Congiuntivite batterica: come gestire questa affezione molto contagiosa
La congiuntivite batterica è un tipo di congiuntivite tra le più diffuse e comuni. É causata dal contatto con individui affetti, oppure da un’anomala proliferazione della flora batterica congiuntivale o da batteri patogeni provenienti dal nasofaringe, dal margine palpebrale o dall’uso di lenti a contatto o corpi estranei
Cos’è la congiuntivite batterica
Questa affezione comune interessa la congiuntiva, ovvero la sottile membrana mucosa che ricopre la superficie palpebrale posteriore e la parte anteriore del bulbo oculare e, generalmente, è di facile risoluzione e autolimitantesi.
Tuttavia, non bisogna sottovalutarne i sintomi ed è necessario diagnosticarla tempestivamente per accertarsi che essa non sia il segno di una patologia sistemica più grave.
Questa infezione ha un periodo di incubazione di 2-3 giorni prima che compaiano i primi sintomi ed è spesso causata da Stafilococchi, Streptococchi e Pneumococchi.
Il soggetto che presenta questa infezione presenta abbondante secrezione purulenta, iperemia e gonfiore congiuntivale (chemosi), edema palpebrale.
L’occhio appare quindi arrossato.
La congiuntivite batterica è molto contagiosa, per cui il paziente deve prestare attenzione alla propria igiene personale per evitare di trasmetterla ad altri.
La congiuntivite batterica può essere curata con una terapia topica a base di colliri antibiotici, eventualmente accompagnata dall’assunzione di farmaci corticosteroidi dalla potente azione antinfiammatoria ma solo su indicazione del medico.
Solitamente la congiuntivite batterica dura pochi giorni, infatti i sintomi si riducono in 7-10 giorni.
I sintomi della congiuntivite batterica sono particolarmente fastidiosi
Comprendono dei segnali precisi che appaiono soprattutto al risveglio dalla notte:
- arrossamento degli occhi (detta “iperemia oculare”)
- fotofobia (una maggiore sensibilità alla luce)
- lacrimazione anomala
- palpebre gonfie
Questi sintomi in realtà sono condivisi da tutte le forme di congiuntivite e quindi potrebbe essere difficile identificare, nell’immediato, il preciso tipo di congiuntivite batterica.
Il medico però durante la prima visita di controllo può distinguere dei chiari sintomi che sono specifici e caratteristici di un’infezione di questo tipo: nel dettaglio, la congiuntivite batterica si riconosce osservando il secreto lacrimale che è abbondante e purulento ed assume una tonalità giallastra, talvolta verdognola, con la sensazione, soprattutto al risveglio dal sonno, di sentire le palpebre come “incollate”.
La congiuntivite batterica solitamente non comporta sensazione di prurito o almeno non in modo molto intenso e tipicamente si presenta su un solo occhio, a differenza della congiuntivite allergica che invece comporta un prurito molto fastidioso ed è bilaterale.
Se non si presta attenzione, però, l’infezione potrebbe diffondersi all’altro occhio entro pochi giorni.
Cause
Nell’adulto, l’infiammazione batterica della congiuntiva è più spesso causata da diversi batteri ovvero Staphylococcus spp., Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae e Moraxella catarrhalis o, meno frequentemente, da Chlamydia trachomatis, tipica infezione congiuntivale neonatale.
Nel bambino, invece, la congiuntivite batterica è causata principalmente da H. influenzae, S. pneumoniae e M. catarrhalis o deriva da un’infezione gonococcica e/o da clamidia materna.
La congiuntivite neonatale si verifica nel 20-40% dei neonati partoriti attraverso un canale del parto infetto.
La congiuntivite batterica iperacuta è spesso causata dall’azione di uno specifico batterio chiamato Neisseria gonorrhoeae, che poi è l’agente eziologico della gonorrea: tipicamente si diffonde negli adulti sessualmente attivi ma può essere contratta anche dai neonati alla nascita.
L’infezione si presenta improvvisamente e può rapidamente portare a un grave coinvolgimento oculare con infiltrati e ulcere corneali sino anche alla perforazione della cornea.
Si caratterizza per un’abbondante secrezione purulenta che si riforma rapidamente anche dopo che è stata rimossa e il paziente lamenta dolore, visione diminuita e gonfiore nell’area oculare.
La congiuntivite batterica cronica è invece causata dai batteri Staphylococcus aureus, Moraxella lacunata e dai batteri enterici ed è caratterizzata da segni e sintomi che continuano per almeno quattro settimane, con frequenti ricadute.
Diagnosi
La diagnosi di congiuntivite batterica non è immediata, anche se è ipotizzabile che il soggetto ne soffra sulla base dei sintomi da lui presentati.
Per una valutazione più precisa, il medico può richiedere degli esami che possano escludere forme diverse di congiuntivite (ad esempio quella virale) oppure altre patologie che a volte possono avere sintomi simili quali uveiti, glaucoma, cheratiti o traumi agli occhi.
Si comincia comunque con una visita dall’oculista: durante l’anamnesi, infatti, il professionista valuta, oltre alla storia clinica, i sintomi visibili e quelli riferiti dal paziente, il grado di rossore degli occhi e quello del gonfiore palpebrale.
In casi selezionati e qualora fosse utile alla terapia specifica, ci si può avvalere di un’indagine citologica del secreto congiuntivale.
Gli strisci e i tamponi congiuntivali devono essere esaminati al microscopio e colorati con colorazione di Gram per identificare batteri e con colorazione Giemsa per identificare i corpi inclusi citoplasmatici basofili nelle cellule epiteliali, caratteristici della congiuntivite causata da clamidia.
Alcuni soggetti sono più esposti alla congiuntivite batterica. I fattori di rischio includono:
- contatti frequenti con individui infetti
- utilizzo delle lenti a contatto
- sinusite
- malattie veneree (i bambini nati da madri infette possono essere colpiti da una congiuntivite batterica immediatamente dopo la nascita)
- AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita)
Altri fattori di rischio possono essere una scarsa produzione lacrimale, traumi passati e condizioni di immunodepressione: queste situazioni, infatti, aumentano le probabilità di incorrere nella congiuntivite batterica.
Le complicanze possono manifestarsi quando la malattia si diffonde a livello della cornea, un’eventualità che è piuttosto frequente quando la congiuntivite batterica, specie se provocata da clamidia o gonorrea, non viene adeguatamente curata.
In casi rari la sepsi (o setticemia) e la meningite che possono seguire la congiuntivite sostenuta da N. gonorrhoeae costituiscono un’evoluzione molto grave della patologia.
Infine, nei neonati, le congiuntiviti da clamidia non curate possono provocare otite media o polmonite.
Interventi e terapie
La congiuntivite batterica viene trattata solitamente con appositi colliri o pomate oftalmiche da applicare direttamente nell’occhio.
Di norma, a meno che il batterio responsabile non sia stato chiaramente identificato a seguito di esami approfonditi, si ricorre a farmaci antibiotici ad ampio spettro d’azione, attivi dunque su più batteri.
Fra i principi attivi utilizzati nel trattamento delle congiuntiviti batteriche si ricordano la gentamicina, la tobramicina, la neomicina, l’eritromicina, la ciprofloxacina, l’ofloxacina, il cloramfenicolo ecc.
Se il medico non sospetta né un’infezione gonococcica né clamidia applica una terapia empirica con gocce di un fluorochinolonico 3-4 volte al giorno per 7-10 giorni, oppure cloramfenicolo.
In casi di mancata risposta al trattamento e qualora si sospetti la presenza di un batterio resistente, un virus o allergia possono essere prescritti esami colturali e di sensibilità che vanno eseguiti successivamente così che i risultati possano indirizzare il trattamento successivo.
Infatti, quando invece il germe viene isolato, il medico prescrive un tipo di collirio specifico sulla base di un antibiogramma che evidenzia la sensibilità del patogeno a uno specifico antibiotico.
L’oftalmia neonatale viene prevenuta invece con l’uso costante di colliri al nitrato d’argento o unguenti a base di eritromicina al momento del parto.
Rimedi naturali
Oltre al ricorso ai medicinali, ci sono alcuni rimedi naturali che possono essere d’aiuto per alleviare i fastidi della congiuntivite batterica, oltre all’igiene palpebrale e agli impacchi caldo-umidi o alla camomilla citati in precedenza.
Alcune sostanze derivanti da erbe officinali hanno infatti attività lenitiva e riducono i sintomi legati alla congiuntivite
L’amamelide, che si trova in erboristeria, venduto in forma di distillato al 10% con indicazione a uso oftalmico o contenuto in alcuni sostituti lacrimali può essere un valido rimedio naturale contro la congiuntivite.
Così come la camomilla, anche la malva è una pianta officinale dall’effetto calmante, adatta per essere usata con gli impacchi sugli occhi in caso di congiuntivite.
In erboristeria è possibile acquistarla in bustine per la preparazione di un infuso, seguendo le istruzioni riportate sulla confezione.
Infine, l’eufrasia è un rimedio erboristico adatto per alleviare i sintomi dell’infiammazione da congiuntivite disponibile in erboristeria per la preparazione di un infuso che dovrà essere filtrato ed utilizzato freddo per la preparazione di impacchi con effetto calmante da applicare sugli occhi.
Prevenire il contagio
La congiuntivite batterica è molto contagiosa, per cui il soggetto affetto da questa infezione deve applicare tutte le forme di igiene per prevenire la trasmissione ad altre persone o all’altro occhio, nel caso in cui il problema sia localizzato ad un solo occhio.
Per prevenire il contagio è essenziale:
- lavare sempre in modo accurato le mani prima di toccare l’occhio infiammato
- mantenere costantemente una curata pulizia della zona interessata
- non usare lenti a contatto
- applicare impacchi caldo-umidi o a base di camomilla, che possiede proprietà lenitive e sfiammanti
Inoltre, buona norma sarebbe quella di cambiare federe e asciugamani frequentemente, disinfettare spesso gli oggetti domestici in comune con i conviventi, non usare cosmetici e non truccarsi fino alla completa guarigione.
I bambini, gli studenti ed i lavoratori (specie quelli che esercitano la propria professione in ambienti pubblici) dovrebbero rimanere a casa per tutto il tempo della terapia o fino a quando la congiuntivite batterica non è più contagiosa.
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