Coronavirus, Asl di Latina: “Se il trend prosegue tra due settimane rischio lockdown”
Coronavirus, Lockdown possibile anche nel Lazio. Il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, fa il punto sul picco dei contagi nella provincia pontina, che ha spinto la Regione Lazio a emanare una prima ordinanza per contenere la circolazione del virus
“E’ ancora tutto gestibile, ma bisogna vedere se la curva dei contagi si ferma oppure continuano a svilupparsi secondo il trend degli ultimi giorni che è preoccupante.
Siamo passati da una media di 20 a una di 50 contagi al giorno.
Un provvedimento va preso perché il rischio è entrare nella fase autunnale con un elevato numero di casi e non poterli governare.
Latina nel quadro della Regione rappresenta la realtà più ‘effervescente’.
Con questo trend, in due settimane, che comunque sono indicative, rischiamo un lockdown“.
CORONAVIRUS, ANCHE NEL LAZIO RISCHIO DI NUOVO LOCKDOWN
Lo ha detto il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, raggiunto telefonicamente per fare il punto sul picco dei contagi nella provincia pontina, che ha spinto la Regione Lazio a emanare una prima ordinanza con lo scopo di contenere la circolazione del virus.
L’incremento dei positivi, ha spiegato Casati, “non è collegato al fatto che effettuiamo più tamponi, perché questi possono aumentare un 5%, qui stanno aumentando i contagi.
Le persone trasferiscono il contagio soprattutto nei luoghi in cui ci si aggrega oltre i contesti familiari dove corre il contagio.
Siamo in presenza di focolai non tutti chiari nell’origine del contagio e che sono diffusi sul territorio della provincia.
A proposito dell’ordinanza regionale, il dg della Asl di Latina, ha spiegato che “sono tante le cose da fare ma va cercato un equilibrio tra le esigenze della vita sociale, del mantenimento complessivo del sistema economico con l’obiettivo però di riuscire a far ‘sgonfiare’ nei prossimi giorni questo innalzamento dei contagi.
LOCKDOWN? SUGLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS PUNTI DI VISTA DIVERSI
In questa situazione si ‘scontrano’ punti di vista diversi che tendono a tutelare elementi diversi e il mio da Direttore Generale della Asl è condizionato dalla necessità di tutelare la salute delle persone e contenere la diffusione del Covid.
E’ ovvio che i sindaci e i prefetti hanno altre preoccupazioni che riguardano le attività sociali, la vita delle persone e fare in modo che misure eccessive non portino a problemi di ordine pubblico, ma bisogna arrivare ad una sintesi.
Non c’è misura efficace, questo messaggio è per la popolazione, se non si lavora tutti nella stessa direzione”.
“Quando siamo arrivati al provvedimento avevamo sfiorato quota 800 persone positive contemporaneamente sul territorio della provincia- ha concluso il Dg- oggi abbiamo superato questo numero.
Non avevamo totalizzato i 700 positivi dall’inizio della pandemia fino al mese di luglio.
Questa che osserviamo ora è la scia anche di mesi di bagordi estivi, feste e aperitivi in spiaggia che sono stati consumati in provincia.
Bisogna intervenire, le misure non possono essere attivate quando è tardi.
Solo lavorando insieme e adottando comportamenti responsabili che possiamo tenere a bada il contagio.
La soluzione non è pensare solo di sottoporsi a tampone perché le energie di un sistema hanno un limite”.
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