Ucraina, in fuga da Irpin: “Civili nel mirino, la situazione sta peggiorando”
La testimonianza di un 21enne in fuga da Irpin, città alle porte di Kiev: “Mi unisco alla Croce Rossa, in altri posti posso dare una mano”
“Sono scappato da Irpin perché lì la situazione è peggiorata e ci sono altri posti dove posso dare una mano; adesso sono in viaggio per Zhytomyr, dove pure c’è un’emergenza umanitaria, per unirmi alla Croce Rossa”
A parlare da una delle regioni dell’Ucraina dove i bombardamenti sono più intensi è un ragazzo di 21 anni.
Nei giorni scorsi aveva risposto da Irpin, la città dove studiava, ritenuta un passaggio chiave perché le colonne dell’esercito russo possano raggiungere Kiev, la capitale, distante circa 25 chilometri in direzione sud-est.
Otto giorni fa il ragazzo riferiva della resistenza delle forze ucraine, ma il quadro sembra essere mutato per via di un aumento della pressione dell’offensiva russa.
Fotografie scattate a Irpin ieri hanno mostrato i corpi senza vita di una madre con i suoi due bambini, trolley rovesciati in strada accanto a mani aperte.
Il padre, pure colpito da un proiettile di mortaio, sarebbe morto in un secondo momento nonostante un tentativo di soccorso da parte di soldati ucraini.
Il ragazzo racconta di essere fuggito da Irpin tre giorni fa
“Anche a Zhytomyr la situazione è molto difficile ma almeno lì avrei la possibilità di aiutare con la Croce Rossa – riferisce il giovane –.
Spero di riuscire a raggiungere la città”.
A Zhytomyr la settimana scorsa bombardamenti hanno colpito anche il centro e in particolare una scuola pubblica, la numero 25, situata presso la sede del Comune.
Stando a fonti sul posto, quel raid non ha provocato vittime.
Anche oggi, come sabato e come ieri, è stata annunciata una tregua nei bombardamenti per permettere l’uscita dei civili da alcuni centri abitati sotto assedio.
Il cessate il fuoco, che sarebbe in vigore dalle otto ora italiana, dovrebbe permettere trasferimenti da Kiev, nella parte centro-settentrionale del Paese, da Kharkiv, nel nord-est, e da Mariupol, in riva al mare d’Azov.
Ancora ieri, rispetto a questi “corridoi umanitari” ci sono state denunce di violazioni e di nuovi bombardamenti.
Secondo Dominik Stillhart, direttore delle operazioni locali del Comitato internazionale della Croce Rossa, le trattative con i rappresentanti ucraini e russi sono andate avanti “per giorni” ma i termini dell’accordo restano “imprecisi” e perlopiù ancora solo “di principio”.
Il responsabile ha sottolineato che ieri operatori umanitari avevano cercato di allontanarsi da Mariupol salvo poi scoprire che la strada indicata come sicura era stata minata.
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