Antrace e armi biologiche. Carbonchio: che cos'è e come si trasmette?
Il carbonchio è una malattia infettiva acuta provocata dal Bacillus anthracis, un batterio sporigeno, Gram-positivo, le cui spore sono molto resistenti all’azione di disinfettanti chimici e fisici
In natura la malattia interessa varie specie di animali erbivori, i quali si infettano ingerendo spore presenti nel terreno.
L’uomo può contaminarsi per contatto diretto con animali infetti o con prodotti animali contaminati.
Le spore sono molto
resistenti nell’ambiente, ed in alcuni tipi di terreni possono sopravvivere per decenni.
Carbonchio, come si trasmette
Se usato come arma biologica, il B. anthracis può essere diffuso sostanzialmente attraverso due modalità:
- per disseminazione nell’aria (per esempio ad opera di velivoli simili a quelli utilizzati per diffondere i diserbanti agricoli), con formazione di aerosol incolore e inodore, e quindi assolutamente invisibile;
- per impregnazione di materiali ed oggetti di uso comune o di diversa natura, come per esempio carta da lettera, stoffe o tessuti, sotto forma di leggera polverina.
Le fonti di contagio sono pertanto rappresentate da qualsiasi materiale che sia contaminato dalle spore, e può avvenire in tre modi:
- contatto cutaneo diretto;
- per via aerea, mediante inalazione delle spore;
- per via digestiva, mediante ingestione di alimenti contaminati.
È estremamente importante stabilire la modalità di trasmissione, poiché questa comporta l’insorgenza di quadri clinici molto diversi tra loro.
Non avviene contagio da uomo a uomo, per cui non è necessario l’isolamento delle persone ammalate.
Quadri clinici
Il periodo di incubazione può variare, a secondo della dose infettante e della modalità di trasmissione, da 1 a 7 giorni; la maggior parte dei casi si manifesta comunque entro 2 – 5 giorni.
Le manifestazioni cliniche dipendono dalla via di trasmissione. si possono osservare tre forme della malattia:
Carbonchio cutaneo
È la forma più comune, osservata in oltre il 95% dei casi, ed avviene per penetrazione delle spore del germe attraverso la cute. Le sedi più frequenti sono le mani, le braccia e la testa.
Si manifesta con una lesione cutanea papulosa, che nell’arco di 24 – 48 evolve in vescicola e quindi in ulcera; la lesione è solitamente circondata da un’ampia area di infiammazione.
Dopo circa 2-6 giorni si forma un’escara nera, solitamente indolore, che si stacca nell’arco di 2-3 settimane e che normalmente non lascia esiti cicatriziali.
Questa forma abitualmente risponde bene alla terapia, e la prognosi è buona.
Carbonchio da inalazione
I sintomi iniziali possono sembrare quelli di una comune sindrome influenzale (febbre, tosse, dolori muscolari, malessere generale), mentre dopo qualche giorno rapidamente compaiono febbre molto elevata e sintomi di grave compromissione respiratoria (dispnea, cianosi).
Questa forma ha una mortalità che arriva praticamente al 100%.
Carbonchio da ingestione
È la forma più rara della malattia.
È secondaria a consumo di cibo contaminato da spore del B. anthracis, ed è caratterizzata da una Infiammazione acuta del tratto intestinale.
I sintomi iniziali sono nausea, inappetenza, vomito e febbre, ai quali segue rapidamente la comparsa di dolori addominali molto intensi, diarrea profusa ed emorragie gastroenteriche (presenza di sangue nel vomito e nelle feci).
La mortalità è elevata, nonostante una adeguata terapia antibiotica.
Prevenzione
In caso di esposizione a materiale sospetto, per contatto diretto o per inalazione, è possibile eseguire una profilassi antibiotica, che va proseguita per un periodo di tempo di almeno due mesi.
Può essere interrotta nel caso le indagini microbiologiche effettuate sul materiale sospetto risultino negative per la presenza delle spore del germe.
Negli Stati Uniti è disponibile un vaccino, che abitualmente viene impiegato solo per il personale militare.
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