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Blefarite: che cos’è e cosa comporta l’infiammazione cronica della palpebra?
Blefarite – dal greco blepharon: “palpebra” e -ite: suffisso che indica un’infiammazione – consiste in un’infiammazione cronica del margine libero della palpebra
I sintomi più comuni comprendono un forte arrossamento associato a prurito e gonfiore, che può manifestarsi solo in uno o in entrambi gli occhi contemporaneamente.
Blefarite: i sintomi con cui si manifesta
La sintomatologia con cui si manifesta – più evidente al mattino, dopo l risveglio – è quella tipica delle forti infiammazioni:
- palpebre rosse e gonfie
- forte lacrimazione
- secchezza
- bruciore
- prurito
- irritazione oculare
- formazione di squame simili a forfora nei pressi del follicolo ciliare
- palpebre appiccicose con conseguente difficoltà ad aprirle, specie al mattino
- sensazione di corpo estraneo nell’occhio
- vista annebbiata
- infiammazione estesa all’occhio con coinvolgimento congiuntivale e, nei casi più gravi, corneale
- sensibilità alla luce
A causa di questa fastidiosa sintomatologia, prima della diagnosi si potrebbe pensare ad una semplice irritazione, cosa che porta il paziente ad iniziare a sfregare ripetutamente l’area infiammata nella vana speranza di alleviare la sensazione pruriginosa.
Questo comportamento inadeguato porterà soltanto ad un aggravarsi del quadro clinico del paziente.
Blefarite: quali sono le cause e chi ne soffre
La blefarite può essere causata da:
- malattie cutanee quali eczema seborroico, rosacea, dermatite, forfora del cuoio capelluto che colpiscono il viso e, di conseguenza, anche le palpebre
- infezioni batteriche, generalmente da stafilococco o da streptococco, che colpiscono l’occhio o i dotti lacrimali
- infezioni virali spesso causate dall’herpes simplex
- reazioni allergiche a colliri
- reazione allergica da contatto causata da prodotti cosmetici mal tollerati applicati sulle palpebre o sulle ciglia
- disturbi alimentari o difficoltà digestive che provocano avitaminosi
- malattie quali il diabete e ipercolesterolemia
- secchezza oculare
- lacrimazione eccessiva
- parassiti che colpiscono la zona ciliare
- fattori allergici ambientali (polveri, fumo, acari, pollini)
- ostruzione e conseguente infiammazione dei dotti delle ghiandole che si aprono ai margini palpebrali
- talvolta, l’origine dell’infiammazione rimane sconosciuta
Blefarite: la diagnosi e i tre differenti tipi di blefarite
Per effettuare una corretta diagnosi della malattia, lo specialista – dermatologo o oculista – si avvale in prima istanza dell’analisi visiva della situazione clinica, aiutandosi anche mediante una lampada a fessura.
Nei casi in cui fosse importante ai fini del trattamento l’individuazione sicura del patogeno responsabile dell’infezione, lo specialista può prelevare un campione di materiale biologico dal margine delle palpebre da sottoporre a coltura.
In base ai dati riportati dall’analisi visiva e da quella del campione prelevato, si possono individuare tre differenti tipi di blefarite: blefarite anteriore, blefarite posteriore o blefarite mista.
Blefarite anteriore
Si diagnostica un caso di blefarite anteriore nel momento in cui l’infezione colpisce la parte anteriore della palpebra, quella esposta verso l’esterno, alla base delle ciglia. In quanto esterna, può essere di origine batterica, da contatto o causata problematiche cutanee quali eczema o dermatite seborroica.
Blefarite posteriore
Si diagnostica un caso di blefarite posteriore nel momento in cui l’infezione, invece, colpisce la parte interiore della palpebra, quella a contatto con il bulbo oculare.
In genere si verifica quando l’infiammazione colpisce le ghiandole di Meibomio, strutture che producono sostanze oleose ai margini delle palpebre, appena dietro la rima cigliare.
Quando queste piccole ghiandole sono ostruite – da un eccesso di sebo o da scaglie di pelle – tendono ad infiammarsi causando un caso di blefarite interna.
Blefarite mista
Si diagnostica un caso di blefarite mista nel momento in cui l’infiammazione colpisce sia la parte anteriore che quella posteriore della palpebra. Si tratta della forma di blefarite in assoluto più comune.
Blefarite: la terapia più adeguata
La blefarite non è una malattia che porta a complicanze difficili da debellare.
Una volta diagnosticata, per lo specialista sarà facile prescrivere il corretto trattamento che – nel giro di poco tempo – porterà il paziente a completa guarigione in breve tempo.
I tempi di guarigione possono essere più dilatati nel momento in cui la blefarite si presenta nella sua forma cronica, quando cioè compare ad intervalli più o meno regolari di tempo.
In tal caso non esiste una vera e propria cura definitiva e i tempi di guarigione saranno appunto più lunghi.
La terapia sarà quindi mirata a ridurre i picchi della sintomatologia più dolorosa e il mantenimento di una corretta igiene palpebrale permetterà la sostanziale risoluzione del problema.
Quando la blefarite è di origine batterica, lo specialista prescrive al paziente l’uso di antibiotici da assumere oralmente o sotto forma di collirio da applicare nell’occhio o sulla palpebra.
Se la blefarite è originata da un’allergia da contatto, sarà utile rintracciare il prodotto che l’ha scatenata, per poi procedere ugualmente alla terapia antibiotica.
Se le cause sono invece da rintracciare in un problema cutaneo, sarà necessario – congiuntamente alla blefarite – prendersi cura anche della cute così da evitare che la blefarite si cronicizzi.
Nel contempo, può essere d’aiuto seguire alcuni consigli:
- applicare sulla palpebra impacchi d’acqua calda in modo da rendere più liquido l’olio che va a bloccare le ghiandole infiammate interne all’occhio
- massaggiare con mani sempre ben disinfettate le palpebre, così da drenare eventuali sostanze oleose intrappolate nelle ghiandole di Meibomio
- Pulire le palpebre con un panno ben pulito oppure con garze medicate per eliminare eventuali residui di olio e sporcizia accumulata
Blefarite: eventuali complicanze
Come anticipato, la blefarite è uno stato infiammatorio della palpebra dal quale – con le terapie corrette – si guarisce in tempi relativamente brevi.
In alcuni casi, possono però insorgere complicanze:
Sindrome dell’occhio secco
Si manifesta con occhi secchi, con prurito e bruciore a causa della scarsa produzione di alcuni componenti del film lacrimale per una corretta idratazione della superficie oculare
Congiuntivite
Infiammazione della congiuntiva che ricopre la sclera dell’occhio e la palpebra interna.
Orzaiolo
Gonfiore doloroso causato da un’infezione batterica favorita dalla presenza di blefarite.
Calazio o cisti di Meibomio
Gonfiore doloroso che si sviluppa nella parte interna delle palpebre.
La cisti si sviluppa in seguito all’occlusione delle ghiandole di Meibomio che producono sostanze oleose che – impossibilitate a spurgare – provocano infiammazione alla zona.
Danno alla cornea
In caso di blefarite grave, sulla quale le terapie prescritte hanno scarso effetto, l’infiammazione potrebbe portare ad un danneggiamento della cornea causando cheratite.
Blefarite cronica
Presente soprattutto in pazienti anziani, si tratta di casi di blefarite che ricorrono con un intervallo di tempo più o meno regolare.
Blefarite: come prevenire l’infezione
Per prevenire la comparsa di infezione da blefarite, sarà necessario seguire le più naturali norme igienico-sanitarie così da scongiurare il rischio di sviluppare stati infiammatori: sciacquare sempre gli occhi con acqua tiepida e asciugarli delicatamente con un panno ben pulito e asciutto; lubrificare spesso gli occhi con lacrime artificiali, specie se si passa gran parte delle proprie giornate davanti a dispositivi elettronici luminosi (pc, smartphone, tablet); controllare periodicamente la presenza di forfora o componenti oleose nei pressi della rima cigliare; lavarsi sempre accuratamente mani e unghie prima do toccarsi gli occhi; seguire una dieta ricca di frutta e verdura fresca, proteine magre e povera di zuccheri e grassi; mantenere sempre puliti e igienizzati tutti i dispositivi personali che vengono a contatto con gli occhi, dai vestiti, alla biancheria al make-up.
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