Ucraina, ong Fdp: “Con i profughi tenuta della Romania è a rischio”
“La Romania ha accolto finora 140mila profughi dall’Ucraina, di cui 51mila sono ancora nel Paese. Sono numeri altissimi ma gestibili grazie a una macchina della solidarietà fantastica”
“Il problema però è che se fino a un paio di giorni fa le persone restavano due o tre notti e poi proseguivano verso altri Paesi, ora in molti decidono di fermarsi e i posti in accoglienza stanno finendo.
E presto si teme che inizieranno ad arrivare anche dalla Moldavia”.
A descrivere la situazione citando dati Unicef è Simona Carobene, presidente dell’organizzazione Fdp – Protagonisti nell’educazione, ong italiana presente da anni in Romania e che ora, grazie alla partnership con Fondazione Avsi, si è potuta attivare per sostenere sei associazioni.
Carobene in questi giorni sta viaggiando tra le aree di confine e Bucarest per monitorare la risposta del Paese da quando il 24 febbraio, dopo l’inizio dell’offensiva militare della Russia, sono cominciate ad arrivare persone dall’Ucraina, in particolare donne e minori.
“I posti di frontiera reggono” riferisce la presidente.
“Nei campi e nei centri sportivi, nelle scuole, negli asili sono state allestite tende e materassini. Le persone arrivano e si riposano qualche giorno.
Si chiariscono le idee, quindi proseguono il viaggio verso Polonia, Italia o Germania. D’altronde non si può dormire per terra a lungo“.
In fuga dalla guerra in Ucraina, vengono accolti in Romania
In pochi chiedono l’asilo sul posto ma, secondo la responsabile, tante persone ora cominciano a decidere di fermarsi per periodi più lunghi, dirigendosi così verso le grandi città come Bucarest.
“Questo- avverte Carobene- ricade sulle spalle delle comunità: le parrocchie, le case private o le abitazioni vuote messe a disposizione dai privati.
Ma quanto ancora si potrà far fronte alle spese per il cibo, il gas, la luce, l’acqua, la spazzatura, in un momento in cui il costo della vita sta salendo?” si chiede la presidente.
Che conferma un impegno da parte dello Stato, attivo tramite le proprie reti sul territorio.
“Ha emesso anche delle ordinanze per rimborsare delle spese chi accoglie e per garantire il diritto alla scuola per i minori”.
Che sono tanti e spesso soli: “L’Ucraina, come molti Paesi in questa regione, ha un elevato numero di orfani o famiglie divise.
Per ovvie ragioni restano qui”.
A Galati, non lontana dal Mar Nero e punto d’accesso dalla Moldavia e Odessa per 3mila persone in media al giorno, “ieri sono arrivati tre pullman di minori soli”.
Carobene segnala anche la questione degli aiuti: “Benissimo che governi, aziende e ong mandino cibo, vestiti e altro.
Ma ci sono beni di prima necessità a cui non si sta provvedendo come il carburante: la benzina ha raggiunto 1,70 euro al litro“, in un Paese in cui il salario medio non raggiunge i 700 euro mensili.
Carobene prova però a guardare oltre l’emergenza e le tante storie di sofferenza, riferendo un elemento che incoraggia.
“All’afflusso di profughi corrisponde quello dei volontari” dice.
“Sono ovunque, riempiono le strade anche con automobili e pulmini per portare le persone dalle zone di confine ai centri d’accoglienza”.
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