Cosa si intende per trauma e come si interviene da normali cittadini? Qualche informazione su cosa fare e su cosa non fare
Può capitare di imbattersi in una persona, conosciuta o meno, che abbia subito un trauma. Una situazione che a volte richiede un intervento, che deve essere meno maldestro possibile: la consapevolezza è fondamentale
Se ci si imbatte in una persona con trauma, cosa fare?
Bé, per prima cosa, se le condizioni appaiono gravi e non si è da soli, è necessario che uno dei presenti chiami il 118: l’operatore di Centrale Operativa è formato e saprà dare indicazioni molto precise, oltre ad attivare, se necessario, un equipaggio di ambulanza.
La testa è certamente uno dei punti più vitali del nostro corpo, ma per fortuna questa è formata per essere piuttosto resistente.
La testa una delle parti del corpo più soggette a trauma
Un trauma cranico può essere definito in parecchi modi.
La forza richiesta per penetrare il teschio deve essere considerevole, ma non per questo una ferita di questo genere può essere presa alla leggera.
Volendo essere specifici, un trauma cranico si divide in due entità: lesione chiusa e lesione penetrante
Nel primo caso, ci si riferisce ad una ferita che può riguardare la parte esterna delle testa ed anche il cranio (creandone una frattura).
Nel secondo caso, si parla d’una ferita che va estendendosi fino alla dura madre – ovvero la parte più esterna del cervello – e riguarda perciò una penetrazione, come ad esempio un oggetto estraneo che può ancora essere presente sul momento dell’incidente.
Queste ferite possono essere poi classificate come lievi, moderate o severe
A prenderne perciò un buon esempio, una lesione chiusa severa può indicare un emorragia elevata tramite diverse ferite di superficie, il che richiede ugualmente un urgente attenzione medica.
Ovviamente un trauma cranico può essere procurato in diversi modi, come una caduta o un atto violento (un colpo assestato da un oggetto contundente)
Alcuni scenari sono molto comuni per i traumi cranici, come gli incidenti stradali.
Adesso che abbiamo definito quel che riguarda un trauma cranico, osserviamo nel dettaglio cosa possiamo fare se notiamo una vittima d’una simile ferita.
Analisi, riconoscimento dell’entità della ferita e dello stato del paziente
La prima cosa da fare è ovviamente controllare la profondità della ferita e quanti ne sono presente sulla persona.
E’ vitale identificare la presenza di oggetti estranei (ad esempio pezzi di vetro o schegge di vari oggetti) in quanto questi decideranno la maniera con il quale la persona verrà messa in salvo se la situazione lo necessita.
Un buon modo per identificare l’entità e la severità del danno è usare la Glasgow Coma Scale (o punteggio di coma di Glasgow).
Questa scala è ad appannaggio dei soccorritori, ma non è male conoscerne sommariamente i punti cruciali: si può essere testimoni di un incidente in luoghi impervi e difficili da raggiungere per i soccorritori, e quindi dare indicazioni precise all’operatore diventa importante per far guadagnare tempo ai soccorritori.
Questo sistema si divide in tre fasi nel quale bisogna osservare brevemente il modo in cui il paziente risponde ad eventuali stimoli.
Ad ogni risultato va sommata una certa quantità di punti.
Valutazione del trauma, il GCS funziona a questo modo:
- Osservando l’apertura degli occhi. Se questa risulta essere volontaria, il risultato è il massimo (4 punti). Questo diminuisce se bisogna intervenire con uno stimolo verbale o uno doloroso, fino al minimo se non vi è alcuna reazione. Osservando se vi è una risposta verbale. Col risultato massimo (5 punti) se il paziente può comunicare perfettamente con noi. Il valore è ridotto se questo risponde in maniera sconnessa, con parole incoerenti o versi incomprensibili. Il valore minimo è sulla completa mancanza d’una risposta verbale.
- Osservando la risposta motoria. Col risultato massimo (6 punti) se il paziente obbedisce ai comandi (come ad esempio alzare una mano quando richiesto). Il valore diminuisce se è richiesto uno stimolo doloroso, con il risultato in base alla reazione. Ovviamente il minimo è raggiunto con l’assenza d’una qualsiasi reazione.
Una volta che avete sommato il risultato, vi sarà possibile identificare la gravità della ferita.
Sotto gli 8 punti è grave, dai 9 ai 13 punti è moderata, sopra i 14 punti è di lieve o minore entità.
Detto ciò, il sistema GCS è alcune volte contestato per non essere sufficientemente tempestivo o comunque un mezzo adatto alle analisi più approfondite.
Per questo dovrai tenere a mente che è importante osservare sintomi che riguardano sia l’entità della ferita che il comportamento del paziente.
Questi sintomi naturalmente possono aiutarti a farti comprendere l’entità della ferita.
Una persona con un trauma cranico può presentare:
- Delle pupille disuguali
- Mancanza di equilibrio
- Debolezza o impossibilità di usare una parte del corpo (braccio/gamba)
- Vomito incontrollato
- Incapacità di parlare correttamente
- Impossibilità di rimanere coscienti
- Perdita di sangue o altri liquidi dal naso o dalle orecchie
- Colorazione bluastra / nerastra vicino le orecchie o sotto gli occhi
- Attacchi epilettici
Ovviamente questi sintomi possono anche presentarsi nel caso d’un trauma cranico a lesione chiusa.
Ricordatevi sempre che anche le lesioni chiuse possono essere gravi, e perciò potenzialmente mortali se non trattate in tempo.
Trattamento del paziente con trauma e dei suoi sintomi
Detto del trauma cranico, aggiungiamo che anche altri tipi di traumi sono frequenti, e a volta altrettanto gravi.
Per prima cosa, una volta che avete constatato in un modo o in un altro l’entità della ferita del paziente, è importantissimo farlo rimanere fermo.
A meno che non sia di particolare urgenza (per il quale bisogna comunque immobilizzare la zona come meglio si può) il trauma cranico può avere danni anche più estesi, come il collo, il quale se mosso può risultare nella morte del paziente.
E’ importante perciò tenere la persona distesa, con le spalle leggermente alzate.
Anche se al momento dell’incidente la persona aveva indosso un elmetto o una protezione di alcun genere, questo non va lo stesso rimosso.
In caso di presenza di copiose emorragie, fate il possibile per trattenere la fuoriuscita del sangue.
Potete nel caso richiederlo anche al paziente se questo è cosciente ed in grado di comprendere la situazione.
Fate attenzione però: se sospettate che sia presente una frattura, non applicate mai una pressione diretta sulla ferita.
E’ possibile fermare la fuoriuscita del sangue con una garza o semplicemente un panno pulito.
L’importante è tamponare il tutto con la forza necessaria per fermare l’emorragia.
Se la persona non è cosciente, non sta respirando e non vi è battito, cominciate immediatamente ad applicare il messaggio cardiaco per fare in modo di riportare in vita il paziente.
Una volta che vi siete assicurati dello stato del paziente ed avete apportato le cure ove necessario, se quest’ultimo è cosciente chiedetegli alcune informazioni di base, i membri familiari più vicini da contattare nel caso, ed occupatevi di chiamare il 118 descrivendo all’operatore lo stato generale del paziente.
Se questi ha difficoltà a respirare o rimanere cosciente, descrivete la situazione con assoluta urgenza.
Per questo tipo di ferite, come un normale cittadino, è tuo dovere applicare queste brevi ma sostanziali prime cure al paziente.
Un dottore specializzato può occuparsi poi del resto, in quanto hanno tutte le conoscenze (e gli strumenti) necessari per curare un così complicato trauma.
Per approfondire:
Trattamento del Trauma Cranico Severo in Area Urbana, CASE REPORT
Vita in ambulanza e valutazione del paziente: che cos’è la Scala di Rankin?
Scale di valutazione del trauma: cos’è il Revised Trauma Score?
Fonte dell’articolo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Trauma_cranico
https://www.mayoclinic.org/first-aid/first-aid-head-trauma/basics/art-20056626