Cisti: cosa sono, quando devi preoccuparti e quando intervenire è necessario

Ciò che viene definito come cisti è una cavità o sacca, normale o patologica, chiusa da una membrana che contiene del materiale liquido o semisolido

Nel caso in cui la raccolta di liquido non fosse delimitata da membrane si parla di pseudocisti.

Differenti dalle cisti sono invece ascessi, raccolte infette contenenti pus.

La forma delle cisti è generalmente rotondeggiante e si possono presentare singolarmente o in numero variabile e di differenti dimensioni.

Non tutte le cisti vengono trattate allo stesso modo: possono scomparire da sé o essere rimosse chirurgicamente.

Cos’è una cisti?

Come già illustrato, la cisti è una sacca o cavità chiusa rivestita da epitelio e ripiena di liquidi, gas o materiale semisolido; nel caso in cui questo accumulo non sia rivestito da membrana ben distinta non possiamo parlare di cisti ma si tratta di pseudocisti.

Queste sacche si possono sviluppare nelle sedi più disparate e a qualsiasi età, generalmente si formano in maniera molto rapida e poi arrestano definitivamente la propria crescita.

In alcuni casi, può capitare che queste formazioni anomale si restringano o continuino ad aumentare le proprie dimensioni.

Le cisti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono ti tipo benigno – si definiscono quindi disfunzionali.

Esistono però dei casi in cui possono essere spie di tumori maligni: esistono infatti neoplasie ad aspetto cistico, quali ad esempio alcune neoplasie a origine ghiandolare.

Vari tipi di cisti

Come accennato precedentemente, esistono differenti tipi di cisti a seconda di dove si sviluppano.

Eccone un elenco:

  • Cisti dentali. In genere la cisti dentale sorge come complicanza della necrosi pulpare, indotta da traumi, carie profonde o pulpiti, ovvero infiammazioni della polpa dentale. A seconda della natura del contenuto o della sede in cui si originano esistono tantissime varianti della cisti dentale.
  • Calazio. Questo è un disturbo che riguarda le palpebre ed è piuttosto comune. Deriva da un’infiammazione di una o più ghiandole di Meibomio – quelle deputate alla componente lipidica delle lacrime – che ostruisce il suo dotto escretore. Si riconosce abbastanza facilmente, perché si manifesta con un gonfiore della palpebra in corrispondenza con la ghiandola interessata.
  • Cisti ovariche. Sono delle sacche ripiene di materiale liquido o solido, che si formano internamente o esternamente alle ovaie.
  • Geodi, Geodi sub condrali o cisti ossee. Questi, rappresentano un importante segno di artrosi e altre malattie articolari, come l’artrite gottosa. Si tratta di spazi cistici che si formano sotto la cartilagine delle articolazioni
  • Rene policistico. È una patologia genetica nella quale il normale tessuto renale viene sostituito da numerose cisti.
  • Cisti di Baker. È una sacca piena di liquido, che si forma dietro al ginocchio; per questo è conosciuta anche come cisti poplitea. A determinarne la formazione è molto spesso un danno all’articolazione del ginocchio.
  • Cisti al seno. Sono delle piccole formazioni che si sviluppano nell’ambito del tessuto mammario. Queste lesioni sono piuttosto comuni nelle donne in perimenopausa e, talvolta, si manifestano in associazione alla mastopatia fibrocistica.
  • Cisti tendinee. Una cisti tendinea, o cisti sinoviale, è un rigonfiamento ripieno di liquido sinoviale che si sviluppa accanto a un’articolazione o un tendine.
  • Cisti sebacee. Formazione estremamente comune, la cisti sebacea è di natura benigna e si forma sotto la pelle, di solito ha forma rotondeggiante. Questa lesione si sviluppa per l’occlusione di una ghiandola sebacea: il sebo non riesce più ad essere smaltito e si raccoglie quindi in una sacca.
  • Cisti pilonidale. Sempre a livello cutaneo può formarsi la cisti pilonidale, che si sviluppa quasi sempre nella regione sacro-coccigea, poco sopra il solco intergluteo. Questa sacca può contenere peli (da cui deriva il nome pilonidale), ma anche secrezioni sebacee, frammenti di pelle, liquido o materiale semisolido e altri elementi cellulari. L’aspetto è quello di una lieve tumefazione.
  • Gangli o cisti sinoviali. Questi sono tumefazioni cistiche che si sviluppano in particolare a livello del polso, del ginocchio o del dorso del piede. Spesso sono il risultato di infiammazioni dell’articolazione, artrosi o traumi: il liquido sinoviale (da qui cisti sinoviale) viene spinto nella cavità articolare, creando una sacca. All’interno delle protuberanze si trova quindi un liquido chiaro gelatinoso ad alta viscosità.
  • Cisti di Bartolini. Sono formazioni rotondeggianti che si sviluppano nella regione vulvare, all’interno delle grandi labbra.
  • Cisti al fegato. Si formano nel parenchima epatico e possono essere di vario tipo.
  • Cisti dermoidi. In questo caso si parla di tumore benigno e si riscontra in particolare a livello ovarico, ma può insorgere anche in altre sedi, come reni, testicoli e sistema nervoso. L’origine della formazione cistica è di derivazione embrionale: deriva infatti dalle cellule germinali, che mantengono la capacità di crescere e differenziarsi in diversi tipi di tessuti. Normalmente non provocano disturbi, a meno che non vadano a comprimere gli organi circostanti.

Neoplasie ad aspetto cistico

Sempre nell’ambito delle cisti rientrano le neoplasie ad aspetto cistico, ovvero quei tumori maligni che si manifestano con la comparsa di cisti.

È il caso del:

  • carcinoma adenoido-cistico, formazione maligna che colpisce in prevalenza adulti e anziani e si localizza in genere nella trachea, ghiandole salivari e mammella.
  • le neoplasie del pancreas, che si verificano in seguito alla moltiplicazione fuori controllo delle cellule di questo organo.
  • l’ameloblastoma  o tumore cheratocistico, neoplasia di solito benigna che riguarda le ossa mascellari.

La fibrosi cistica

Oltre a tumori di tipo maligno, esistono altre patologie che possono essere correlate alle cisti, come la fibrosi cistica: nello specifico è una degenerazione nello sviluppo della cisti.

Questa malattia è un disordine genetico per cui la cisti si sviluppa nel parenchima polmone, che quindi secerne muco negli alveoli e ha come conseguenza una ridotta capacità polmonare, e si manifesta con una tosse persistente.

Questa malattia è abbastanza diffusa: il numero di pazienti censiti in Italia supera i 5000.

La diagnosi avviene in genere in tenerissima età: l’età media in Italia e in Europa è 4,2 mesi grazie anche allo screening neonatale che riguarda sempre più neonati, nel 2016 – ad esempio – ha coinvolto l’83% dei nati.

Cause

Non è possibile individuare una causa univoca da porre all’origine della cisti.

Le cisti più comuni sono quelle cosiddette da ritenzione, ovvero quelle che si creano dall’ostruzione di un dotto ghiandolare: è il caso delle cisti sebacee, che si formano appunto dalle ghiandole sebacee della pelle, spesso nella zona genitale o nell’area del cuoio capelluto.

Queste formazioni, che possono raggiungere anche dimensioni notevoli, contengono il prodotto di secrezione della ghiandola – il sebo – che può infettarsi.

Una cisti, comunque, può formarsi anche a causa di processi infettivi, condizioni infiammatorie croniche, per tumori, malattie genetiche o durante lo sviluppo dell’embrione-feto, come le cisti dermoidi.

Sintomi

Essendo di grande varietà, non tutte le cisti producono gli stessi sintomi: alcune possono avere sintomi piuttosto intensi, mentre altre risultano asintomatiche.

Ovviamente, tutto è in relazione alla dimensione, se si tratta di una o diverse cisti, ma anche alla sede di sviluppo.

Per esempio, le cisti mammarie sono quelle che tendono ad avere maggiori dimensione e, nonostante siano chiaramente palpabili, sono in genere asintomatiche, innocue e non presentano pericoli: non sono tumori maligni e difficilmente hanno probabilità di diventarlo.

Tuttavia, spesso vengono rimosse perché possono provocare dolore o una sensazione di disagio.

Diagnosi di cisti

A seconda della zona di sviluppo e delle dimensioni, le cisti si possono vedere a occhio nudo o al microscopio, oppure essere rilevabili con la palpazione.

Un ausilio, specialmente nel caso in cui le cisti non possano essere viste direttamente, ci viene dalle tecniche di imaging, come radiografie, ecografie, tac, risonanze magnetiche.

Cure e trattamenti per le cisti

Dopo un’attenta visita, sarà il medico a stabilire la cura per una cisti.

In genere, qualora la sacca sia dolorosa o arrechi disturbi al paziente – per esempio psicologici a causa di un’evidente cisti in pieno volto – viene rimossa chirurgicamente, drenata o aspirata tramite un ago o un catetere.

Nel caso in cui la cisti si sviluppi in organi interni, l’operazione viene eseguita con l’ausilio di tecniche di imaging.

Più complesso il caso in cui si sospetta una formazione maligna: in questo caso prima di procedere con l’asportazione può essere richiesta una biopsia per fugare ogni dubbio.

L’esame anatomo-patologico può essere eseguito anche su un campione di liquido interno.

Infine, se c’è una presenza diffusa di cisti come nel caso di patologie croniche quali ad esempio l’ovaio policistico, il trattamento sarà rivolto alle cause della loro origine.

Nel caso specifico si cercherà di ridurne la formazione mediante terapia estroprogestinica.

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