Con Gli Occhi della Guerra: "Siria, bambini manifestano per la pace"
Emergency Live sostiene il progetto “Gli Occhi della Guerra” un’iniziativa editoriale che vuole incrementare e sviluppare il reportage d’inchiesta, anche con il crowdfunding. Gli occhi della Guerra spinge il nostro sguardo verso quegli angoli di mondo e quelle tragedie che non possiamo o non vogliamo vedere. Nei reportage de “Gli Occhi della Guerra” appaiono non solo quelli che devono difendersi o vogliono attaccare altri esseri umani, ma anche quelli che corrono e soffrono per salvare vite; professionisti e volontari che mettono a repentaglio la vita nel prestare servizi di soccorso e di emergenza.
Questa settimana abbiamo deciso di riprendere un reportage del giornalista Fulvio Scaglione, dal titolo “Siria, bambini manifestano per la pace”:
Quelli che ostentano grande preoccupazione per la sorte dei bambini della Siria avrebbero dovuto scrivere qualche riga, almeno per decenza, sulla manifestazione che pochi giorni fa ha animato le scuole e le piazze di Aleppo, Damasco, Homs Yabroud e Tartus, dove migliaia di bambini cristiani e musulmani si sono radunati per chiedere la fine della guerra e pregare per la pace. “Con la nostra gioia e il nostro canto”, hanno scandito i ragazzi, “vogliamo oggi esprimere il desiderio che nella nostra amata Siria salga la musica della pace e non il rumore delle bombe, perché possiamo continuare a vivere con i genitori e gli amici e possiamo studiare e giocare senza paura”. L’appello dei bambini proseguiva in modo significativo: “Ti chiediamo, Signore, di illuminare i capi dei popoli che decidono il nostro destino, perché scelgano la pace e non la guerra”.
Un pronunciamento non privo di orgoglio e di una certa autonomia nei confronti del governo di Bashar al-Assad al potere, visto che in questo momento l’esercito regolare, appoggiato dai russi e dagli iraniani, è all’offensiva su tutti i fronti e le richieste di tregua vengono spesso interpretate come un “favore” fatto ai terroristi di Al Nusra e agli altri gruppi ribelli. Il significato dell’iniziativa, poi, aumenta se solo si considera che i bambini hanno sottoscritto una petizione per la pace che sarà consegnata ai rappresentanti di Unione Europea e Onu dai tre patriarchi orientali che portano il titolo di Antiochia: il greco-melchita Gregoire III, il greco-ortodosso Yohanna X e il siro-ortodosso Ignatius Aphrem II.
Nella tormentata Aleppo i bambini si sono ritrovati davanti all’ex scuola francescana di Terrasanta mentre tutto intorno, nei quartieri controllati dall’esercito, continuavano a cadere i colpi di mortaio e artiglieria sparati dai quartieri della zona Est della città, ancora controllata dai miliziani islamisti. Lo ha confermato monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, denunciando che “da settimane è tornato il terrore, anche se ci sforziamo di tenere aperte istituzioni pubbliche come l’Università. Dai quartieri controllati dai ribelli”, ha proseguito monsignor Audo, “arrivano ogni giorni colpi che seminano morte. Tra i soli cristiani, nelle ultime due settimane, ci sono stati più di venti morti. Ma di quello che succede da noi i media occidentali non parlano”.