Vigili del Fuoco, 118 e Soccorso Alpino, insieme, per cercare di dare manforte ai concorrenti della Maremontana
Un freddo polare quello che ha attraversato la marcia dei partecipanti alla Maremontana, storica maratona dilettantistica che si svolge come di consueto nel Savonese, tra Loano e Toirano, un’edizione quest’ultima che purtroppo sarà anche ricordata per la morte di un’atleta, Paolo Ponzo, 41 anni ex calciatore di Modena, Cesena, Genova ecc, che durante il tragitto, precisamente sul Monte Acuto (700 slm) ha avuto un malore in seguito al freddo intenso e a nulla sono valsi i soccorsi.
le operazioni di soccorso:
Altri 20 atleti in ipotermia sono stati raggiunti dai soccorritori durante il percorso; soccorsi sono stati assai complicati a causa delle condizioni meteorologiche. Il nevischio sulle montagne dietro Savona ha non poco disturbato il buon andamento della manifestazione, che disputatasi appunto ad alta quota ha visto tutti i suoi atleti in condizioni fisico-psichiche davvero impossibili. Scarsissima visibilità, un freddo intenso, temperatura sempre intorno agli 1-2 gradi.
I soccorsi prestati al Paolo Ponzo sono stati durissimi, alcuni operatori del soccorso alpino assieme ad alcuni medici hanno dovuto portare la barella con l’atleta esausto per una gran parte del tragitto solo grazie alla forza delle loro braccia. Caricato sull’autoambulanza e subito trasportato all’ospedale di Pietra Ligure, giunto in condizioni gravissime Ponzo è morto attorno alle 22 di domenica. La Procura di Savona ha aperto un inchiesta per far luce sulla vicenda.
Grande supporto agli atleti nelle fasi di emergenza è stato dato dal 118 e dai Vigili del Fuoco. Non a caso prima del malore di Ponzo, altri due atleti erano stati soccorsi dall’elisoccorso dei Vigili del Fuoco poichè scivolati sul terreno viscido del percorso, altri sono stati continuamente curati e soccorsi dai volontari del 118 che hanno prestato un supporto costante ad una maratona che all’improvviso si è trasformata in un’autentica tragedia.
All’arrivo degli atleti, circa 900 slm., dopo aver percorso (a scelta dell’altleta) due percorsi uno di 25 km, l’ altro di 47 km (quest’ultimo quasi nessun atleta si è azzardato a sceglierlo), tutti, stremati sono stati ospitati all’interno dell’Abbazia San Pietro ai Monti dove sono state distribuite coperte e cibi caldi in attesa che le auto dei soccoritori riportassero gli atleti a valle al punto della partenza.