Aviaria, Simit: monitoraggio su casi Russia, ma nessun allarme
Dall’autunno 2020 in Russia sono stati registrati diversi focolai di influenza aviaria
Il 21 febbraio, la Russia ha annunciato di aver individuato il primo caso di trasmissione all’uomo del ceppo H5N8 altamente patogeno dell’influenza aviaria
Da quel momento è iniziato uno stretto monitoraggio, seguito in Italia anche dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
“Altri casi di infezione umana asintomatica sono stati registrati in Russia, senza apparente trasmissione secondaria interumana- spiega il Prof. Francesco Castelli, Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Brescia e membro di Simit-.
Un recente articolo di Science di W. Shi e G.F. Gao riporta alla attenzione il potenziale pandemico di tali virus aviari, laddove eventuali mutazioni (drift o shift antigenici) possano rendere tali virus aviari più adatti alla infezione umana.
È quindi pienamente giustificata e necessaria l’esecuzione di piani di sorveglianza epidemiologica che vengono da anni eseguiti sull’avifauna e negli avicoli allevati a scopo zootecnico.
In Italia, la rete degli Istituti Zooprofilattici rappresenta in tal senso una garanzia di eccellenza che garantisce analisi virologiche puntuali su uccelli morti (sorveglianza passiva) nonché campionamenti periodici e mirati (sorveglianza attiva su animali selvatici e di allevamento.
È necessario inoltre mantenere in essere tutte le misure appropriate per evitare il contatto tra animali di allevamenti e uccelli acquatici selvatici mediante misure di bio-sicurezza (reti di separazione, destinazione univoca dei lavoratori addetti, netta separazione del materiale potenzialmente contaminato), come indicato dalla normativa di legge in Italia ed in Europa”.
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