Chlamydia: i tre germi che determinano le diverse forme dell’infezione
Le infezioni da Chlamydia possono venir causate da tre germi differenti che provocano vari sintomi tra cui congiuntivite e polmonite
Le Clamidie appartengono alla famiglia delle “Chlamidyacee”
Sono batteri che acquisiti dalle cellule per fagocitosi e possono interessare la mucosa orale, nasofaringea, genitale, urinaria, e rettale.
Possono rimanere silenti o causare una varietà di manifestazioni cliniche raggruppate in tre gruppi prevalenti:
- Chlamydia Pneumoniae: la trasmissione interumana. I bambini si infettano prevalentemente in ambienti chiusi, sviluppano infezioni delle vie aeree superiori e polmonite;
- Chlamydia Psittaci: la trasmissione dai volatili all’uomo (ornitosi), può essere asintomatica o causare infezione delle alte vie respiratorie (sintomi simil-influenzali);
- Chlamydia Trachomatis: trasmissione prevalentemente per via sessuale.
L’infezione da Chlamidia Pneumoniae
Primi sintomi compaiono dopo 3-4 settimane dall’esposizione al batterio.
Può presentarsi co raffreddore, mal di gola, abbassamento della voce, raucedine e polmonite.
In questa circostanza i segni di difficoltà respiratoria possono protrarsi per 2-6 settimane;
L’infezione da Chlamydia Psittaci
Si presenta con febbre, tosse secca, difficoltà a respirare, più raramente polmonite.
I sintomi prevalenti sono: brividi, dolori muscolari e mal di testa.
L’infezione può provocare un’infiammazione del cervello, del cuore (endocardite) e del fegato.
La malattia può protrarsi oltre il mese, con frequenti ricadute e re-infezioni.
Nella maggior parte dei casi la convalescenza può durare 4-6 mesi;
Infezione da Chlamydia Trachomatis
In gravidanza la probabilità di trasmissione al bambino durante il parto spontaneo è di circa il 50 %.
Dopo 5-12 giorni dalla nascita prevalentemente compare congiuntivite (nel 25-50% dei casi), arrossamento e gonfiore degli occhi.
I sintomi possono protrarsi per 1-2 settimane, spesso più a lungo.
La polmonite si presenta all’età di 1-3 mesi (nel 5-30 % dei casi), con difficoltà respiratoria associata a colpi di tosse isolati e ravvicinati, separati da una breve inspirazione ma senza l’urlo tipico della pertosse.
Non compare febbre; gli atti respiratori arrivano a 50-60 al minuto.
Dopo la pubertà l’infezione colpisce l’apparato genitale e urinario; può causare infiammazione cronica e ferite.
Il tracoma consiste in una cherato-congiuntivite cronica con formazione di cicatrici estese e perdita della vista nell’1-15 % dei casi.
Il sospetto si basa principalmente sull’anamnesi, nonché su sintomatologia clinica esami strumentali e di laboratorio.
L’infezione da Chlamydia pneumoniae viene sospettata valutando i risultati di una radiografia del torace
È molto caratteristica di questa infezione la presenza, insieme alla polmonite, dei sintomi di laringei (raucedine, abbassamento di voce.
L’esame di laboratorio più adatto per dimostrare la presenza del germe è l’amplificazione genica (PCR) oltre al dosaggio degli anticorpi specifici.
L’infezione da Chlamidia Psittaci si manifesta con una sintomatologia respiratoria più attenuata.
Sono relativamente pochi i laboratori attrezzati per effettuare la ricerca del germe su materiale biologico, prevalente l’amplificazione genica (PCR).
L’infezione da Chlamidia Trachomatis nel neonato richiede l’isolamento del batterio tramite tampone congiuntivale (è necessario escludere la congiuntivite da N. Gonorreae).
Per la conferma della polmonite da Chlamydia Trachomatis il materiale va prelevato dal naso-faringe oppure, nei casi più gravi, dalla trachea o biopsia polmonare.
La conferma anche in questo caso si avvale di test di isolamento microbiologico o amplificazione genica (PCR).
Tutte le infezioni da Chlamidia (Psittaci, Pneumoniae e Trachomatis) vanno curate con eritromicina etilsuccinato per 14 giorni oppure azitromicina per 3 giorni.
Alla nascita viene utilizzato un collirio antibiotico per evitare lo sviluppo della congiuntivite.
È necessario il follow-up a distanza di 3 mesi dal completamento della terapia antibiotica per escludere possibili recidive.
Le polmoniti, se gravi, possono richiedere il ricovero in terapia intensiva e l’intubazione con ventilazione assistita
Chlamydia Pneumoniae: per ridurre le probabilità di contagio tramite tosse, starnuti e contatti fisici non evitabili è bene lavarsi accuratamente le mani;
Chlamydia Psittaci: poiché nel 50% dei casi la trasmissione al neonato avviene durante il parto spontaneo, occorre diagnosticare le infezioni in gravidanza prima possibile. Si individua il materiale genico del germe con PCR su urine (primo getto) o su tampone vaginale e rettale in modo da definire la terapia antibiotica più adeguata;
Chlamidia Trachomatis: gli uccelli allevati a casa vanno curati e la gabbia pulita, ricordando di lavarsi attentamente le mani con acqua corrente e sapone dopo ogni contatto, anche con i loro escrementi.
Per approfondire
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