Antibiotico-resistenza, Ue-WHO: in Europa 37mila morti l'anno, "se non la fermiamo sara' prossima catastrofe globale"
Antibiotico-resistenza, una bomba ad orologeria da disinnescare prima possibile. Il fenomeno dell’antibiotico resistenza (Amr), che rende i batteri insensibili a questi farmaci, quindi praticamente invincibili, e’ ormai in cima alla lista delle criticita’ delle nazioni di tutto il mondo.
Pensiamo che le stime del 2018, solo in Europa, registravano 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa stimata dal Who che ammonta, tra costi sanitari e non, a circa 1,5 miliardi di euro l’anno.
E le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee: nell’Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti e’ in aumento.
L’uso prudente degli antibiotici puo’ contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici perche’ possano essere utilizzati dalle generazioni future dalla resistenza agli antibiotici e sull’importanza di un loro uso prudente.
Antibiotico-resistenza, il costo elevato dell’Amr
Il costo dell’Amr ricorda l’Oms e’ molto elevato: oltre ai decessi e disabilita’, causa ospedalizzazioni prolungate, uso di farmaci piu’ costosi e possibili problemi finanziari nelle persone affette.
Senza antimicrobici efficaci, il successo della medicina moderna potrebbe essere a rischio, ad esempio per interventi chirurgici gravi o per il trattamento chemioterapico di tumori.
I nuovi dati diffusi dall’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, mostrano che i livelli di resistenza antimicrobica e consumo di antimicrobici nell’Ue/See nel Regno Unito sono ancora fonte di preoccupazione, in particolare nelle parti meridionali e orientali dell’Europa.
L’ECDC lancia quindi oggi la sua campagna digitale 2020 per sensibilizzare ulteriormente gli operatori sanitari e il pubblico sull’importanza di continuare la lotta contro la resistenza antimicrobica per preservare l’efficacia degli antimicrobici.
Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute: antibiotico-resistenza è sfida globale e priorità assoluta
“La resistenza antimicrobica e’ una sfida globale e una priorita’ assoluta per l’Unione europea – ha dichiarato Stella Kyriakides, commissario europeo per la salute – mentre il mondo continua a combattere Covid-19, e’ essenziale che rimaniamo vigili e impegnati in questa lotta.
Gli antibiotici devono essere usati con prudenza, con severe misure di prevenzione e controllo.
Sia il Covid-19 che la resistenza antimicrobica richiedono un approccio unitario tra le politiche, i paesi e tutti i livelli della societa’.
Dobbiamo adottare misure per prevenire la diffusione della resistenza in tutto il mondo e per sostenere l’ambiente giusto per sviluppare nuovi antimicrobici.
Dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire che la resistenza antimicrobica non diventi la prossima catastrofe sanitaria globale”.
I nuovi dati sulla resistenza antimicrobica per il 2019 mostrano che la resistenza antimicrobica e’ ancora una sfida per l’Ue/ See.
Le percentuali di resistenza alla vancomicina, un antibiotico di ultima linea, nelle infezioni del flusso sanguigno da Enterococcus faecium sono quasi raddoppiate tra il 2015 e il 2019.
La resistenza ai carbapenemi, un altro gruppo di antibiotici di ultima linea, rimane una preoccupazione.
Diversi paesi hanno riportato percentuali di resistenza ai carbapenemi superiori al 10% per Klebsiella pneumoniae e la resistenza ai carbapenemi era comune anche nelle specie Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter, e a percentuali molto piu’ elevate rispetto a K. pneumoniae.
Come evidenziato in un recente articolo su Eurosurveillance, le capacita’ nazionali per la sorveglianza e il contenimento dell’Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi in Europa variano notevolmente da paese a paese.
La resistenza antimicrobica rimane una delle maggiori minacce per la salute pubblica
“Purtroppo, la resistenza antimicrobica rimane oggi una delle maggiori minacce per la salute pubblica e una sfida per l’Europa – ha dichiarato il direttore dell’ECDC, Andrea Ammon -.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi per ridurre ulteriormente l’uso non necessario di antibiotici e migliorare le pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni per ridurre significativamente la resistenza antimicrobica.
Nel bel mezzo della pandemia Covid-19, non dobbiamo rinunciare ai nostri sforzi per prevenire e controllare la resistenza antimicrobica e dobbiamo rimanere uniti per preservare l’efficacia degli antimicrobici”.
Per il consumo di antimicrobici, i nuovi dati relativi al 2019 confermano la grande variazione tra i paesi, sia nella comunita’ che nel settore ospedaliero, e per diversi gruppi di antimicrobici.
In generale, non sono state osservate tendenze significative nell’Ue/ See in generale, con la notevole eccezione del consumo di polimixina (principalmente colistina) nel settore ospedaliero, che e’ aumentato tra il 2010 e il 2019.
Se considerati individualmente, molti paesi hanno mostrato un aumento o una diminuzione consumo di antimicrobici nel periodo 2010-2019, sia complessivo che per gruppi specifici, che puo’ riflettere diverse iniziative politiche e interventi a livello nazionale.
Per l’Oms, o WHO, la resistenza antimicrobica uno dei 10 principali problemi sanitari mondiali.
Un problema di salute globale e di sviluppo che richiede un approccio multisettoriale.
L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti.
Misure inadeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, mancanza di acqua potabile e di servizi igienici rappresentano fattori che favoriscono la diffusione di microrganismi, fra cui quelli resistenti.
La campagna digitale della Giornata europea per la consapevolezza degli antibiotici (EAAD) vedra’ i contributi video di esponenti della Commissione europea e della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea, nonche’ di esperti. Infine, l’ECDC ha pubblicato un video su cio’ che gli operatori sanitari possono fare.