tumori del testicolo si riferisce ai tumori germinali che si dividono in: non-seminomatosi che si presentano nella fascia di età 20-35 anni e seminomatosi puri che si manifestano un po’ più avanti, nella fascia 25-45 anni.

Il tumore al testicolo è un tumore raro, ma rappresenta comunque il secondo tumore nel maschio in giovane età dopo il melanoma.

Tumore al testicolo, la diagnosi:

Per diagnosticare la malattia la persona deve sottoporsi a una serie di controlli. Il medico inizia con l’esame obiettivo e nel caso di sospetta diagnosi è necessario effettuare l’ecografia scrotale, procedura assolutamente non invasiva, per avere una conferma certa.

Se la diagnosi è confermata si procedere, attraverso le analisi del sangue, con la ricerca dei marker tumorali: AFP (alfafetoproteina), HCG (gonadotropina corionica), LDH (lattato deidrogenasi).

È un tumore aggressivo, ma è guaribile in oltre il 90% dei casi.

La terapia consiste nell’intervento chirurgico per la rimozione della neoplasia con asportazione del testicolo, (orchiectomia) in anestesia generale o spinale.

A seconda della stadiazione e del tipo di tumore può essere necessaria l’asportazione dei linfonodi retroperitoneali, la radioterapia o la chemioterapia, e in caso di non regressione al trattamento può seguire l’asportazione dei linfonodi addominali.

L’asportazione di un solo testicolo non ha influenza sul desiderio sessuale e neanche sulla fertilità.

Poiché, ad oggi, non si conoscono ancora le cause che danno origine a questa neoplasia, la prevenzione è lo strumento più efficace.

Adulti e ragazzi dovrebbero conoscere le dimensioni e l’aspetto dei loro testicoli ed esaminarli, circa una volta al mese, a partire dalla pubertà.

L’”A-B-C-D-E” PER GUARIRE DAL TUMORE DEL TESTICOLO

Nella maggioranza non è metastatico e guarisce pressoché nel 100% dei casi. Sono i dati del tumore del testicolo, una forma di neoplasia che in Italia riguarda circa 2.000 uomini all’anno, tra i 20 e i 40 anni.

Dunque, una malattia oncologica che si può guarire bene, a patto di vincere quel mix di falsi concetti e di paure che ancora fanno parte dell’universo maschile quando si tratta della salute.

A come: attenzione

Tutti i maschi fin da ragazzi dovrebbero imparare a eseguire l’autopalpazione dei testicoli, in modo da rivolgersi al medico quando si coglie “qualcosa” di diverso dal solito, come una nocciolina, oppure un rigonfiamento.

Questo controllo dovrebbero farlo tutti e in particolare chi soffre, oppure ne ha sofferto da bambino, di testicolo ritenuto o criptorchidismo, cioè di mancata discesa di uno oppure di entrambi i testicoli nella sacca scrotale, chi ne ha già sofferto a un dei testicoli e chi ha un fratello che ha avuto la stessa forma tumorale.

B come: bambini

Il tumore del testicolo tipicamente nasce dalle cellule che originano gli spermatozoi, e si chiamano per questo germinali.

La domanda che si pongono gli uomini alla diagnosi è quasi sempre una: potrò ancora avere figli?

La risposta assoluta non esiste, e proprio per questo prima di iniziare il percorso terapeutico si procede alla crioconservazione del seme in una Banca del seme.

Ma attenzione, è una procedura consigliata per prudenza, perché la funzionalità alla base della produzione dello sperma è estremamente delicata, ma non sempre i trattamenti provocano danni irreversibili.

La chemioterapia, infatti, causa problemi che nell’arco di due anni si possono risolvere, con un ritorno alla fertilità che nella maggior parte dei casi è pari a quella di prima della chemioterapia.

Non ci sono danni neppure per quanto riguarda la mascolinità.

La produzione di testosterone infatti, cioè dell’ormone maschile, rimane abitualmente a livelli che non comportano deficit evidenti.

C come: chirurgia

La chirurgia è sempre necessaria. L’intervento avviene attraverso un’incisione a livello inguinale e abitualmente prevede l’asportazione del testicolo, anche se in alcune forme è possibile asportarne solo una parte.

Quando si rimuove il testicolo, è possibile anche posizionare una protesi, che ne riproduce la forma e la consistenza.

In seguito, tipicamente dopo una chemioterapia, può essere necessaria una seconda operazione chirurgica, se dagli esami risulta che la malattia ha già intaccato uno o più linfonodi.

L’intervento si chiama linfoadenectomia retro-peritoneale.

È un intervento delicato, che oggi nei Centri all’avanguardia è eseguito ricorrendo alla tecnica “nerve sparing”, che ha come obiettivo quello di asportare i linfonodi senza intaccare il meccanismo fisiologico dell’eiaculazione, e può essere effettuato con tecnica mini-invasiva, in laparoscopia,  a vantaggio di un più rapido recupero e un minor danno all’organismo e all’immagine.

D come: dopo

Dopo l’intervento chirurgico può essere necessaria la chemioterapia che ha come obiettivo quello di “spazzare via” le cellule tumorali depositate in altre sedi: nessun tumore è così sensibile alla chemioterapia come il tumore del testicolo.

La probabilità di guarigione anche nelle persone con metastasi è altissima (maggiore del 90%).

I cicli possono essere diversi (da 1 a 4), e le sedute vengono effettuate in ospedale.

La radioterapia è invece sempre meno usata, anche se in alcuni casi rimane il trattamento maggiormente indicato ed efficace.

E come: essere “normali”

La guarigione è davvero probabile, e le persone devono tornare alla loro vita.

Questa è la ragione per cui le terapie si sono adattate a diventare nel tempo meno nocive.

Chi esce dal tumore del testicolo deve sapere che potrà avere davanti una vita “normale”, con tutte le aspettative e i sogni che una persona giovane deve avere.

Per approfondire:

Tumori dell’apparato uro-genitale, all’azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea un team multidisciplinare

La diagnostica per immagini può aumentare il rischio di cancro ai testicoli: uno studio TGCT della Pennsylvania

Societa’ Italiana di Urologia Oncologica (Siuro): crescono tumori genitourinari, +7% rispetto al 2015

Testicoli

Fonte dell’articolo:

Istituto Nazionale dei Tumori – Milano

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