Broncospasmo: sintomi, cause e cura
Per broncospasmo si intende una contrazione inusuale ed eccessiva dei muscoli lisci che avvolgono i bronchi e i bronchioli
Questa condizione comporta un restringimento, che può portare a una occlusione delle vie respiratorie.
Di solito sono problematiche temporanee, in seguito c’è un ripristino della pervietà delle vie aeree.
Purtroppo, chi soffre di questo disagio non riesce a respirare bene, tossisce spesso e presenta rantolii durante la respirazione.
Può lamentare anche un senso di chiusura e oppressione toracica.
La grande produzione di muco da parte della mucosa di bronchi e bronchioli occlusi determinare la tosse, come fastidiosa causa del broncospasmo.
Le cause principali di broncospasmo sono l’asma e la bronchite, condizioni di stampo infiammatorie
Generalemente la terapia proposta per alleviare i sintomi da broncoplasmo è di tipo farmacologico e consiste in medicinali per l’apertura delle vie aeree.
Ad esempio, si può prescrivere beta2-agonisti e broncodilatatori anticolinergici oppure farmaci antinfiammatori per la riduzione dello stato infiammatorio, come i corticosteroidi.
Quali sono i sintomi del broncospasmo?
I sintomi che indicano la presenza di un broncospasmo sono sicuramente i seguenti:
- la tosse per l’accumulo eccessivo di muco prodotto dalla mucosa dei bronchi e bronchioli;
- il respiro affannato e la dispnea. Queste difficoltà legate al respiro peggiorano la sera, al mattino o dopo l’attività fisica per chi soffre già di asma o bronchite cronica.
- sensazione di occlusione toracica, che può provocare un vero e proprio dolore al torace e senso di oppressione;
- rantolii durante la respirazione.
Il broncospasmo nei bambini
Ovviamente i più piccoli sono più esposti alla possibilità di sviluppare il broncospasmo, perché presentano un lume bronchiale più piccolo, in cui variazioni anche solo modeste delle pareti delle vie aeree possono limitare molto la quantità di aria in grado di raggiungere i polmoni.
Generalmente questa più facile esposizione nei bambini, si risolve con la crescita del bambino.
Durante l’infanzia, fino ai 6 anni, la causa principale è rappresentata dalle infezioni respiratorie di tipo virale (virus respiratorio sinciziale) o batterico (pneumococco, haemophilus influenzae).
Questi agenti infiammano la parete bronchiale con irritazione della muscolatura liscia, che in risposta si contrae.
Le cause
I fattori principali che causano un broncospasmo sono essenzialmente due condizioni infiammatorie dell’albero bronchiale, molto conosciute: l’asma e la bronchite.
L’asma
L’asma è uno stato morboso cronico, molto probabilmente di derivazione genetica.
I suoi sintomi si amplificano di solito dopo il contatto con allergeni (sostanze che l’organismo considera estranee e potenzialmente pericolose, quindi meritevoli di un attacco immunitario al fine di essere eliminate), come ad esempio il polline, particolari cibi, polvere, pelo di animale, medicinali.
Possono accentuare l’asma anche gli sforzi fisici, le emozioni eccessive, ansia, stress e tabagismo.
La bronchite
La bronchite a differenza dell’asma, invece, può essere una circostanza acuta o cronica, che emerge a causa di infezioni respiratorie.
Ad esempio può essere conseguenza di un raffreddore o dell’influenza, del fumo di sigaretta e/o inquinamento ambientale, domestico o lavorativo.
Altre cause
Anche l’anestesia generale, praticata in ambito chirurgico prima di certi interventi assai invasivi, può essere causa di un broncospasmo.
In questo caso la difficoltà legata alla respirazione è una complicazione dell’anestesia.
Il suo verificarsi è infatti successivo all’applicazione, da parte del medico, del tubo che serve a supportare la respirazione del paziente, durante l’operazione.
Anche un’eccessiva attività fisica, a livelli troppo levati rispetto alle possibilità del soggetto, può portare al broncospasmo.
Le conseguenze principali del broncospasmo
Quali sono le conseguenze e complicazioni che subisce chi soffre di broncospasmo?
Sicuramente la fatica nella respirazione, in quanto c’è un impedimento al passaggio dell’aria attraverso bronchi e/o bronchioli.
Come detto sopra, però, la situazione appare più complessa a causa dell’eccessivo muco che produce la mucosa bronchiale e che di conseguenza comporta:
- entra poca aria nei polmoni;
- irritazione della parete interna dei bronchi o dei bronchioli, che si infiamma;
- la tosse, come azione di difesa del corpo che cerca di espellere il muco presente nei bronchi.
L’asfissia
Se il broncospasmo viene trascurato e si acutizza molto, può portare addirittura alla morte dell’individuo per asfissia.
Le manifestazioni cliniche che caratterizzano la presenza di severe difficoltà respiratorie sono la dispnea a riposo, la cianosi (solitamente alle dita) e l’aumento della frequenza cardiaca.
Quando rivolgersi al medico?
È importante rivolgersi al proprio medico quando la tosse non passa e i rantolii mentre il soggetto respira peggiorano.
Inoltre, se c’è la presenza di uno stato febbrile e problemi legati alla respirazione.
Inoltre, sempre in base al parere degli esperti, sono sintomi che richiedono un visita medica immediata:
- la tosse con presenza di sangue;
- la dispnea e la cianosi alle dita;
- un forte dolore al torace;
- l’aumento dei battiti cardiaci.
La diagnosi
In caso di sospetto broncospasmo, il medico prima di effettuare il controllo, ricorre all’esame obiettivo e alla valutazione della storia clinica del paziente.
Queste due analisi sono generalmente sufficienti a stabilire una diagnosi finale precisa.
Tuttavia, potrebbe essere necessario eseguire anche test strumentali più specifici, in quanto questi chiariscono anche le cause che hanno determinato gli episodi di broncospasmo.
I test strumentali per riconoscere un broncospasmo
I test strumentali accennati sopra e a cui il medico può sottoporre il paziente per comprendere le cause scatenanti il malessere sono:
- Rx-torace. Questo esame serve a fornire un’immagine abbastanza nitida dello stato dei polmoni e delle altre strutture interne al torace. In questo modo si può verificare la presenza di un’eventuale infezione polmonare.
- TAC – Tomografia assiale computerizzata. Serve a dare allo specialista immagini tridimensionali molto esaurienti degli organi contenuti nella cavità toracica. In questo modo si possono diagnosticare tutte le anomalie, che possono interessare i polmoni. Ad esempio, segni d’infezione, segni d’infiammazione, ecc. Il paziente con la Tac è comunque esposto a radiazioni ionizzanti, quindi si considera un test invasivo non adatto a bambini e donne in stato di gravidanza. In alcuni casi, per aumentare la qualità delle immagini, il medico somministra nel torrente circolatorio del paziente un mezzo di contrasto. Se utilizzata, questa sostanza incrementa il livello di invasività dell’esame. Si potrebbero scatenare reazioni allergiche.
- Infine la spirometria, molto rapida e veloce rispetto alle prime due, serve a registrare la capacità inspiratoria ed espiratoria dei polmoni, nonché l’apertura delle vie aeree passanti per quest’ultimi.
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