Vogalonga Venezia 2013, una formula vincente, attentamente sorvegliata dalle autorità competenti
La Vogalonga a Venezia è uno degli appuntamenti più suggestivi della primavera in laguna. Ideata nel’74 quasi per caso grazie ad una regata organizzata fra dilettanti con il preciso scopo di protestare contro il degrado e il moto ondoso della Laguna di Venezia, Vogalonga ha sempre avuto un atteggiamento di grande solidareità verso tutte le tematiche ambientali, confermandosi negli anni a seguire sempre all’altezza delle proprie aspettative.
Domenica 19 maggio a Venezia c’erano 7 mila appassionati che hanno potuto godersi una competizione più ricca che mai di nuovi partecipanti e nuove adesioni: 1700 imbarcazioni hanno dato vita ad una giornata intensa all’insegna di un mix di esperienze marinare unite da un massimo comun denominatore: stop alle navi in Laguna, stop alle eliche selvagge e stop al moto ondoso.
Una giornata di festa, piena di iniziative culturali che fanno riflettere su come il patrimonio artistico-culturale italiano sappia comunque attrarre il turista anche in tempi difficili come questi. Irresistibile dunque il fascino di una manifestazione, la Vogalonga, nata per pochi alcuni anni fa, e subito diventata uno degli appuntamenti più interessanti per gli appassionati di canoe, imbarcazioni, canottaggio e quant’altro.
Un presidio costante da parte della Protezione Civile veneziana ha reso sicura e confortevole la manifestazione, un numero notevole di volontari inoltre ha contribuito non poco a dare un robusto supporto necessario per eventi di grande portata come questo. Non sono mancate le presenza di pattuglie di carabinieri e della polizia, per non parlare della copiosa presenza da parte dei gruppi comunali, dell’Ari, e della Guardia Costiera Ausiliaria. In totale sono state circa 100 le unità che hanno monitorato attentamente lo svolgersi della Vogalonga.
Non sono mancati gli interventi dei soccorritori. Il forte vento di ieri ha ribaltato parecchie imbarcazioni nei pressi del canale della Giudecca e di San Giobbe. Una cinquantina le persone cadute in acqua recuperate dai volontari che hanno provveduto alle prime cure in loco, o dato manforte per chi avesse bisogno di essere portato al pronto socorso negli ospedali più vicini.