Terremoto e calamità naturali: che cosa intendiamo quando parliamo del "Triangolo della vita"?
Quando parliamo di “triangolo della vita” stiamo parlando, ovviamente, della controversa teoria sulla sopravvivenza ai terremoti proposta da Doug Copp, fondatore dell’ARTI (American Rescue Team International)
Teoria del triangolo della vita
I metodi di Doug Copp rifiutano l’usuale approccio “Buttarsi, coprirsi, aggrapparsi” e si concentrano sul nascondersi accanto a oggetti pesanti.
La teoria sostiene che quando un edificio crolla, accanto a oggetti più grandi che fungono da sostegno strutturale, rimangono dei vuoti.
Secondo il sito web di Doug, questa teoria è supportata da oltre 150 studi e da “milioni” di immagini.
Il sito web sostiene anche che Doug ha 30 diverse credenziali a sostegno delle sue affermazioni, anche se non elenca quali siano.
La teoria del Triangolo della Vita si è fatta strada nel mainstream attraverso un’e-mail virale.
È perpetuata dallo stesso Copp e da persone che la pensano come lui.
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I meriti della teoria del “Triangolo della vita”
La maggior parte delle teorie di Copp sembrano basarsi su ciò che egli ha potuto constatare intervenendo in occasione di terremoti in tutto il mondo.
In molti Paesi le norme edilizie sono meno rigorose di quelle del Nord America e gli edifici sono spesso più vecchi o realizzati con materiali diversi.
Queste differenze possono portare a quello che viene chiamato “crollo a frittella” in caso di emergenza grave.
Il crollo di una frittella avviene quando un edificio subisce un cedimento strutturale totale.
Si tratta di un crollo in stile hollywoodiano, senza che nulla rimanga in piedi.
Gli studi hanno dimostrato che la teoria del Triangolo della Vita è valida nelle situazioni in cui è probabile un crollo totale.
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I terremoti nei quali la teoria del triangolo della vita si presta a limiti:
Durante un terremoto la maggior parte delle vittime è dovuta alla caduta di oggetti e non al crollo di strutture.
Soprattutto in Europa e in Nord America, dove le norme edilizie e i materiali sono robusti, è statisticamente più probabile essere schiacciati da uno schedario che intrappolati nelle macerie.
Per questo motivo, le autorità sono fortemente scettiche nei confronti di qualsiasi consiglio di preparazione che insegni a muoversi verso oggetti pesanti e potenzialmente instabili.
Oltre alle sue osservazioni personali, Doug Copp sostiene le sue teorie con studi che ha condotto.
Il più importante di questi utilizza tecnologie di movimento terra per abbattere le strutture di sostegno di scuole e case modello.
I manichini vengono collocati nell’edificio in varie posizioni e, secondo Copp, dimostrano un tasso di sopravvivenza del 100% per gli utenti del “Triangolo della vita” e solo morti per i praticanti del “Duck and Cover”.
Secondo i critici, si tratta di esercitazioni di salvataggio piuttosto che di esperimenti.
Il movimento laterale di un terremoto viene tralasciato, incoraggiando un crollo a frittella invece dei danni più probabili nei Paesi sviluppati.
Sia il governo canadese che quello statunitense sostengono ancora l’approccio “Drop, Cover, and Hold on” alla preparazione ai terremoti.
Un altro insegnamento di Doug è diventato negli anni una leggenda metropolitana, anche se non era lui la fonte originale.
Questo consiglio persistente è quello di stare in un portone se c’è un terremoto.
Sotto esame, però, questa lezione non regge.
La porta non è strutturalmente più solida del resto del muro e non proteggerà le vittime dalla caduta di mobili o altri oggetti.
Lo Shakeout BC cita espressamente il mito della porta e il triangolo della vita nella sezione “Cosa non fare”.
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Triangolo della vita, in sintesi
Se viaggiate in un Paese in via di sviluppo e trascorrete del tempo in edifici che ritenete strutturalmente deboli, prendete in considerazione l’utilizzo del metodo di sopravvivenza del triangolo della vita.
Se vi trovate in un paese sviluppato con norme edilizie moderne, ricordate che un crollo strutturale totale è molto improbabile e attenetevi al metodo di sopravvivenza “Abbassati, Copriti, Resisti”.
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Riferimenti:
Per approfondire:
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