Allergia al nichel: sintomi, cause, diagnosi e trattamento
L’allergia al nichel è una delle cause principali di dermatite allergica da contatto (DAC). Può provocare disagi anche importanti nella quotidianità, a causa del fatto che questo metallo si trova in moltissimi oggetti, dalle chiavi agli utensili da cucina, ma anche in molti alimenti, alcuni dei quali alla base di una dieta regolare
È però fondamentale per il paziente individuarla per tempo, in modo tale da evitare l’insorgenza di complicanze, sebbene di rado se ne osservino di grave entità.
Esistono indicazioni comportamentali e alimentari che, se messe in atto, alleviano i sintomi, tra cui anche evitare di fumare e stare attenti all’esecuzione dei tatuaggi.
Quali sono i sintomi di un’allergia al nichel?
Il primo chiaro sintomo di un’allergia al nichel è la comparsa di dermatite da contatto dopo essere entrati in contatto con oggetti contenenti il metallo (es oggetti di bigiotteria) soprattutto a livello delle mani, dei lobi delle orecchie o sulla mucosa del cavo orale.
Nello specifico, si può osservare la comparsa di arrossamento, bolle e vescicole che, rompendosi, possono formare croste.
Se il contatto con il nichel è prolungato e/o ripetuto, la pelle si inspessisce e si desquama, potendo assumere un colore più scuro.
Essendo contenuto anche nei prodotti cosmetici quali dentifrici, make-up, smalti o tinture per i capelli, il nichel può causare problemi anche ad altre parti del corpo, sia quelle entrate direttamente in contatto con esso ma anche altre zone più o meno vicine.
In genere la dermatite causata da questo tipo di allergia compare tra le 12 e le 48 ore dopo l’esposizione al nichel e può continuare anche per due settimane.
In caso di esposizione frequente a questo metallo ovviamente la reazione può essere molto più duratura.
Cause dell’allergia al nichel
Così come avviene in tutte le allergie, anche quella al nichel è causata da una disregolazione del sistema immunitario, che reagisce alla presenza di questo metallo per difendere l’organismo dalla sua presenza (anche se non dovrebbe).
Il metallo viene infatti riconosciuto come un componente estraneo del corpo e come tale viene attaccato provocando quindi una reazione infiammatoria caratterizzata dal rilascio di elevate quantità di istamina da parte dei mastociti, con conseguente comparsa di prurito severo a livello cutaneo locale.
Una volta sviluppata l’allergia, il sistema immunitario si attiva tutte le volte in cui l’organismo entra in contatto con il nichel, scatenando una risposta allergica.
L’esposizione del nichel può avvenire in diversi modi:
- ingerendo cibo e acqua: in alcuni cibi il nichel è presente naturalmente, in quantità variabili, mentre in altri casi può esserci stata una contaminazione da parte di scarti industriali che inquinano le falde acquifere, senza dimenticare pentole e accessori da cucina usati per cuocere il cibo;
- con esposizione aerea per inquinamento dell’aria, fumo di tabacco, fumo di combustione fossile;
- da contatto cutaneo attraverso gioielli, monete, shampoo, detergenti etc;
- a causa di emodialisi cronica nei pazienti con insufficienza renale cronica per l’azione chelante dell’albumina.
Non c’è una causa comune e nota, ma l’allergia può essere almeno in parte attribuita a una predisposizione genetica. Un altro fattore predisponente è la sudorazione, che amplifica ed accelera la risposta allergica dell’individuo.
Ci sono alcuni soggetti più a rischio rispetto ad altri di sviluppare l’allergia al nichel, ovvero:
- i lavoratori dell’industria del nichel e dei metalli pesanti
- sesso femminile
- soggetti atopici e/o con altri tipi di allergie
- pazienti con familiarità per altre patologie allergiche
- Inoltre, sono a rischio anche soggetti obesi e chi utilizza piercing e orecchini non nichel-free.
Come diagnosticare l’allergia al nichel
Per diagnosticare l’allergia al nichel è opportuno innanzitutto effettuare una visita allergologica, prescrivibile dal medico curante, nel corso della quale lo specialista allergologo può analizzare le manifestazioni cutanee del paziente ed eseguire un test specifico chiamato patch test.
Questo esame prevede l’applicazione sul dorso del paziente di cerotti contenenti le sostanze allergeniche sospette, dopodiché a distanza di 48 -72 ore viene valutata l’eventuale comparsa di reazioni locali cutanee.
Se rimuovendo il cerotto corrispondente al test del nichel si nota che la pelle è infiammata, allora viene confermata la presenza di un certo livello di sensibilità al metallo.
Un risultato positivo non significa però sempre allergia, pertanto deve essere valutato di caso in caso dallo specialista.
Dopo il riscontro di un Patch test positivo che dimostri una sensibilizzazione al nichel, viene effettuata una dieta povera di nichel generalmente per 3 settimane; sono quindi da evitare alimenti spinaci, cavoli, carote, pomodori, lattuga, mais, piselli, asparagi, patate, cipolle, lenticchie, fagioli, fichi, albicocche, pere, mirtilli, mandorle, noci, nocciole, cacao, thè, margarina, lievito in polvere, farina di grano tenero e grano saraceno.
Trascorso questo periodo, lo specialista effettua un test di provocazione orale per confermare il sospetto.
Trattamenti e cure
Essendo una reazione indotta dal nostro sistema immunitario, l’allergia al nichel non è curabile ma piuttosto prevenibile, evitando di entrare in contatto con qualsiasi prodotto contenente questo metallo.
Nei casi di reazioni particolarmente severe il medico specialista può ritenere indicata la prescrizione di farmaci in grado di allievare i sintomi, ossia creme ad uso topico a base di corticosteroidi, creme dall’effetto lenitivo o compresse contenenti antistaminici e corticosteroidi.
In alcuni casi selezionati di grave allergia a contatto o di sindrome sistemica da nichel (SNAS) l’allergologo può decidere di effettuare, sotto suo stretto controllo, un trattamento orale di desensibilizzazione al nichel.
Nei casi in cui l’allergia sia ancora un sospetto e non ci sia una diagnosi certa ed ufficiale, è sconsigliato l’uso di integratori multivitaminici ed è invece fortemente raccomandata l’eliminazione del fumo di sigaretta.
Ci sono inoltre dei rimedi naturali che alleviano i sintomi e che possono essere associati al trattamento farmacologico.
È possibile, infatti, utilizzare delle erbe aromatiche, fiori e foglie che migliorano il benessere dell’intestino, per esempio le tisane a base di finocchio, semi di anice verde, aneto e coriandolo che aiuta nei casi di gonfiore, bruciore addominale e disturbi intestinali.
Alimentazione e prodotti
Purtroppo, il nichel è presente in molti alimenti ma non è possibile conoscerne a priori il contenuto esatto in ciascuno, in quanto ciò dipende da diversi fattori come il terreno in cui sono stati coltivati, gli antiparassitari utilizzati e le attrezzature e sostanze impiegate durante i vari passaggi della filiera produttiva.
Per questa ragione la dieta di un soggetto allergico al nichel è fortemente restrittiva, prevedendo l’eliminazione di cibi molto comuni nella nostra alimentazione, ma anche tutta l’oggettistica e l’utensileria da cucina contenente nichel.
Infine, il nichel è presente in molti prodotti cosmetici, prodotti di bellezza e di igiene personale, tra cui tinte per capelli, dentifrici, shampoo, make-up e smalti.
La sua presenza però deve essere dichiarata sull’etichetta, in tal modo è possibile evitare facilmente questi prodotti.
Chi è allergico può fare tatuaggi e piercing?
Per quanto riguarda i tatuaggi, sia nell’ago utilizzato per tatuare che nella sostanza iniettata potrebbe essere presente del nichel; ad esempio, la parafenilendiammina è un agente chimico utilizzato per fissare il colore, ed è spesso responsabile di arrossamenti, prurito e gonfiori che compaiono nella zona interessata e che potrebbero evolvere in granulomi (noduli sottocutanei).
Per questo è bene confrontarsi col tatuatore di riferimento sulla composizione degli strumenti e sostanze utilizzate.
Anche prima di fare un piercing è bene informarsi che sia l’ago o gli altri strumenti con i quali viene bucata la pelle che i gioielli utilizzati (anelli, barrette o cerchietti), siano nichel-free. In caso contrario, potrebbero insorgere dermatiti o altri tipi di reazioni allergiche.
Fumare è consentito?
Nelle foglie di tabacco, così come nel fumo derivante dalla combustione, è presente una discreta quantità di nichel; la vicinanza del fumo a zone sensibili come bocca o occhi può perciò aumentare il rischio di comparsa dei sintomi, ossia eczemi e dermatiti.
Inoltre, l’inalazione potrebbe far sì che vi sia un certo assorbimento di nichel attraverso la via respiratoria, col rischio di complicanze.
Per tutte queste ragioni, nei soggetti intolleranti al nichel il fumo di sigaretta è sconsigliato.
Vale lo stesso per la sigaretta elettronica, poiché contiene la stessa quantità di nichel-cromo delle sigarette di tabacco ed anzi, contenendo alluminio e ferro, sembra che possa essere addirittura più nociva.
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