Ucraina, carovana solidale da Napoli al confine polacco: a bordo medici, pediatri ed esperti
Guerra in Ucraina: “Parte oggi la carovana di Mediterranea, con tre bus da Napoli, che si unirà ad altri mezzi che ci attendono a Bologna: da lì si comporrà il convoglio che arriverà a a Medyka, al confine polacco, dove è stato allestito un grosso centro commerciale adibito a ricovero per i profughi che varcano la frontiera, spesso a piedi, verso la salvezza. Lì sono accolte circa 10mila persone, con un transito quotidiano di circa 2-3mila persone”
Così Laura Marmorale, capomissione di Mediterranea Saving Humans, questo pomeriggio alla partenza da via Galileo Ferraris di ‘Safe Passage in Ukraina’ alla quale erano presenti, per un saluto, la vicesindaca di Napoli Maria Filippone, padre Alex Zanotelli e il presidente di Gesco Sergio D’Angelo.
Nella missione solidale con l’Ucraina partiranno da Napoli 16 persone
“La missione – spiega – ha un equipaggio ridotto al minimo, 16 persone da Napoli e 33 in tutto, in cui tutti hanno un ruolo rispetto alle proprie capacità professionali: ci sono medici, pediatri, avvocati, operatori sociali, mediatori culturali, mediatori in sede di conflitto.
Il tutto da qui non sarebbe stato possibile senza il contributo di Gesco che ha contribuito con un bus, della sezione Libera di Portici che ha raccolto, insieme a Un ponte per, tutti gli aiuti che stiamo portando e il Cna che ha aperto il cuore e le proprie capacità di raccolta per rendere possibile la missione”.
I tre bus sono stati caricati con “tutto quello – evidenzia Marmorale – che sappiamo essere necessario alle frontiere.
Abbiamo evitato il cibo perché non c’è la capacità di stoccarlo e vogliamo evitare il più possibile sprechi.
Stiamo portando moltissime coperte, indumenti caldi prevalentemente per donne e per bambini, medicinali e prodotti per l’igiene personale”.
“Noi – prosegue la capomissione di Mediterranea – siamo in contatto con alcune associazioni polacche che si stanno muovendo sul territorio ed è stato difficile intercettarle.
Io vorrei far presente che la Polonia, solamente due mesi fa, con i fondi della comunità europea ha costruito un muro da 300 milioni per impedire il passaggio dei profughi che vengono da altre guerre, prevalentemente siriani e afgani.
Nonostante questo alcune associazioni anche di ispirazione cattolica in Polonia si sono mobilitate perché, come noi, credono che non esista distinzione tra i profughi in questo mondo: loro stanno soccorrendo gli ucraini e con loro cercheremo di capire se qualcuno ha già la necessità e la possibilità di arrivare in Italia.
Queste persone torneranno con con noi, porteremo tutti quelli che hanno bisogno di andare al sicuro”.
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