Terremoti: la differenza tra scala Richter e scala Mercalli
Spesso si sente parlare di Scala Mercalli o Scala Richter in occasione di forti teremoti anche se negli ultimi anni si predilige quest’ultima
Entrambe misurano la potenza di un terremoto ma con importanti differenze.
Scala Mercalli
La scala Mercalli, dal nome dell’omonimo sismologo italiano, classifica l’intensità di un terremoto in base ai suoi effetti visibili sulle costruzioni.
Per vedere danni agli edifici in modo evidente dobbiamo essere di fronte ad una scossa del 7° grado mentre il massimo grado, il 12°, prevede la totale distruzione di ogni manufatto umano:
1° grado: scossa impercettibile (solo gli strumenti riescono ad avvertirla);
2° grado: scossa molto leggera (in pochi percepiscono la scossa);
3° grado: scossa leggera (si avvertono leggere vibrazioni);
4° grado: scossa moderata (molti la sentono e gli oggetti in alto oscillano);
5° grado: scossa piuttosto forte (avvertita da persone e caduta di oggetti);
6° grado: scossa forte (qualche crepa e tutti avvertono il sisma);
7° grado: scossa molto forte (anche le persone addormentate riescono a sentirla ed alcuni edifici possono subire danni);
8° grado: scossa rovinosa (parziale distruzione di paesi ed edifici);
9° grado: scossa distruttiva (distruzione di edifici e case in gran numero);
10° grado: scossa completamente distruttiva (rovina totale di paesi e grossi edifici);
11° grado: scossa catastrofica (distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci e frane nel suolo; maremoto);
12° grado: scossa apocalittica (distruzione di ogni manufatto; pochi superstiti; sconvolgimento del suolo; maremoto distruttivo).
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Scala Richter
La misurazione del sismologo statunitense Richter intende invece fornire una valutazione più oggettiva e consente di conoscere la quantità di energia liberata dalla scossa e la sua distruttività.
Si ottiene misurando l’ampiezza delle oscillazioni del suolo registrate dai sismografi.
Ha come punto di partenza, grado zero, il terremoto che produce un sismogramma di ampiezza massima uguale a un millesimo di millimetro, registrato da un sismografo che si trova a 100 chilometri di distanza dall’epicentro.
L’energia liberata cresce all’aumentare della magnitudo: una unità in più nella scala significa un’energia trenta volte più grande e corrisponde a un’ ampiezza di oscillazione dieci volte più grande.
Se un terremoto si verifica in mezzo al deserto e la sua magnitudo Richter è pari a 7.0 ma non ci sono danni perché la zona è desertica, nella scala Mercalli questo terremoto sarà catalogato come grado 0.
Se una magnitudo di 7.0 Richter si verifica in una grande città ed abbatte la totalità degli edifici il grado Mercalli sarà pari a 12.
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L’intensità di un sisma, nella Scala Richter si misura in magnitudo, ed ogni livello di magnitudo tende a procurare danni specifici nelle città:
magnitudo 0- 1,9: può essere registrato solo mediante adeguati apparecchi;
magnitudo 2- 2,9: solo chi è sdraiato avverte la scossa e i pendoli oscillano;
magnitudo 3- 3,9: vibrazioni piuttosto forti;
magnitudo 4- 4,9: viene avvertito da molti; un pendolo si muove notevolmente; bicchieri e piatti tintinnano; piccoli danni;
magnitudo 5- 5,9: tutti lo sentono, i muri si crepano e gli edifici più pericolanti subiscono crolli;
magnitudo 6- 6,9: crollo delle case; rischio maremoto; popolazione in pericolo;
magnitudo 7- 7,9: panico; pericolo di morte negli edifici, i quali crollano nella maggior parte;
magnitudo 8- 8,9: ovunque pericolo di morte; edifici inagibili. In mare le onde sono alte fino a 40 metri;
magnitudo 9- 9,9: totale allagamento dei territori in questione o spostamento delle terre e numerosissimi morti. Popolazione fortemente colpita;
magnitudo 10 o più: apocalisse; spaccature della Terra, totale distruzione di strutture artificiali e formazione di maremoti (tale categoria è solo teorica: non esistono faglie abbastanza lunghe da provocare un sisma così energetico).
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E’ meglio usare la scala Richter o la scala Mercalli?
Non c’è una risposta netta a questa domanda.
Per i motivi esposti è preferibile affidarsi alla misurazione Ricther quando si vuole avere una misurazione oggettiva della potenza di un terremoto, ed affidarsi invece alla valutazione Mercalli quando si vuole avere una idea sui danni ad oggetti e persone causati dal terremoto.
L’uso di entrambe le scale insieme è probabilmente la scelta migliore per descrivere un evento sismico.
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