Una poltrona fra la vita e la morte di 65 mila persone per arresto cardiaco
Insegnamento del primo soccorso, diffusione dei defibrillatori, prevenzione delle morti da arresto cardiaco: il rinnovamento della Sanità è fermo per giochi di Palazzo: quanto durerà?
Non abbiamo mai nascosto la natura del nostro giornale tecnico e specialistico: ci piacciono i fatti, molto meno le parole al vento. Come tutti quelli che operano sul campo, proviamo repulsione per i giochi politici, soprattutto quando vengono fatti sulla pelle delle persone. Non ci piacciono i giochi di potere per mantenere rendite di posizione.
Non ci piacciono i calcoli di interesse per ridurre spese che potrebbero salvare pazienti.
Certo, tutto questo non ci farà sopravvivere per molto. Ma andiamo fieri di avervi sempre detto quello che pensiamo e la verità che osserviamo, mai quella che ci viene imposta o suggerita dall’alto. Ecco perché oggi, a quattro mesi dalla formazione del governo, a 6 dall’approvazione della nuova legge salvavita sul primo soccorso insegnato nelle scuole, abbiamo deciso di mettervi a conoscenza di un teatrino politico che merita la vostra attenzione. E il vostro giudizio.
La Commissione 12 del Senato
Avete sentito parlare di riforma del 118 e di tante spese che dovrebbero essere affrontate per rendere la sanità italiana migliore e più efficace. Bene: tutte parole al vento, fino a quando non sarà nominato un presidente alla commissione Igene e Sanità del Senato, la Commissione 12. In questa commissione, per fare un esempio, è bloccato da mesi il disegno di legge salvavita sui defibrillatori e l’insegnamento del primo soccorso a scuola. 60 mila persone muoiono ogni anno per arresto cardiaco, se non ve lo ricordate. La situazione è ferma da quando l’ex presidente Pierpaolo Sileri (M5S) si è dimesso per diventare viceministro alla Salute. La Commissione non è ancora riuscita ad accordarsi sul nome del presidente di Commissione, congelando nei fatti diverse iniziative fra le quali il nuovo provvedimento – approvato all’unanimità alla Camera – su defibrillatori e primo soccorso.
Leggi ferme mentre i pazienti muoiono
La data per eleggere il nuovo presidente è stata fissata il prossimo 3 dicembre 2019. La speranza è che per quella data tutti i politici trovino l’unanimità che avevano quando con tanti applausi hanno approvato una legge che farebbe diventare l’Italia un paese normale: un paese dove non si deve temere nulla ad utilizzare un defibrillatore per salvare la vita di una persona, un paese dove la vita di 65 mila persone può essere salvata, perché la RCP e l’uso del DAE sono gli unici strumenti efficaci per far ripartire un cuore che si è fermato. “E’ molto grave che dopo 4 mesi non si siano ancora messi d’accordo” spiega uno dei promotori della legge, l’Onorevole Giorgio Mulè “e credo sia giusto fare qualcosa di forte. 4 mesi senza presidente per i giochi di potere interni alla maggioranza sono una cosa grave”. Pensavamo – tutti – che ogni cosa fosse a posto, che tutti i politici fossero d’accordo. Non è così?
Cosa farà la politica?
In questo momento è la politica che ha sulla testa la spada di damocle del giudizio, perché così deve essere: ogni 8 minuti muore una persona per arresto cardiaco. 2.100 ogni anno sono bambini. E le uniche due salvezze per la maggiornza di queste persone colpite da anomalie cardiache può essere salvata con due cose semplici: il massaggio cardiaco e la defibrillazione. Grazie alla nuova legge, che liberalizza l’uso del DAE, migliora la formazione dei giovani e aumenta la diffusione dei dispositivi, potremmo passare da un tasso di sopravvivenza del 2% ad uno del 60%.
Vi sembra corretto che l’assegnazione di una poltrona si frapponga a tutto ciò?