Allarme OMS: i cambiamenti climatici sono dannosi per la salute

Circa un quarto delle malattie globali è direttamente riconducibile a fattori ambientali

L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è ormai chiaro: circa un quarto delle malattie globali è direttamente riconducibile a fattori ambientali. Un dato che impone una riflessione profonda sul nostro stile di vita e sulle nostre abitudini, e che rende sempre più urgente la necessità di un approccio interdisciplinare alla tutela della salute.

Prima Conferenza Internazionale di Medicina Ambientale

In questo scenario, la prima Conferenza Internazionale di Medicina Ambientale, tenutasi a Chieti, rappresenta un punto di svolta. Organizzata dall’Università d’Annunzio e dalla Società italiana di medicina ambientale, l’iniziativa ha riunito scienziati e ricercatori da tutto il mondo per confrontarsi sulle minacce ambientali alla salute umana, con un focus particolare sugli aspetti genetici ed epigenetici.

Dalla genetica all’epigenetica: un legame indissolubile

Il concetto di epigenetica, che studia i cambiamenti ereditabili che non alterano la sequenza del DNA, ha aperto nuove prospettive nella comprensione dell’impatto dell’ambiente sulla salute. L’esposizione a sostanze inquinanti, a radiazioni o a stress può infatti indurre modificazioni epigenetiche che si ripercuotono sulla nostra salute, aumentando il rischio di sviluppare malattie croniche come il cancro, le malattie cardiovascolari e le patologie respiratorie.

La conferenza di Chieti ha evidenziato come l’interazione tra fattori genetici e ambientali sia cruciale nello sviluppo di molte malattie. I ricercatori hanno presentato i risultati di studi innovativi che dimostrano come l’ambiente possa “accendere” o “spegnere” determinati geni, influenzando così la nostra predisposizione alle malattie.

La medicina ambientale

La medicina ambientale si propone di identificare i fattori di rischio ambientali e di mettere in atto strategie di prevenzione e controllo. La conferenza di Chieti ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare che coinvolga non solo medici e ricercatori, ma anche politici, amministratori e cittadini. Tra le azioni prioritarie emerse dalla conferenza, si segnalano:

  • Il monitoraggio continuo della qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo: per individuare tempestivamente le fonti di inquinamento e adottare le misure correttive necessarie
  • La promozione di stili di vita sani: attraverso una corretta alimentazione, l’attività fisica regolare e la riduzione dell’esposizione a sostanze tossiche
  • Lo sviluppo di tecnologie pulite: per ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive e dei trasporti
  • La sensibilizzazione della popolazione: affinché ciascuno di noi possa diventare un attore attivo nella tutela della propria salute e dell’ambiente

Inquinamento ambientale: un problema urgente per la salute

La conferenza di Chieti ha rappresentato un’importante occasione di confronto e di aggiornamento scientifico. I risultati presentati confermano l’urgenza di affrontare il problema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, che rappresentano una delle maggiori minacce per la salute umana. Investire nella ricerca sulla medicina ambientale significa investire nel nostro futuro e in quello delle generazioni a venire.

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