Cancro in crescita in Italia: sfide e progressi
Il numero di casi di cancro sta aumentando in Italia nel periodo post-pandemia, con importanti sfide nella prevenzione ma anche progressi nella ricerca oncologica
La sfida della prevenzione
L’Italia sta affrontando una crescente ondata di casi di cancro nel periodo post-pandemia. Secondo il rapporto ‘I numeri del cancro in Italia 2023’, il numero di nuove diagnosi di tumore è aumentato di 18.400 unità in soli tre anni, passando da 376.600 nel 2020 a una previsione di 395.000 nel 2023. Questo aumento colpisce sia gli uomini, con 208.000 nuove diagnosi previste, che le donne, con 187.000 nuove diagnosi.
In parallelo a questo aumento delle diagnosi, si sta verificando una preoccupante diminuzione dell’adesione agli screening di prevenzione. Nel 2022, a livello nazionale, c’è stato un calo del 3% nella copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), rispetto al 2021, quando erano tornati ai livelli pre-pandemici. Questa diminuzione è stata particolarmente evidente nelle regioni del Nord, con una riduzione dell’adesione alla mammografia dal 63% al 54% e allo screening colorettale dal 45% al 38%.
Tuttavia, nonostante le sfide nella prevenzione, la ricerca oncologica ha fatto progressi significativi e ha contribuito a salvare migliaia di vite negli ultimi anni. Nel periodo tra il 2007 e il 2019, sono state evitate ben 268.471 morti oncologiche grazie ai progressi nella diagnosi e nelle terapie. Questo dimostra che il cancro è sempre più una malattia curabile, e molti pazienti riescono a superarla e tornare a una vita normale.
I progressi nella terapia del cancro
Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, sottolinea l’importanza della diagnosi precoce e delle terapie mirate: “Situazioni cliniche per le quali fino a un decennio fa le opzioni terapeutiche erano molto limitate oggi prevedono una sequenza di più linee di trattamento. La caratterizzazione molecolare è necessaria in tutti i casi per i quali siano disponibili in pratica clinica terapie mirate”.
Inoltre, i farmaci immunoterapici di nuova generazione stanno portando importanti miglioramenti nelle terapie contro il cancro. Questi farmaci stanno consentendo di ottenere risposte associate a un controllo di malattia prolungato nel tempo.
La sfida della prevenzione e i fattori di rischio
Tuttavia, la sfida nella prevenzione del cancro è ancora di fronte a diverse sfide. Il rapporto evidenzia che ci sono alcune abitudini negative tra gli italiani che aumentano il rischio di sviluppare tumori. Il fumo, l’abuso di alcol, la sedentarietà e l’eccesso ponderale sono quattro dei principali fattori di rischio associati a stili di vita scorretti e ancora troppo diffusi.
Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi D’Argento, sottolinea la necessità di affrontare questi fattori di rischio: “L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale. La sedentarietà è più frequente fra le donne e nelle Regioni del Meridione. Anche l’eccesso ponderale, che interessa più di 4 adulti su 10, presenta i valori più elevati al Sud”.
Il tumore del polmone tra le donne
Uno dei dati più preoccupanti riguarda il tumore del polmone, che è diventato la principale causa di morte tra le donne. Questo tumore è causato in più dell’80% dei casi dal fumo, e mentre si stanno facendo progressi nella lotta al tabagismo tra gli uomini, c’è ancora molto da fare per ridurre il numero di donne affette da questa malattia.
Fabrizio Stracci, presidente di Airtum, e Diego Serraino, direttore dell’Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, sottolineano che il dato più eclatante riguarda la mortalità per cancro del polmone. Negli uomini, il 36,6% delle morti oncologiche evitate nel periodo 2007-2019 è legato ai progressi compiuti nella lotta al tabagismo, oltre che alle migliorate pratiche diagnostico-terapeutiche. Nelle donne, a pari opportunità di diagnosi e cura, è stato documentato un eccesso di 16.036 morti per carcinoma polmonare, il 16% in più di quanto atteso. Questo suggerisce l’opportunità di portare avanti con forza la lotta al tabagismo, soprattutto tra le donne.
La necessità di aumentare la copertura degli screening
Resta poi aperta anche la grande sfida della prevenzione secondaria. Solo lo screening cervicale, spiega Paola Mantellini, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Screening, “mostra un andamento un pò diverso rispetto agli altri programmi, con valori complessivi pre-pandemici intorno al 39%, un calo al 23% nel 2020, un livello di copertura del 35% nel 2021 e un ulteriore avanzamento pari al 41% nel 2022”. Nel 2022 il miglioramento della copertura rispetto al 2021 è, almeno in parte, da imputare alla maggiore estensione degli inviti alla popolazione e all’introduzione del test HPV a partire dai 30 anni.
In conclusione, mentre l’Italia affronta un aumento dei casi di tumore nel post-pandemia, è chiaro che la prevenzione e la ricerca oncologica sono essenziali per combattere questa malattia. È necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sui fattori di rischio e promuovere l’adesione agli screening di prevenzione. Solo così si potranno salvare più vite e ridurre l’impatto devastante del cancro in Italia.