Colite: sintomi, cura e cosa mangiare
La colite, detta anche sindrome del colon irritabile, è un disturbo legato ad alterazioni del movimento peristaltico del colon, per cause di varia natura
Il colon è un organo cavo (o viscere), posto in sede addominale, lungo circa un metro e mezzo, che inizia a livello della valvola ileo-cecale, tratto terminale dell’intestino tenue, e termina con il retto e il canale anale.
I disturbi legati a questo organo sono molto frequenti e le cause scatenanti, come accennato sopra, sono differenti
Esistono infatti diverse tipologie di questa patologia, quella detta spastica o sindrome del colon irritabile è la più diffusa e la meno grave, in quanto non causa danni permanenti.
Tuttavia resta comunque un disturbo fastidioso che può causare nel paziente stress e imbarazzo, fino a limitarne la vita lavorativa e sociale.
Generalmente questo problema può essere risolto attraverso una corretta alimentazione.
Vera e propria malattia infiammatoria, di cui sono parzialmente sconosciute cause e cure, è invece la rettocolite, che colpisce l’intestino crasso e primariamente il retto, per la quale esistono farmaci in grado di tenerla sotto controllo.
I sintomi della colite
I sintomi che possono ricondursi a un’infiammazione del colon sono generalmente i seguenti:
- dolore e gonfiore addominale;
- dolore a un fianco o alla schiena;
- bruciore retro sternale (ossia dietro al torace);
- fastidio intestinale;
- diarrea e/o stitichezza;
- disturbi alleviati dall’evacuazione e aggravati dopo i pasti.
Solitamente sono proprio le donne a soffrire della sindrome del colon irritabile, tra i 20 e 30 anni, che si manifesta con stipsi e/o diarrea.
Alla stipsi si associano dolori costanti con bruciori, flatulenza, rumori intestinali e nausea.
Crampi all’addome e frequente diarrea con perite di sangue e muco intestinale sono da ricondurre invece a una colite di tipo ulceroso.
Le cause della colite
Ma quali sono le cause più frequenti e collegate all’insorgere di questo disturbo? Le elenchiamo di seguito:
- dieta (ipersensibilità o intolleranza a determinati alimenti, stile nutrizionale inadeguato, povero di acqua o di fibre);
- ciclo mestruale (l’intestino è piuttosto sensibile ai cambiamenti degli ormoni sessuali femminili);
- alterazione della normale flora intestinale, con un aumento dei microrganismi patogeni. Ciò può dare luogo a una moltitudine di disturbi intestinali;
- fattori di natura psicologica legati allo stress. In questo caso si parla di sindrome del colon irritabile o colite nervosa.
Le diverse tipologie
In base alla causa, le infiammazioni legate al colon possono essere classificate in diverse tipologie a partire da quelle:
A) Autoimmuni MICI-malattia infiammatoria cronica intestinale:
- malattia infiammatoria e autoimmune cronica intestinale; un gruppo di colitidi croniche;
- Rettocolite ulcerosa (RCU) – una colite cronica che colpisce l’intestino crasso;
- Morbo di Crohn (CD) – un altro tipo di IBD che causa diversi disturbi del colon.
B) Sconosciuta (non MICI-malattia infiammatoria cronica intestinale):
- Colite microscopica: una colite diagnosticata mediante esame microscopico del tessuto colico; macroscopicamente (“alla vista”) la mucosa appare normale; questa patologia si presenta in due varianti:
Colite linfocitica, primo stadio di malattia;
Colite collagenosica, successiva evoluzione di malattia;
C) Causa-trattamento:
- infiammazione da diversione;
- infiammazione chimica;
- infiammazione indotta da chemioterapia;
- infiammazione da radiazioni.
D) Malattia vascolare:
- colite ischemica;
E) Infettiva:
- colite infettiva.
Coliti non classificabili
Ci sono anche quelle dette “non classificabili”” perché non associabili ad uno degli specifici sintomi sopra elencati.
La colite indeterminata è la classificazione delle coliti che presentano caratteristiche sia della malattia di Crohn che della rettocolite ulcerosa.
Il comportamento della colite indeterminata è generalmente più vicino alla rettocolite ulcerosa rispetto alla malattia di Crohn.
Il comportamento della colite indeterminata è generalmente più vicino alla colite ulcerosa rispetto alla malattia di Crohn.
La colite atipica è un nome che viene occasionalmente utilizzato dai medici per le coliti non conformi ai criteri per i tipi conclamati.
Non è una diagnosi accettata di per sé e, come tale, non può essere definitivamente classificata.
La diagnosi di colite
Per verificare la presenza di una colite, il paziente dovrà sottoporsi ad alcuni esami strumentali e di laboratorio (Emocromo completo con formula, elettroliti, coltura e ricerca di parassiti nelle feci, ecc), in base ovviamente alla sua storia clinica.
Il medico di base potrà successivamente prescrivere ulteriori test strumentali (ad esempio ecografia dell’addome completo, tomografia computerizzata addominale) e/o esami endoscopici che permettono, mediante una videocamera inserita nel retto (sigmoidoscopia, colonscopia), di esplorare la mucosa intestinale ed eseguire eventuali biopsie.
Esame molto importante nella valutazione della colite è appunto la biopsia, che può dare risposte importanti sulla causa del disturbo, sull’entità del danno intestinale e fornire una diagnosi al paziente.
Trattamento della colite
In base alla gravità del dolore varia anche il trattamento da eseguire per migliorare il proprio stato di salute.
A volte è importante avviare una terapia a base di farmaci antinfiammatori steroidei per accelerare la guarigione del colon.
Alcuni pazienti devono essere mantenuti idratati con flebo e integrati con ferro, a causa delle eventuali cospicue perdite di sangue.
Esistono anche farmaci a somministrazione quotidiana, come antinfiammatori o specifici immunosoppressori.
La terapia non funziona, il medico prescriverà nuovi farmaci fino alla scoperta della terapia più adatta al paziente e al suo specifico disturbo.
Il malessere può anche essere una conseguenza di disturbi legati all’assunzione di latticini, in questo caso per ridurre il disturbo è consigliabile seguire una dieta di esclusione, eliminando l’ingerenza di cibi a base di latticini.
L’importanza di una corretta alimentazione per alleviare la colite
Ogni persona reagisce diversamente in base ai cibi che mangia, per questo motivo chi soffre di colite dovrebbe annotare i cibi che gli causano più fastidio e quelli invece che gli danno beneficio.
Per alleviare i disturbi della colite come il fastidio e la costipazione è buona prassi seguire una dieta impostata da uno specialista.
Di seguito riportiamo un elenco di quali sono gli alimenti in generale consigliati e non nella dieta per ridurre i disturbi da colite:
- minestre di orzo, avena, riso, tapioca;
- formaggi non fermentati;
- yogurt;
- brodo di verdure;
- carne bianca cucinata ai ferri o al vapore;
- pesce lesso;
- purea;
- frutta cotta;
- patate e carote lesse.
Alimenti consentiti con moderazione
- Legumi (es: fagioli, piselli, lenticchie, ceci, fave), a causa del loro potenziale flautogeno;
- Verdure che durante la digestione producono grandi quantità di gas quali cavoli, cavolfiori, broccoli;
- Frutta con potenziale flautogeno come uva passa, banane, albicocche e prugne;
- Latte da limitare soprattutto in associazione a intolleranza al lattosio;
- Alimenti integrali, valutare la tolleranza individuale.
Alimenti consentiti e consigliati
- Acqua, bere almeno 1,5-2 litri al giorno (preferibilmente oligominerale naturale).
- Pane, pasta, riso, crackers, segale, orzo, avena e grano intero
- bianco senza glutine;
- Pesce (fresco o surgelato) almeno tre volte alla settimana, preferibilmente cucinato alla griglia o al vapore;
- Carne (scegliere tagli magri ed evitare la frittura dei condimenti): manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale e cavallo.
- Latticini freschi e yogurt, quest’ultimo se integrato con probiotici può agire positivamente sulla flora intestinale;
- Formaggi stagionati come il Grana Padano DOP, che non contiene naturalmente lattosio
- Frutta preferibilmente con la buccia (se commestibile e ben lavata)
- Verdure come carciofi, insalata, bieta e asparagi, pomodoro, carote, porri, cicoria;
Alimenti non consentiti
- Sorbitolo, mannitolo e altri dolcificanti presenti nelle gomme da masticare;
- Alcol
- Caffè
- Bevande gassate e zuccherate;
- Condimenti come burro, lardo, panna, margarine
- Insaccati come mortadella, salsiccia, salame, coppa;
- Cibi speziati
- Alimenti preconfezionati industriali
- Dolci
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