Cefalea: sintomi e tipologie
Cefalea è il termine utilizzato in campo medico per indicare il mal di testa. Sebbene le persone comuni parlino genericamente proprio di mal di testa, in realtà non si tratta di un’unica problematica: infatti, esistono tantissime forme diverse di cefalea
A oggi, sono state identificate tredici forme di cefalea, a loro volta suddivise in oltre novanta diverse “sottocategorie”.
Vediamo allora quali sono le principali forme di mal di testa.
Cefalea
La prima distinzione è fra cefalee primarie e cefalee secondarie. Le prime sono esse stesse malattie vere e proprie e non sempre sono scatenate da cause specifiche, immediatamente identificabili.
Le cefalee secondarie, chiamate anche cefalee sintomatiche, invece, derivano da altre malattie, come sinusite e nevralgie.
Le cefalee più comuni sono quelle primarie. Fra queste, le tre principali sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo.
Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, la metà della popolazione mondiale ha sofferto di almeno un episodio di cefalea tensiva nel corso della vita e almeno il 10% di emicrania.
Queste cefalee sono episodiche se le crisi dolorose hanno una frequenza sporadica, presentandosi per meno di quindici giorni al mese.
Diventano croniche, invece, quando il dolore compare con una frequenza elevata, per almeno quindici giorni al mese, per più di sei mesi, senza rispondere ai trattamenti e associandosi spesso a depressione e disabilità.
La forma che cronicizza con maggiore facilità è l’emicrania.
Cefalea, sintomi
Il mal di testa può manifestarsi in modo diverso a seconda dei casi: ogni forma, infatti, si caratterizza per determinati sintomi e ogni attacco assume connotazioni diverse.
Come dice il nome stesso, la manifestazione principale è il dolore alla testa. In alcuni casi, esso è modesto e compatibile con la vita quotidiana o quantomeno facilmente risolvibile con l’adozione di piccoli accorgimenti.
Talvolta, invece, le crisi sono particolarmente forti e invalidanti: non permettono di dedicarsi al lavoro o allo studio, impediscono di avere una vita sociale normale e costringono a mettersi a letto o comunque a isolarsi (in questo caso si parla di cefalee di grado severo).
Il mal di testa può associarsi poi ad altri sintomi a seconda dei casi, come fastidio verso luci e rumori, nausea, vomito, dolori muscolari.
Le cause della cefalea
Il mal di testa primario, di qualunque tipo, di solito è il risultato dell’interazione fra predisposizione genetica, cause organiche e fattori scatenanti.
Le cause organiche sono rappresentate dalle alterazioni di meccanismi e processi fisiologici interni all’organismo.
I fattori scatenanti, invece, sono i “grilletti” che innescano le alterazioni organiche.
Occorre sapere che non tutte le persone reagiscono allo stesso modo agli stessi fattori scatenanti.
Le principali cause organiche di mal di testa sono:
- modificazioni dei vasi sanguigni che irrorano il cervello. In particolare, possono essere causa di cefalea la distensione, la dilatazione, la restrizione o la compressione di arterie e vene intra e/o extra craniche;
- compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;
- infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;
- infiammazione delle meningi, le membrane di natura connettivale che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale.
Fra i fattori scatenanti le cefalee ci sono:
- lo stress emotivo e l’esaurimento fisico;
- una dieta scorretta (ci sono alcuni alimenti che in alcuni persone favoriscono le crisi dolorose);
- un calo di zuccheri;
- una postura errata;
- problemi alla mandibola;
- le variazioni atmosferiche;
- l’esposizione a determinati odori e rumori;
- le alterazioni del ritmo sonno-veglia;
- il consumo di alcolici;
- il fumo;
- l’uso di alcuni farmaci;
- l’utilizzo dei dispositivi elettronici.
Il mal di testa è considerato una malattia femminile.
In effetti, colpisce con maggiore frequenza le donne.
Soprattutto durante il periodo fertile, si osserva una netta prevalenza del disturbo nel sesso femminile rispetto a quello maschile.
Una delle ragioni di questa maggiore suscettibilità delle donne potrebbe risiedere nelle variazioni ormonali cui sono soggette nel corso della loro vita.
Cefalea tensiva
La cefalea più comune e diffusa è quella tensiva.
Secondo la tesi più accreditata, è causata quasi sempre da un’involontaria e continua contrazione dei muscoli della nuca, della fronte, delle tempie, del collo e delle spalle.
Occorre sapere, infatti, che quando i muscoli sono in tensione e affaticati producono una quantità maggiore di acido lattico, una sostanza che provoca una sorta di stato di intossicazione delle cellule.
A livello del cranio, questa situazione può favorire lo sviluppo e il protrarsi del mal di testa.
Questa forma di cefalea, comunque, potrebbe dipendere da cause più strettamente neurologiche, come alterazioni dei centri cerebrali che controllano la percezione del dolore e la tolleranza allo stress.
I principali fattori che scatenano questo mal di testa sono:
- stress, ansia, turbamento nervoso;
- posture sbagliate che mettono in tensione i muscoli del collo;
- abuso di farmaci, che causa assuefazione;
- problemi all’articolazione della mandibola;
- squilibri ormonali;
- alterazioni del ritmo sonno-veglia.
Come si manifesta una cefalea tensiva
Nella maggior parte dei casi, la cefalea tensiva si manifesta come una morsa che stringe la testa a casco, dando origine al famoso “cerchio”.
Il dolore tende a localizzarsi nella regione occipitale, cioè la parte posteriore del cranio, sopra la nuca.
In alcune persone, però, si concentra a livello degli occhi oppure è diffuso a tutto il capo.
Frequentemente, il mal di testa è bilaterale, interessa cioè sia il lato destro sia quello sinistro del corpo, ed è descritto come un senso di pesantezza, costrittivo.
Talvolta, il dolore è accompagnato da rigidità della nuca e da manifestazioni ansiose.
Gli attacchi hanno una durata variabile tra la mezz’ora e la settimana.
Emicrania
Dopo quella tensiva, è la cefalea più diffusa.
In genere, causa un dolore intenso e di natura pulsante, che esordisce lentamente e compare in un solo lato della testa, coinvolgendo quasi sempre la regione frontale sopra l’occhio.
In un secondo momento le pulsazioni si intensificano e finiscono con il coinvolgere anche la fronte e la tempia.
Il dolore si associa tipicamente a nausea, vomito, fastidio alla luce e al rumore e intolleranza allo sforzo fisico.
Gli attacchi hanno una durata variabile e possono arrivare anche a diversi giorni consecutivi.
Cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo è meno diffusa rispetto alla cefalea tensiva e all’emicrania, ma rappresenta comunque la terza tipologia più comune di cefalea primaria.
Fra l’altro, è il mal di testa più invalidante di questo gruppo, al punto che un tempo veniva chiamata anche cefalea da suicidio a causa del dolore intenso e violento che la caratterizza.
È definita in questo modo perché le crisi sono ravvicinate (si verificano a intervalli di tempo piuttosto brevi) e si raggruppano in determinati periodi del giorno e dell’anno.
Durante il grappolo, ossia il periodo durante il quale compaiono le crisi, si possono avere da una crisi ogni due giorni a plurime crisi in 24 ore.
Secondo teorie recenti, lo stimolo doloroso ha origine dalla sostanza grigia dell’ipotalamo (parte del cervello) e coinvolge poi le vie del dolore fino al volto.
Secondo altre teorie molto accreditate, invece, la cefalea è legata ad alterazioni ormonali e nervose, come l’anomala produzione di melatonina, un ormone normalmente secreto dalla ghiandola pineale (ghiandola endocrina, situata all’interno del cranio) durante la notte, che ha effetti sulla regolazione del sonno.
I principali fattori che possono scatenare la cefalea a grappolo sono:
- uso di alcolici, che favorirebbero una potente azione vasodilatatrice;
- stress;
- alterazione dei ritmi di sonno e veglia;
- effetti del jet-lag;
- consumo di sostanze vasodilatatrici contenute nei cibi (come i nitrati aggiunti ai salumi);
- alcuni farmaci (trinitrina e altri vasodilatatori utilizzati dalle persone cardiopatiche).
Cosa provoca
Il dolore scatenato dalla cefalea a grappolo è molto intenso, di tipo trafittivo e lancinante.
Si localizza a un solo lato della testa, intorno all’occhio e allo zigomo, ma può irradiarsi alla tempia, alla mandibola, al naso, all’arcata dentaria o al mento.
In alcuni casi tutto il lato del cranio è colpito dal dolore, addirittura i follicoli dei capelli.
La crisi inizia rapidamente e raggiunge la massima intensità nel giro di 2-15 minuti.
Può durare da 15 minuti a tre ore. Poi diminuisce velocemente sino a scomparire del tutto.
La persona non riesce a stare ferma, perché il mantenere una posizione può aumentare il dolore.
Per cercare sollievo, tende a camminare avanti e indietro, a colpirsi e/o a premere il lato sofferente con le mani o con degli oggetti.
La posizione coricata peggiora il dolore e a volte prolunga l’attacco.
Il male alla testa si associa ad altri segni e sintomi come: abbassamento della palpebra, rossore al volto, lacrimazione, congestione nasale, arrossamento e irritazione della congiuntiva, arrossamento e gonfiore dell’occhio dolorante, contrazione della pupilla.
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