Artrosi: cos’è, quali sono le cause , i sintomi ed il trattamento
L’artrosi è una delle malattie più conosciute dell’apparato muscolo scheletrico, nonché una delle più diffuse: l’artrosi è una patologia cronica che colpisce una percentuale importante della popolazione, ed è caratterizzata dalla degenerazione della cartilagine delle articolazioni
Solitamente, l’artrosi colpisce persone di terza età o comunque di età avanzata, coinvolgendo maggiormente la popolazione di sesso femminile rispetto a quella maschile.
Lo sviluppo dell’artrosi è più frequente nei soggetti gravemente in sovrappeso.
Ma andiamo con ordine: vediamo come riconoscere l’artrosi, quali sono i sintomi, quali terapie adottare e tutte le novità medico scientifiche inerenti questa diffusa malattia.
Quali sono le cause dell’artrosi
Non esistono cause scatenanti precisamente riconoscibili, di fatto la sua origine è tutt’oggi sconosciuta.
La lettura medica indica come questa malattia cronica degenerativa possa essere dovuta all’età (aumento dell’incidenza nelle persone anziane), a fattori legati all’equilibrio delle articolazioni, all’ereditarietà, ai traumi ripetuti, ad una condizione di infiammazione cronica, a malattia del sistema endocrino o a condizioni come l’obesità.
Non è chiaro perché in determinati soggetti si sviluppi la malattia e questo rende più difficile attuare una corretta prevenzione.
Cosa succede quando si ha l’artrosi
Il paziente comincia a percepire i primi sintomi dell’artrosi, generalmente, lamentando dolore alle articolazioni.
Frequentemente è presente in anamnesi un trauma in quel distretto, ma le articolazioni possono usurarsi anche a seguito di danni vascolari, cause endocrine, diabete mellito e ipotiroidismo.
Quali sono i sintomi della malattia
Il paziente con artrosi comincia a lamentare un dolore sordo e cronico a carico articolazioni, che talvolta non riesce ad utilizzare come prima, sperimentando delle limitazioni funzionali.
Al dolore, inizialmente, non viene dato peso perché si manifesta unicamente quando si è “in azione” e non a riposo.
Tale dolore diminuisce durante la notte, per ripresentarsi durante il giorno quando si stanno compiendo delle azioni meccaniche o quando si è in piedi. Alcuni pazienti lamentano rigidità, che si risolve nell’arco di qualche minuto.
L’artrosi è una patologia degenerativa e irreversibile, e può portare a deformità articolari permanenti.
Le varie tipologie di artrosi
La malattia degenerativa dell’artrosi può concentrarsi in diverse aree e, in alcune, si presenta con maggior frequenza.
Vediamo questo elenco con la spiegazione delle caratteristiche salienti della patologia a seconda della zona colpita:
- Artrosi del ginocchio. Camminare, salire e scendere le scale, mettersi in ginocchio: quando l’artrosi colpisce questa zona, il dolore può essere molto intenso. Non è raro che, all’atto di inginocchiarsi, il paziente avverta una sorta di “scricchiolio”, dovuto alla degenerazione dell’articolazione. L’artrosi può dar luogo alla comparsa del valgismo e del varismo e al blocco parziale della rotula.
- Osteoartrosi della mano. Solitamente coinvolge le falangi e le articolazioni interfalangee, potendo coinvolgere anche la funzionalità del polso.
- Osteoartrosi della colonna vertebrale. Nella maggioranza dei casi riguarda la zona cervicale e la zona lombare. Può portare dolore alla scapola, scoliosi, protrusione del disco intervertebrale, sciatica e dolori alla gamba.
- Osteoartrosi dell’anca. Comporta dolore molto forte quando si sta in piedi o quando si sforza eccessivamente questa zona. Non è raro che chi soffre di osteoartrosi all’anca zoppichi o tenda a stare molto in posizione seduta.
I noduli ossei
Talvolta l’artrosi alle mani si riconosce per delle sporgenze ossee molto evidenti, che mettono in difficoltà il paziente e che sono un chiaro sintomo della patologia.
Tali noduli, quando si localizzano a livello dell’articolazione interfalangea distale, vengono chiamati noduli di Heberden e portano alla deformazione delle articolazioni e alla modifica dell’aspetto delle dita della mano.
I noduli che interessano l’articolazione interfalangea prossimale vengono definiti noduli di Bouchard.
Tali deformazioni non possono beneficiare di una terapia farmacologica, e possono essere trattati unicamente al fine di ridurre il dolore.
È importante praticare esercizio fisico e fisioterapia per non perdere elasticità e mobilità delle mani.
Se la situazione diventa insostenibile per il paziente, limitato nelle sue azioni quotidiane, è possibile optare per il trattamento chirurgico.
In questo caso il chirurgo può optare per una ricostruzione dell’articolazione, per la rimozione del tessuto osseo o per una fusione delle porzioni ossee interfalangee (artrodesi).
Artrosi Cervicale
L’artrosi cervicale è molto diffusa, invalidante e fastidiosa.
Può svilupparsi per predisposizione genetica o a seguito di eventi quali: incidenti in auto, lavori troppo sedentari o attività che inficiamo sul normale funzionamento della colonna vertebrale.
Quando si diagnostica un’artrosi cervicale, il medico si concentra sulle prima sette vertebre e sulla loro usura, così come sulle superfici ossee dei dischi intervertebrali.
Questi, assottigliandosi sempre di più con il progredire della malattia, si erodono, portando ad una possibile fuoriuscita dell’ernia del disco.
I principali sintomi di un’artrosi cervicale sono:
- mal di testa, cefalea forte;
- stanchezza immotivata;
- febbre;
- sensazione di malessere;
- nausea intensa;
- formicolii;
- deficit di forza su braccia, gambe, mani e piedi;
- difficoltà nell’eloquio;
- irritabilità.
Come si effettua la diagnosi dell’artrosi
Nel dubbio di un’artrosi, il medico curante prescriverà esami radiologici per evidenziare eventuali deformazioni o cisti ossee.
Una volta determinata la presenza della patologia, sarà cura dello specialista prescrivere la migliore terapia adatta alle vostre specifiche esigenze, che può comprendere anche ginnastica, assunzione di farmaci antinfiammatori per diminuire il dolore e non solo.
Il ruolo dell’attività fisica nell’artrosi
Abbiamo illustrato come l’artrosi possa essere di origine ereditaria o derivante da traumi e cattive abitudini prolungate per molto tempo.
Per questo motivo, è fondamentale prevenirla e l’esercizio fisico è una attività essenziale per contrastarne l’insorgenza.
Qualora si faccia un lavoro ripetitivo, molto sedentario o che, al contrario, costringa molte ore in piedi, è importante individuare il tipo di esercizio fisico migliore per le proprie esigenze.
Tuttavia, l’artrosi non risparmia neanche le persone sportive in cui i microtraumi, ripetuti nel tempo, possono portare ad una degenerazione articolare.
Il ruolo della dieta nell’artrosi
Non solo attività fisica, ma anche una dieta bilanciata e controllata è fondamentale nella prevenzione della patologia.
La mobilità articolare deve essere accompagnata da una dieta corretta, che preveda grandi quantità di antiossidanti, omega-3, minerali, acqua, la giusta porzione di frutta secca consumata quotidianamente e – se necessario – anche degli integratori, evitando l’assunzione smodata di alcoli.
Quali integratori inserire in una dieta per prevenire l’artrosi?
Per prevenire e contrastare i disturbi articolari, lo specialista potrebbe consigliarvi di assumere i seguenti integratori alimentari:
- vitamina c;
- vitamina d;
- curcumina;
- collagene;
- acido ialuronico;
- glucosamina solfato;
- condroitina solfato;
L’importanza del controllo del peso
Una dieta corretta è fondamentale non solo per il giusto apporto delle sostanze nutritive necessarie, ma anche nell’ottica del controllo del peso corporeo.
Un forte sovrappeso o un’obesità portano le articolazioni ad essere sollecitate da un carico eccessivo e costante, con la conseguenza inevitabile di una degenerazione precoce delle articolazioni.
Artrosi e ipotiroidismo
È nota in letteratura medica la correlazione fra le disfunzioni tiroidee e le malattie delle articolazioni.
In particolare, si nota come i pazienti con tiroidite di Hashimoto possano lamentare problemi quali artrosi o artrite.
Per approfondire
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