Coronavirus, 4 scenari per il piano dell’ISS e Ministero della Salute per l’aumento dei casi in autunno
COVID-19 in autunno. Quattro scenari per fronteggiare l’ipotesi di un aumento dei casi di coronavirus in autunno e in inverno. E’ quanto contenuto nel Piano messo a punto dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, inviato insieme a una circolare a Ministeri, Regioni, varie istituzioni, con lo scopo di “supportare la verifica, e se necessario il rafforzamento, dello stato di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni/PPAA”.
COVID-19 IN AUTUNNO, I POSSIBILI SCENARI
Gli scenari per l’autunno, in termini di impatto sul sistema sanitario, dipenderanno molto da alcune incognite:
1) Trasmissibilità di SARS-CoV-2 a fine estate.
Non è infatti ancora chiaro se l’incremento di trasmissibilità (Rt) osservato a partire da giugno in alcune regioni si stabilizzerà attorno ai valori osservati in questi in giorni oppure continuerà ad aumentare nel tempo.
È del tutto evidente che gli scenari cambieranno notevolmente a seconda che si riesca o meno a mantenere Rt sotto soglia da qui all’inizio dell’autunno.
2) Trasmissibilità di COVID-19 nelle scuole in autunno.
In primo luogo, non è nota la reale trasmissibilità di SARSCoV-2 nelle scuole, anche se cominciano ad essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak in ambienti scolastici.
Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni.
Più in generale, non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-CoV-2 rispetto agli adulti, anche se la carica virale di sintomatici e asintomatici e quindi il potenziale di trasmissione non è statisticamente differente.
Tutto questo rende molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole a partire da settembre sull’epidemiologia complessiva di SARS-CoV-2.
3) Grado di accettazione delle misure igienico-sanitarie e comportamentali.
Azioni per la prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2 da parte della popolazione generale (ad esempio sono possibili criticità, già riscontrate allo stato attuale, come la collaborazione dei soggetti positivi per la conduzione delle attività di inchiesta epidemiologica e di contact tracing ed il rispetto/adesione alle misure contumaciali, sia per i casi confermati che per i contatti stretti).
4) Capacità di risposta in autunno dei sistemi di prevenzione e controllo COVID-19.
Se da un lato è evidente la migliorata capacità dei sistemi di prevenzione nell’identificare rapidamente i focolai, isolare i casi e applicare misure di quarantena ai contatti dei casi, cosa che contribuisce in modo determinante a mantenere la trasmissione sotto controllo, non è noto al momento quale sia il livello di trasmissione, ad esempio in termini di numero di focolai, che i sistemi di prevenzione possano gestire efficacemente.
Va considerato infine come l’inizio della stagione influenzale possa rendere queste attività più complesse ed impegnative.
Un altro aspetto importante da considerare, correlato più alla tenuta del sistema sanitario che alla trasmissibilità di SARS-CoV-2, riguarda l’età media dei casi.
Recentemente è stata osservata un’importante decrescita dell’età media dei casi, con relativamente poche nuove ospedalizzazioni da COVID-19.
Non è al momento chiaro se questo è un fenomeno che può protrarsi nel tempo o è semplicemente dovuto al basso livello di circolazione attuale, che permette di mantenere protette le categorie a rischio, ad esempio gli anziani.
SCENARI SCHEMATIZZATI DEL COVID-19 NELLE DIVERSE REGIONI IN AUTUNNO
Alla luce di queste incognite, i possibili scenari nelle diverse regioni che si prospettano per l’autunno possono essere così schematizzati:
1) Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi, con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente da qui alla fine dell’estate, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.
2) Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25 (ovvero con stime che superino 1 anche nell’intervallo di confidenza inferiore), nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione straordinarie già utilizzate con successo nelle prime fasi.
3) Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5 (ovvero con stime che superino 1.25 anche nell’intervallo di confidenza inferiore) ed in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2: incidenza elevata, mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e area non critica), riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio rilevato ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020.
4) Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 nel suo intervallo di confidenza inferiore per periodi lunghi (almeno 1 mese).
Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi.
A questo proposito, verranno valutate, oltre alle misure menzionate, quelle già adottate con successo nella fase più intensa dell’epidemia, proporzionate alla gravità della situazione contingente.
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