Che cos’è un pacemaker cardiaco?
Il pacemaker cardiaco è un minuscolo congegno di piccole dimensioni che, impiantato chirurgicamente, è capace di correggere i disturbi del ritmo del cuore; interviene quando percepisce che il cuore sta battendo troppo velocemente, troppo lentamente o vi è la presenza di un battito discontinuo
L’intervento di installazione del pacemaker dura dai 40 ai 120 minuti con paziente cosciente.
Ma è possibile ci siano interferenze tra pacemaker e cellulare?
Può capitare anche se raro, specie se entrambi gli apparecchi siano tecnologicamente poco avanzati.
Non sempre questa interazione ha conseguenze che incidono sull’attività cardiaca.
Ma cos’è il pacemaker?
Venne inventato nel 1957 negli Stati Uniti.
Emette ed eroga impulsi elettrici per regolare la frequenza cardiaca.
E’ dotato di un generatore e circa due elettrocateteri che stimolano elettricamente il cuore.
I dispositivi oggigiorno sono automatici, sono in grado di analizzare le condizioni del paziente riducendo gli stimoli artificiali.
I pazienti portatori di pacemakers o defibrillatori sottocutanei, entrano quotidianamente in contatto con dispositivi elettronici che utilizzano campi magnetici; le interferenze più intense possono verificarsi con i telefoni cellulari durante l’arrivo di una telefonata o quando ci si connette alla rete internet, il pacemaker o il defibrillatore possono interpretare le interferenze elettromagnetiche come un segnale cardiaco.
Le interferenze diminuiscono allontanandosi dal dispositivo.
Gli studi fino al 1997 vedono un’incidenza di interferenze con i telefoni cellulari che andava dal 15 al 30%, gli ultimi studi hanno visto una riduzione delle interferenze sino all’1-5%.
Più sono ‘vecchi’ i pacemakers, maggiori sono le probabilità che ci siano interferenze.
I pacemaker moderni sono dotati di filtri che fungono da schermo protettivo contro le interferenze.
Quanto dura un pacemaker?
La durata di un pacemaker è variabili, dipende dalla frequenza di utilizzo e dalla stimolazione elettrica.
Maggiore è il livello di rischio del cuore con la relativa attività cardiaca, maggiore sarà la necessità che il pacemaker si attivi e di conseguenza minore sarà la sua durata.
Generalmente, può durare da un minimo di 5 ad un massimo di 10 anni circa.
In caso di scarica, ad essere sostituito sarà solo il generatore senza bisogno di ricorrere ad intervento; è un intervento rapido che dura mezz’ora circa e non richiede l’allettamento completo per 24 ore come accade per l’impianto del pacemaker.
La sostituzione del pacemaker viene effettuata in regime incidendo la pelle in corrispondenza del vecchio dispositivo.
Si procede con l’estrazione del pacemaker e l’impianto del nuovo dispositivo che verrà posto nella tasca sottocutanea.
Gli elettrocateteri vengono sostituiti solo in caso di malfunzionamento.
La sensibilità dei Pacemakers ai campi elettromagnetici, è strettamente connessa all’architettura dei circuiti interni
Questi possono fungere come una sorta di antenna per i segnali e le onde elettromagnetiche emesse dai cellulari che possono interferire con il funzionamento dei pacemakers che interpretano questi ‘segnali’ come attività elettrica del cuore.
Queste interferenze possono rappresentare un rischio se il paziente portatore di pacemaker, è totalmente dipendente da quest’ultimo.
Distanza di sicurezza
Per evitare il rischio d’interferenze, è consigliabile mantenere i dispositivi mobili a circa 15 cm di distanza dalla sede di impianto del pacemaker.
Ad esempio, non tenere il cellulare nel taschino se il pacemaker è impiantato nel torace o alla cintura se è impiantato nell’addome; inoltre sarebbe opportuno utilizzare l’auricolare o il vivavoce durante le chiamate, si potrebbe comunque utilizzare per conversare l’orecchio opposto al lato dov’è impiantato il pacemaker.
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